Carta e Sviluppo

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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chromemax
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da chromemax »

@ Paolo
la coppia adox id 62 era casuale o la ritieni efficace per i nostri scopi?
No, è che il bromophen-ID62 è lo sviluppo che uso di solito, lo preferisco al Dektol, che ancora uso e di cui ho un po' di scorta, perché è uno zicchio più caldo e mi sembra dia neri più corposi, o forse quando l'ho usato mi sono venute casualmente delle stampe più belle :D.

@ Nino
Ma posso garantirti che se la illuminazione è ottimale ..... lasciano il segno.
Il problema è qual'è l'illuminazione ottimale; è per questo che è stato definito uno standard, con tutti i limiti del caso.
Le mie stampe non lasciano il segno (per davvero, non è falsa modestia) e ho una mia luce media di riferimento in CO per giudicare; ma le stampe appese in cucina illuminate con tanta luce fluorescente a basso consumo hanno i neri grigi, quelle appese in soggiorno nell'angolo buio sono troppo scure, quelle che mia moglie attacca sull'album.... beh ci attacca i provini di esposizione, dice che gli piacciono di più :shock: :cry:
Dalla mia esperienza ho potuto vedere che più una carta ha neri profondi (Oriental Seagull G, Adox MCC, Berger Prestige) più ha bisogno di luce, ma poi cominciano a soffrire le alteluci. O forse dovrei lavorare di più sul piede delle pellicole (non uso T-max).
i tuoi negativi hanno una configurazione tale che non si adattano alle caratteristiche della baritata
La cosa mi succede con alcuni negativi; la stampa su baritata è bella ma quella su politenata è meglio, poi se ci dai di bruciatura e mascheratura ti avvicini. Per altri negativi succede il contrario. Forse dipende da come si distribuiscono i toni al'interno della scala tonale, non so. Il mio era solo un esempio per spiegare che non esiste LA carta migliore.



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ninelvia
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da ninelvia »

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Ultima modifica di ninelvia il 14/09/2010, 8:50, modificato 1 volta in totale.

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chromemax
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da chromemax »

Non saprei che altro dirti rispetto al tuo problema politenata/baritata
Grazie comunque dell'interessamento. Non lo sento come un problema ma come una delle tante cose affascinanti della fotografia analogica :D .
Come ho già detto penso che dipenda dal diverso modo in cui si distribuiscono i grigi nella scala tonale, Ctein in "post exposure" lo spiega molto bene e sto' rileggendo il capitolo. E' una cosa che avevo notato tanti anni fa e mi è ritornata in mente quando recentemente ho ristampato un vecchio negativo; sono andato a prendere la stampa che avevo fatto a suo tempo su carta politenata e che mi ricordavo bella e molto "facile" (una bruciaturina qua e la') ma ho dovuto sudare per tirare fuori una resa simile sulla Oriental.
A meno che tu non pretenda una stampa "automatica", nel senso senza bruciature e mascherature.
Si, qua io sono piuttosto "pecione". In genere faccio una stampa più o meno diretta, così per vedere com'è, ma spesso mi fermo a quella, soprattutto per mancanza di tempo; scatto altre foto e ho voglia di vedere le nuove immagini.
Altre volte mi ci metto di buzzo buono e viaggio anch'io sul numero di provini che hai indicato. Ma i miei scatti degli ultimi anni sono per la maggior parte foto familiari (ritratti), in genere (non sempre) più facili da stampare dei paesaggi
Poi a stampa finita faccio gli interventi di alleggerimento sui bianchi.
Indebolisci col pennello-batuffolo-spugna? Mi puoi raccontare di più? Grazie
Poi magari passato qualche giorno la stampa la rifaccio perché non mi piace.
E se no che gusto c'è :lol: :lol: :lol:
Sto leggendo....
Mi preoccupo??? :D :D :D

Ciao
Diego

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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da paolob74 »

Ciao ragazzi,

non sono sparito....

Ho lo stesso problema di Diego con la stampa, nel senso che ho diverse illuminazioni in casa e dipendentemente da dove posiziono la foto devo adeguare la stampa.

Credo che per stampare col massimo risultato in termini tonali sia auspicabile solo per una mostra, infatti la luce in quelle occasioni è sempre perfetta.

Una volta ho visto una mostra di Adams a Milano, le foto erano illuminate male, non dico che erano pessime ma non rendevano al massimo.

Quando ho un cliente/amico che mi chiede una stampa solitamente faccio un sopralluogo e misuro col luxometro la luce di dove verrà posizionata la foto poi adeguo la stampa.

Non posso chiedere di mettere le mie foto sotto faretti alogeni, la gente mi manda affa......

Però le stampe ricercando la massima ampiezza tonale e viste con una bella luce hanno una resa superba.

Considerando le mie foto poi è meglio che non si vedano benissimo.

Nino sono interessato anche io al discorso dell'alleggerimento del bianco, ci puoi illuminare?

Ciao

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ninelvia
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da ninelvia »

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Ultima modifica di ninelvia il 14/09/2010, 8:50, modificato 1 volta in totale.

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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da paolob74 »

Sembrerà incredibile ma non ho mai impiegato questa tecnica dell'indebolimento....

Che prodotto bisogna utilizzare?

Paolo

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chromemax
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da chromemax »

Niente di trascendente se non prendere la precauzione di usare soluzioni di sbianca molto diluite, sia per non provocare macchie che per meglio graduare l'intervento.
Ho usato questa tecnica un paio di volte tanti anni fa, ma per altri scopi (mi ero intrippato con la "stampa sulla soglia del nero" usata da Eugene Smith, qualsiasi cosa volesse dire questa definizione :? ) ma le zone sbiancate (un bel po' sbiancate) sono diventate giallognole e "granulose". Ho letto che molti fotografi la usano per enfatizzare le alteluci (forse anche per sopperire alle intrinseche limitazioni della mascheratura rispetto alla bruciatura???) o per recuperare carte velate dal tempo, e a questo riguardo mi sa che dovrò cominciare qualche test :roll: :roll:

@Paolo
Che prodotto bisogna utilizzare?
Per quanto ne so è indebolitore di Farmer.

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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da paolob74 »

Ho visto in rete che si utilizza indebolitore di Farmer....

Su fotomatica non si trova, bisogna acquistare i chimici e miscelarli?

Su internet trovo poche informazioni, ma abbiamo già appurato che non sono capace di cercare!!!

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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da Silverprint »

Ma guarda che bel thread ho scovato! :D

L'ho letto di corsa quindi aggiungo di corse due cosette veloci!

Sbianca locale: per evitare problemi va usato semplicemente potassio ferricianuro diluito in acqua, dato a penello (senza montatura metallica, pennelli cinesi, per intendersi. Se si usano pennelli con montatura metalica reagisce e fa un bel viraggio blu a puntini), o col cotton fiocc o col batuffolo. Si usa sulla carta bagnata di fissaggio, ma non zuppa, cioé il fissaggio in eccesso va rimosso con una racletta o soffiato via con una cannuccia. La reazione si ferma sempre con il fissaggio, dato in abbondanza con un bel pennellone. la reazione va fermata un pochino prima dell'ottimale. Poi si lava normalmente. Garantisco che non da problemi nel tempo.

A cosa serve? A differenza di una mascheratura dove si sbianca localmente il contrasto tende ad aumentare visto che la sua azione è decisamente più rapida ove il tono è più chiaro. È uno dei sistemi per fare zone VIII ben vivide, o fare la zona IX che spesso se ne va via con niente, si stampano inizialmente un po' più scure arricchendole di dettagli per poi schiarirle, il dettaglio in più tenderà a rimanere. Può essere un sistema semplice per attirare l'attenzione in un'area dell'immagine, specialmente se usata insieme ad una pre-velatura che è la prima cosa che la sbianca si porta via. Etc... È veramente uno strumento versatile. Jim Megargee, uno dei miei maestri si spinge a dire che non esiste stampa fine-art che non sia stata ri-passata col ferricianuro. Adams che nei libri la sconsiglia la usava estensivamente.

Il discorso sulla D-max, etc. è verissimo. In generale per tutti i toni scuri l'insieme pellicola-carta è drammaticamente critico: piedi e spalle s'incrociano con difficoltá! :)). Personalmente ritengo che la resa dei toni scuri vada calibrata con la scelta di carta e pellicola insieme e che trovata l'accoppiata giusta per una certa resa sia praticamente insostituibile.
Il mio lavoro "close landscapes" era calibrato sulla carta Agfa... Naturalmente Agfa chiuse nel momento che dovevo fare le stampe da mostra! Ho provato tutto quello che trovai in giro disponibile in rotoli e intrugliato con gli sviluppi per mesi. Niente da fare!!!
Alla fine m'è toccato fare una follia e comprare 16 bobine (le ultime rimaste) all'asta, pagate quasi il doppio :( .

Stampe che sono piacevoli con luci variabili sono difficili da fare, le luci più antipatiche sono quelle diffuse e fortine (neon) sotto cui i neri si aprono eccessivamente ed i bianchi non brillano.

Notte, notte! (-|
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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paolob74
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Re: Carta e Sviluppo

Messaggio da paolob74 »

Rompevo i maroni già nel 2010....

:)) :))

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