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Marco Leoncino II° ha scritto:Chi era che diceva "La stampa a colori è come la barca, una volta che ce l'hai non vedi l'ora di venderla"?. Io mi affiderei ad un professionista.
Io ho sempre detto che la vita con la barca ha due brevi momenti felici..... quando la compri e quando la vendi
Stessa cosa per il camper
Può darsi che la stampa a colori sia un piccolo incubo, ma il mio ricordo non è in questo senso, c'è una difficoltà iniziale nel capire quale dominante vi sia sulla stampa e come intervenire per correggerla. perché non basta aver individuato la dominante, ma bisogna anche capire quanti gradi di filtratura ci vogliano per correggerla, ma è anche vero che così si impara la teoria dei colori, il sistema additivo e sottrattivo, insomma dal punto di vista della cultura fotografica è davvero formativa...
che la cosa all'epoca non mi abbia messo in difficoltà lo provano le decine di stampe con i colori squillanti a distanza di 30 anni che ho ancora, specie poi se venivano da pellicole come la ektar 25... insomma non si può fare solo il bianco e nero e come alternative solo le diapositive o il digitale, ci sono foto che devono essere stampate e, purtroppo, non essendoci più il cibachrome l'unica ancora possibile è la stampa a colori, possibile non so ancora per quanto... certo si potrebbe portare il negativo al laboratorio e farselo stampare, ma già allora la stampa che facevo io era migliore di quella del laboratorio, perché era priva di dominanti e con l'esposizione giusta, mentre ora accade che è fatta la scansione del negativo e poi stampata, peggio ancora quindi...
mi fa piacere comunque sapere, grazie a Sandro, che il nuovo procedimento è sostanzialmente uguale al vecchio e che per la filtratura trovata quella giusta una volta difficilmente bisognerà cambiarla...
sono poi d'accordo che esposimetri e analizzatori di colore non servono a niente, ne avevo uno della philips e usandolo quello che ottenevo erano stampe piene di dominanti, alla fine lo tolsi di mezzo...
Claudio, io sono di parere opposto.
Secondo me la stampa a colori è un incubo se si deve slambiccare con drum e misurini avendo tempi brevissimi e temperature ristrette ma avendo a disposizione una durst printo come hai tu (secondo me tanti qui nel forum ti invidiano), a mio parere, è più semplice che il b/n.
Io è da un po' che non stampo per vari problemi miei ma ho utilizzato con soddisfazione una jobo printlab 3502 che funziona sullo stesso principio della Durst printo.
Con la sviluppatrice automatica ti devi concentrare solo sull'ingranditore e poi butti la stampa nella macchina....
Per quanto riguarda la quantità dei chimici, pensa che la jobo necessita di 5 litri di soluzione, la printo solo 2,5.... Io di solito iniziavo un weekend e finivo il weekend dopo sfornando. Le prime volte mi preoccupavo di svuotare la sviluppatrice tra una sezione di stampa e la successiva ma poi mi sono accorto che non serviva e lasciavo i chimici in macchina (sviluppo e blix) anche per una decina di giorni. In questo modo andavo in c/o, accendevo la jobo, e quando ero pronto con la prima stampa, lei era già calda...
Se posso permettermi un consiglio: kit Bellini RA4.
Grazie Francesco, ottima informazione, pensa che la printo per lo sviluppo colore l'avrò usata per l'ultima volta.. credo negli anni '90.. effettivamente riuscivamo a produrre stampe in modo velocissimo e in quantità.. industriale.. non so, però, se è la cosa migliore lasciare i chimici nella macchina, almeno per la printo, perché potrebbero danneggiarsi i rulli di trasporto della carta....
ps. fa comunque sempre piacere sentirsi un po' "invidiati"
Più che i rulli, che sono di una gomma predisposta al contatto con sostanze chimiche aggressive, il problema può verificarsi con le pompe di ricircolo e la relativa tubazione, dove il deposito nerastro dello sviluppo può accumularsi e fare danni nel tempo. Se si ritiene di non voler scaricare la macchina ad ogni ciclo di lavoro (cosa che sarebbe ottimale), allora è necessario un lavaggio con un apposito disincrostante (soluzione di acido solfoammidico, o sulfammico, o solfammico), seguito poi da un lavaggio abbondante con acqua pulita.
Si, avete ragione, ho dato una risposta un po' sbrigativa sulla base della mia esperienza con la jobo printlab. La pulizia scrupolosa è senz'altro fondamentale ma ripeto, con la jobo, per una decina di giorni (non di più)non ho riscontrato problemi di depositi. Dopo naturalmente la macchina la pulivo a modino. Questa sviluppatrice è, a mio parere, costruita in maniera molto furba: tutta la meccanica, sia rulli che ingranaggi di trascinamento, è assemblata su un castello estraibile, in modo semplicissimo, dalla rispettiva vasca. In questo modo si può lavare tutto in blocco sotto l'acqua corrente. La macchina è poi dotata di tubi per il carico/scarico dei chimici ed è quindi semplice fare ricircolare e scaricare soluzioni di lavaggio nelle vasche e nei circuiti idraulici. Non conosco la printo e ti consiglio di rispettare comunque le indicazioni del costruttore... e del buon Sandro che forse... anzi senza forse... è ancora meglio!!
ho trovato nelle istruzioni della printo lo scontrino dell'acquisto che fece il mio amico, novembre 1993, 2.890.000 lire ( 2 moduli) che credo siano ben più degli attuali 1.500 euro, comunque la printo è già predisposta per l'Ra4 una carica senza rigenerazione può produrre più di 60 stampe 18x24... ben difficilmente la userò, ma chissà per fare dei 30x40... potrei in ipotesi venderla, ma non posso, il mio amico, tristemente passato al digitale, quando me la diede mi fece promettere di non venderla e del resto è meglio così
No, non ha chiuso i battenti, o meglio, li ha chiusi per poi riaprirli in un negozio molto più piccolo alle spalle di piazza Garibaldi e tratta quasi esclusivamente analogico
questo il link del sito: http://www.vr-imaging.it/