Ho iniziato a sviluppare in proprio le diapositive da circa tre anni, cioè da quando è diventato sempre più difficile accedere a laboratori esterni

. Poiché sono testardo e ritengo che la pellicola invertibile sia qualitativamente superiore a quella negativa (pur facendo abbondante uso anche di quest'ultima), ho voluto provare questa nuova esperienza, ritagliandomi ulteriori spazi nel già poco tempo libero a mia disposizione. E fino a quando le dia saranno disponibili, spero ancora per molto.
Ho usato finora solo il Kit Tetenal Colortec E6, in 3 bagni + stabilizzazione. Dopo diverse prove, ed anche alcuni infortuni di cui ho avuto anche modo di parlare in questo forum, ho messo a punto una procedura che mi permette d'avere buoni risultati senza ricorrere all'acquisto di costose attrezzature. La descrivo di seguito, sperando che possa essere utile anche ad altri appassionati. Mi scuso sin d’ora per il post chilometrico.
Il problema principale che ho dovuto affrontare è il rigido controllo della temperatura: i 38 ± 0,3 °C, per chi viene dallo sviluppo del bianco e nero, non è cosa di poco conto

. Anzitutto, mi occorreva un termometro di adeguata precisione e velocità di risposta, che non costasse un patrimonio. Dopo alcune prove, mi sono orientato su un comodo termostato da acquario, acquistato on-line da Hong Kong, per poco più di 10 € spese di spedizione incluse (visibile nelle foto successive), con un margine di precisione di ± 0,1 °C. Lo strumento, alimentato dalla rete, è preciso, per verifica con termometro campione, ma non può essere usato per la regolazione perché il suo campo d'intervento, rispetto al set, è di ± 1,0 °C.
Risolto l’aspetto della misura, restava quello della regolazione della temperatura entro i ristretti margini consentiti dalla procedura. Le prime prove fatte con una piastra elettrica posta sotto un grande pentolone non sono state soddisfacenti

, per via dell’elevata inerzia del sistema (risposta lenta all’accensione e, soprattutto, piastra che continua a fornire calore anche dopo lo spegnimento). Alla fine, il sistema migliore si è rivelato il classico bagnomaria: con aperture controllate dell’acqua calda (bastano pochissimi secondi) la temperatura si controlla facilmente entro il campo richiesto.
La condizione essenziale è che la caldaia sia collocata nelle immediate vicinanze. Io lavoro in mansarda, dove dispongo del serbatoio del solare termico praticamente accanto al lavandino, come da foto.
Prima d’iniziare, porto i reagenti a temperatura con lo stesso sistema, approfittando dell'attesa per effettuare i lavaggi per la rimozione dello strato anti-halo delle pellicole.
Per la stabilizzazione finale, procedo dentro una comodissima boccia di vetro che sembra fatta apposta per contenere due spirali.