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Franz_Broken ha scritto:mi state angosciando, ordino la mia prima tank oggi, devo passare a comprare un po' di buste di surgelati per l'occasione?
Perché? Guarda ch'è molto più facile di quanto credi, leggi il mio post precedente. Se si parla di sviluppo dia (38° +/- 0,3 °C), allora sì che la cosa si fa seria...
"C'è differenza tra una bella ed una buona fotografia. La prima risponde all'estetica, la seconda risponde alla realtà, al racconto veritiero di una storia, scolpita nella lingua della vita e non solo nella forma".
Gianni Berengo Gardin
All'inizio l'eccesso di precisione è deleterio e controproducente.
Quando ho iniziato a sviluppare e stampare me ne sono fregato altamente della temperatura dei bagni, a volte sviluppavo a 19 gradi, altre volte ho sviluppato a 24 gradi, correggendo i tempi con la tabella che avete già menzionato. Ho stampato e mi sono goduto quelle stampe. Oggi la vedo diversamente, ma è passato tempo ed ho raffinato la mia istruzione anche con una lunga pratica.
Come ha saggiamente scritto Diego-Chromemax, non ha nessun senso peluccare sul decimo di grado quando non si sa nemmeno se l'otturatore che usiamo è preciso, tanto per citare una delle molte variabili.
Col tempo, e con l'affinamento dello studio e della pratica, si deciderà come comportarsi per migliorare il procedimento, sempre che il carattere lo richieda: ci sono persone che lavorano approssimativamente e si accontentano dei risultati. Anche in questo caso chi si contenta gode. L'importante è sapere quali sono le procedure operative corrette, poi si vedrà.
Però a 'sto punto è anche controproducente diventare matti per raggiungere e tenere sempre e comunque i 20°C costanti, tra l'altro senza riuscirci, quando si può compensare (da tabella) il tempo per i 24°C che sono sicuramente più facili da raggiungere e mantenere con alte temperature ambientali... posto che l'obiettivo che si è posto chi ha aperto il thread è il seguente:
sto cercando, di trovarmi, i tempi più corretti, per i vari contrasti
bafman ha scritto:ammiro la vostra dedizione alla causa alla ricerca della perfetta ripetibilità.
non rinuncerei al libero pensiero della mia semi-approssimazione, ma vi ammiro.
però, a chi si trova a convivere con acque correnti da bagnomaria in camere oscure dove se passassero due hobbit ci butterebbero dentro l`anello, un giro di taratura a 24° lo suggerirei... tanto per non essere tafazziani.
roby02091987 ha scritto:Però a 'sto punto è anche controproducente diventare matti per raggiungere e tenere sempre e comunque i 20°C costanti, tra l'altro senza riuscirci, quando si può compensare (da tabella) il tempo per i 24°C che sono sicuramente più facili da raggiungere e mantenere con alte temperature ambientali... posto che l'obiettivo che si è posto chi ha aperto il thread è il seguente:
Bafman è da mo' che lo dice anche se poi ho visto che quando l'ambiente è molto caldo (30°c) lo sforzo per tenere 24° o 20° è più o meno lo stesso.
infatti ieri ho stampato con i bagni a 28° ...e chi m`ammazza?
la lastrina di grado 1 1/2 mi guardava perplessa, e il timer quando ha visto il tempo di comparsa diceva "mi frega un ciufolo che ci hai la Bergggeerrr, cavolo saprai contare fino a cinque o no?"
-Sandro- ha scritto:All'inizio l'eccesso di precisione è deleterio e controproducente.
Quando ho iniziato a sviluppare e stampare me ne sono fregato altamente della temperatura dei bagni, a volte sviluppavo a 19 gradi, altre volte ho sviluppato a 24 gradi, correggendo i tempi con la tabella che avete già menzionato. Ho stampato e mi sono goduto quelle stampe. Oggi la vedo diversamente, ma è passato tempo ed ho raffinato la mia istruzione anche con una lunga pratica.
Come ha saggiamente scritto Diego-Chromemax, non ha nessun senso peluccare sul decimo di grado quando non si sa nemmeno se l'otturatore che usiamo è preciso, tanto per citare una delle molte variabili.
Col tempo, e con l'affinamento dello studio e della pratica, si deciderà come comportarsi per migliorare il procedimento, sempre che il carattere lo richieda: ci sono persone che lavorano approssimativamente e si accontentano dei risultati. Anche in questo caso chi si contenta gode. L'importante è sapere quali sono le procedure operative corrette, poi si vedrà.
Altro intervento di estremo buon senso...cercare di tarare al decimo di grado un processo che è si ripetibile ma estremamente instabile (variabile) è null'altro che un bell'esercizio abbastanza fine a se stesso
roby02091987 ha scritto:Però a 'sto punto è anche controproducente diventare matti per raggiungere e tenere sempre e comunque i 20°C costanti, tra l'altro senza riuscirci, quando si può compensare (da tabella) il tempo per i 24°C che sono sicuramente più facili da raggiungere e mantenere con alte temperature ambientali... posto che l'obiettivo che si è posto chi ha aperto il thread è il seguente:
Bafman è da mo' che lo dice anche se poi ho visto che quando l'ambiente è molto caldo (30°c) lo sforzo per tenere 24° o 20° è più o meno lo stesso.
In teoria dovrebbe essere un filo più semplice .
Più che altro, con i 24°C non dovrebbe servire usare il ghiaccio per raffreddare, cosa che per i 20°C non è così scontata...