L'esposimetro ad estinzione funziona grazie ad una serie di filtri a densità variabile, si traguarda il soggetto attraverso il mirino e si ruotano i filtri fino a che l'immagine scompare, a questo punto si legge l'esposizione. Essendo il tutto legato alla sensibilità dell'occhio umano, che è estremamente variabile da persona a persona, la precisione è relativa, comunque sempre meglio della "sunny rule".Fotoold ha scritto:Usabile per chi la sa usare io non so nemmeno da che pare iniziare ...
Esposimetro ad estinzione cos'è?
L'altro esposimetro, quello guasto, è un Weston, basa la lettura sulla capacità del selenio, materiale della cellula, di generare deboli correnti elettriche se colpito dalla luce, è piuttosto preciso ma non molto sensibile alle basse luci, fu introdotto da Edward Weston, non il fotografo, agli inizi degli anni '30, usatissimo fino ai primi '60, un modello a selenio è ancora prodotto dalla Sekonic.
Riguardo la fotocamera, l'uso è piuttosto semplice, si apre, si carica la pellicola 120, si richiude, si fa avanzare la pellicola sino a che non compaia il numero 1 nella finestrella rossa sul dorso, si focheggia il soggetto aiutandosi con l'immagine spezzata del telemetro, si regolano tempi e diaframmi, sul frontale dell'ottica, si inquadra attraverso il mirino galileiano e si scatta. Le operazioni vanno ripetute sino al fotogramma n 12, dopo di che si fa avanzare la pellicola sino a che la finestrella rossa sul dorso non mostri più niente.
L'ultima fotocamera è una Kodak autographic per rulli 127, è molto più antica, o vecchia a seconda dei gusti, della Zeiss, fu introdotta nel 2° decennio del XX sec., funziona alla stessa maniera, a parte il telemetro di cui è priva, purtroppo i rulli 127 sono pressoché estinti. Autograpphic deriva dal fatto che era possibile scrivere dei brevi testi, usando uno stilo metallico che incideva una striscia tessuto, tipo carta carbone, che andava inserita nella finestra metallica sul dorso, il testo appariva sul bordo pellicola.