Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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Minoltista
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Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da Minoltista »

Scusate il titolo, ma vorrei sapere dai guru di questo forum (e dico guru senza offesa per nessuno) se c'è un metodo generale che regola grana e contrasto.
Mi spiego:
Ad esempio più agito pù contrasto ho, meno agito meno contrasto ho....
e per la grana???
Inoltre cosa succede se tengo lo sviluppo più tempo senza agitare?


Intuisco che dipenda dal tipo di dviluppo che uso (se on è cosi ditelo!) per cui prendiamo pure come riferimento l'ID11.

Grazie,
Michele



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rgart1983
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Re: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da rgart1983 »

è LA DOMANDA che mi pongo anch'io...

è ben accetto anche un buon testo dove leggere queste cose in modo da aumentare la teoria e poi trasferirla in pratica...

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guarrellam
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Re: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da guarrellam »

A prescindere dal bagno utilizzato,la grana è proporzionale al tempo dello sviluppo,e alla sua temperatura:

Tempo più lungo=Più grana
Temperatura più alta=Più grana.
Non mi interessano i paesaggi di bellezza disinfettata, tipo Ansel Adams.

Don McCullin



Ho una reflex digitale da 4000 euro,
che può scattare fino 128.000 ISO,
e mi piace aggiungere la grana
in post,come per la pellicola.........

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Silverprint
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Re: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da Silverprint »

Minoltista ha scritto: C'è un metodo generale che regola grana e contrasto?
Mi spiego: più agito più contrasto ho, meno agito meno contrasto ho... E per la grana???
Inoltre cosa succede se tengo lo sviluppo più tempo senza agitare?
Intuisco che dipenda dal tipo di sviluppo che uso (se on è cosi ditelo!) per cui prendiamo pure come riferimento l'ID11.
Un metodo vero e proprio non c'è, cose che in generale accadono, con eccezioni, si.

Le cose sempre vere: l'aspetto della grana è di importanza maggiore tanto più piccolo è il negativo, o spinto l'ingrandimento. La grana è tanto più grossa tanto più è sensibile la pellicola. A seconda del tipo di rivelatore la grana può apparire più o meno evidente. Uno dei motivi per usare formati di negativo grandi è nella libertà di scelta che l'esser meno schiavi dell'aspetto della grana garantisce. E fin qui è semplice...

Tanto più si sale con l'ingrandimento tanto più importante diventa l'aspetto della grana e l'aspetto della grana diventa più importante delle sue stesse dimensioni apparenti. Se la grana è netta, "sharp" tiene bene ingrandimenti spinti (anche se di solito per essere netta è appariscente), se la grana è "fioccosa" su ingrandimenti spinti l'effetto è decisamente sgradevole e la stampa può addirittura sembrare sfuocata, eppure la grana fioccosa di solito appare più fine.

Evidenziata la prima "coperta corta" ovvero che se lo sviluppo fa la grana piccola non la fa netta e viceversa vediamo cosa influenza l'aspetto della grana. Il tempo bagnato totale ha una influenza abbastanza evidente, il tempo del rivelatore in particolare. Se, a parità di contrasto, si aumenta la diluizione (aumentando quindi il tempo) la grana tende ad essere meno netta e precisa (e spesso più piccola), ed apparirà tanto più "fioccosa" quanto più sarà lungo il tempo in ammollo, la grana fioccosa è meno appariscente. Tuttavia se l'ingrandimento è consistente renderà la stampa meno nitida. Spesso si tende a compensare questo effetto indesiderato con una riduzione dell'agitazione (da due volte al minuto ad una volta, per i tempi da brevi a medi, ad esempio), funziona abbastanza bene, sempre che non si facciano ingrandimenti spinti. Va anche detto che aumentare la concentrazione per ridurre il tempo di sviluppo può facilmente rendere la grana davvero troppo evidente, per quanto "netta". Insomma tutto sta nella ricerca del giusto compromesso.

Aneddoto: ho provato a fare il sistema zonale cambiando la diluizione invece che il tempo, la variazione dell'aspetto della grana è più marcato cambiando diluizione che non cambiando il tempo (prove fatte con Rodinal e Studional).

Aumentando l'energia dello sviluppo (concentrazione-tempo-temperatura-agitazione) aumenta il contrasto ed anche la grana.
Con l'eccezione, per quanto riguarda la concentrazione, degli sviluppi ricchi di sodio solfito come il citato ID-11 (da verificare oltre quale limite di concentrazione il sodio solfito diminuisce la sua efficacia nel tener "piccola" la grana). Il sodio solfito ad alte concentrazioni ha un'azione solvente dell'argento che rende la grana meno appariscente, tuttavia ciò va a scapito della "nettezza" della stessa, riducendo l'impressione di nitidezza. Ovvio, no? :))

Grana e agitazione? Non tanto correlate, se si aumenta il contrasto (non compensando con una riduzione di tempo l'aumento dell'agitazione) la grana sarà più evidente. Se si compensa la variazione dell'agitazione con una opportuna variazione del tempo, in modo da avere lo stesso contrasto, non ci sono grossi effetti sulla grana. Tuttavia, in caso di riduzione dell'agitazione il verificarsi di un consistente effetto bordo (con agitazione molto ridotta) può cambiare in maniera molto decisa l'aspetto dell'immagine.

Si verificano sempre una miriade di fenomeni insieme e la soluzione ottimale in assoluto non esiste (grana finissima, alta definizione e acutanza, invarianza della grana rispetto alla variazione di contrasto, sfruttamento pieno della sensibilità), cioè se si vuole il massimo di una cosa si perde inevitabilmente da qualche altra parte.


In fotografia per far bene bisogna cominciare dalla fine... =))

Mi spiego, dato che ogni scelta porta con se una serie di compromessi (rispetto ad un ideale assoluto, ma inesistente) l'unico modo di scegliere bene la catena di lavoro (che include TUTTO, dall'ottica di ripresa al trattamento della carta da stampa) è quello di fare il percorso a ritroso partendo dall'immagine che si vuole realizzare.

Giusto un paio di esempi agli antipodi (tra i due infinite altre possibilità):

Ritratto "garbato" di dimensioni medio piccole? Sviluppo diluito e molto protratto nel tempo, con agitazione normale o accentuata (evitare effetto bordo e mistificare la grana). Ottiche definite, ma non dall'elevato micro-contrasto (eventualmente lavorare con diaframmi aperti). Ingranditore a luce diffusa, carta a tono caldo (o leggermente caldo) con base calda e dalla superficie non eccessivamente liscia (ma non rugosa), magari matt.

Gigantografie molto ricche di dettagli? Sviluppi brevi e non troppo solfitosi o al solvente. Pellicole a bassa sensibilità. Grande formato. Ottiche super definite (diaframmi ottimali, cavalletto pesante, scatto flessibile). Carta a tono freddo con base bianca neutra o fredda. Eventualmente ingranditore a luce condensata (se spuntinare a lungo il metro quadro v'aggrada ;) ). Viraggio al selenio.
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R: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da Minoltista »

Io di solito usavo il microphen stock che riutilizzavo. Non contento sono tornato all id11 che ho usato inizialmente. Vorrei sempre utilizzarlo stock(per il riutilizzo). Di solito facevo 4 capovolgimeti per minuto, dici che mi conviene farne 2? Non faccio ingrandimenti spinti. Mi piace stampare come vedo la foto.

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Michele

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Re: R: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da Silverprint »

Minoltista ha scritto:Io di solito usavo il microphen stock che riutilizzavo. Non contento sono tornato all id11 che ho usato inizialmente. Vorrei sempre utilizzarlo stock(per il riutilizzo). Di solito facevo 4 capovolgimeti per minuto, dici che mi conviene farne 2? Non faccio ingrandimenti spinti.
Ciao Michele,

A mio vedere il D-76 / ID-11 va meglio (tanto) se usato con rigenerazione. Se lo usi molto spesso dovresti provare.
Per quanto riguarda l'agitazione puoi sperimentare molto liberamente. La cosa da far sempre e fare bene è l'agitazione l'iniziale, poi in generale, si potrebbe anche lasciare fermo (un'altra agitazione a metà trattamento, è uso comune), il rischio è che non venga uniforme, ma secondo me è un rischio abbastanza remoto.
Minoltista ha scritto:Mi piace stampare come vedo la foto.
Questa non la capisco... :(
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Messaggio da Minoltista »

Silverprint ha scritto:
Minoltista ha scritto:Io di solito usavo il microphen stock che riutilizzavo. Non contento sono tornato all id11 che ho usato inizialmente. Vorrei sempre utilizzarlo stock(per il riutilizzo). Di solito facevo 4 capovolgimeti per minuto, dici che mi conviene farne 2? Non faccio ingrandimenti spinti.
Ciao Michele,

A mio vedere il D-76 / ID-11 va meglio (tanto) se usato con rigenerazione. Se lo usi molto spesso dovresti provare.
Per quanto riguarda l'agitazione puoi sperimentare molto liberamente. La cosa da far sempre e fare bene è l'agitazione l'iniziale, poi in generale, si potrebbe anche lasciare fermo (un'altra agitazione a metà trattamento, è uso comune), il rischio è che non venga uniforme, ma secondo me è un rischio abbastanza remoto.


Minoltista ha scritto:Mi piace stampare come vedo la foto.
Questa non la capisco... :(

Per la prima questione:
ok, allora torniamo all' ABC.
Dopo aver versato lo sviluppo, agito per 1 minuto.
Sarebbe meglio contare il minuto dal momento in cui verso lo sviluppo, vero?

Faccio agitazione normale (4 capovolgimenti completi fatti "disegnando" un arco on troppo ampio con la tank) e poi 4 capovolgimenti ogni minuto.

E' questo lo standard "ilford" vero? lo standard kodak dice 30 secondi di agitazione iniziale per 30 secondi e poi 2 capovolgimenti ogni 30 secondi. o no?

Sto per andare in crisi....meglio fermarmi qui. :-D



Per la seconda questione:

nel senso che stampo l'intero fotogramma,senza crop.


Michele

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Re: Damandona per Silverprint e/o chi ne sa a pacchi!

Messaggio da Silverprint »

Si, tutto giusto.

Se agiti alla "ilford", se lo sviluppo non è breve, ci sono più probabilità che si formi un certo effetto bordo, meno con agitazione alla "kodak". I tempi dello sviluppo si intendono sempre dal momento in cui si inizia a versare al momento in cui si versa il bagno d'arresto. Riempimento e svuotamento vanno fatti il più velocemente possibile.

Crop, non crop? @-)

:D Secondo me, purismi eccessivi non hanno troppo senso.
Ovviamente se non si sta partecipando alla gara di composizione precisa nel mirino! :)) Ad alcuni hanno dato parecchie medaglie. Certo che poi così facendo la fotografia diventi una disciplina ginnica, in effetti, è proprio una bella cosa... X(
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Messaggio da Minoltista »

Cosa vuol dire id11 usato in rigenerazione ? Io lo uso stock ed aumento ogni volta del 10% il tempo di sviluppo

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Michele

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Che invece di aumentare il tempo, viene aggiunto un TOT di rigeneratore per ogni rullo trattato. Lo sviluppo rigenerato dura nel tempo. Però si può usare solo se si sviluppa spesso (non va bene se lasciato li ad aspettare più di tanto). Con gli sviluppi rigenerati avviene il fenomeno del rideposito dell'argento disciolto (parte dell'argento disciolto nel rivelatore si "appiccica" dove il rivelatore agisce) che, a mio vedere da quel quid in più davvero gradevole.

La Kodak per il D-76 produce un rigeneratore (replenisher) apposito il D-76R, le istruzioni ci sono su internet.
La Ilford non produce il rigeneratore per l'ID-11, e non da indicazioni in merito (o almeno io non le conosco...)
L'Agfa per il suo Refinal (sempre "equivalente") suggeriva l'aggiunta di 14ml di prodotto fresco per ogni rullo 135-36 trattato, 17 per i 120.

La rigenerazione funziona bene se si parte da un quantitativo minimo non minimo (ca. 5 litri, 1 gallone). Se si hanno diversi rulli da trattare è da provare (dopo le vacanze, per esempio).
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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