Il Distagon rinato

Discussioni sulle tecniche di manutenzione e riparazione di accessori fotografici quali reflex 35mm, medio formato, grande formato, obiettivi, oggetti per camera oscura ed altro legato alla fotografia analogica

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F994
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da F994 »

ammazzafotoni ha scritto:
F994 ha scritto:
graic ha scritto:
Tanto, anche se non lo sappiamo ripetere (almeno noi scarsi con le mani), ci fa piacere guardare @-)
C'è sempre una certa goduria nel vedere un obiettivo Zeiss smontanto.
Siamo al lens-porn!
Beh meglio la mercificazione della lente che la mercificazione del corpo...

...Ok era triste



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davdesmo
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da davdesmo »

Il "lens-porn" onestamente mi mancava (non che ne sentissi l'esigenza...)

Ma sulle qualità di Sandro, fortunatamente non santo stante che i santi sono sempre un po' troppo defunti, direi che ormai c'è più ben poco da dire ;)

Ne sapevo qualcosa già trent'anni or sono, quando cazzeggiavamo felici all'università di Genova :D

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-Sandro-
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da -Sandro- »

Il problema più serio, nei casi in cui l'obiettivo sia caduto, è la difficoltà, anche notevole, che si può trovare nello smontarlo, a causa delle deformazioni subite.
Nel nostro caso a quel tempo erano così lungimiranti da ipotizzare la caduta dell'obiettivo come danno piuttosto frequente, quindi pensarono di realizzare i sistemi di montaggio in modo da non essere pregiudicati da ammaccature.

In effetti l'anello di ritegno che blocca la campana ed il gruppo sottostante è arretrato rispetto alla filettatura del portafiltro, quindi in caso di ammaccatura, anche grave può essere smontato.

Ma questo obiettivo è rimasto anche inutilizzato a lungo, probabilmente ha sviluppato ossidazione e la campana si sarà leggermente ovalizzata, cosa che non mi ha permesso di smontare l'anello portanome con i classici tamponi gommati.

Ho scaldato la campana per dilatarla, ma inutilmente e poi ho provato anche con tubi di plastica dello stesso diametro dell'anello, sulla cui costa ho applicato un potente biadesivo poliuretanico, cosa che molto spesso mi ha tolto dalle secche, ma invano.
Ho fatto quindi presente a Francesco che avrei dovuto praticare due fori sull'anello, per poterlo svitare con una chiave a compasso, ma che li avrei anche verniciati in modo da renderli accettabili.

In questi casi occorre rinunciare alle lusinghe degli strumenti elettrici ed ho usato un mandrino a mano da orologiaio per praticare i due fori, con una punta da 1.25 mm, appena accennati in profondità, giusto per far entrare le punte della chiave.
IMG_2825.JPG
So che non è un'operazione "filologica" ma era l'unico modo di salvare un obiettivo altrimenti destinato alla spazzatura.

Smontata la ghiera finalmente è risultato accessibile il gruppo ottico anteriore, che si smonta con chiave a compasso.
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Gli obiettivi Hasselblad sono stati progettati e realizzati per garantire la massima semplicità operativa a chi dovesse occuparsi della loro manutenzione.
Con pochissime eccezioni (i due teletessar), tutti gli obiettivi hanno i gruppi ottici anteriore e posteriore premontati su canotti di ottone (poi diventati di plastica con la morte di Victor e l'avvento della serie CF) in modo che possano essere tolti senza dover scomporre (e poi riallineare) le singole lenti.
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Fortunatamente le muffe erano deboli, già morte, ed avevano "infestato" soltanto le lenti esterne, questo mi ha consentito una facile pulizia con isopropanolo senza dover smontare i gruppi. Per sicurezza poi ho esposto i gruppi ai vapori di formaldeide per scongiurare future recidive.
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La campana è tenuta da tre viti che si erano allentate (succede abbastanza spesso con i distagon e con i teletessar), ed è stato facile rimuoverla. Immediatamente sotto la campana altre tre viti tengono in posizione le due ghiere tempi e diaframmi e bisogna stare attenti ad una molla che carica la sferetta del movimento a scatti, che può saltar via facilmente.

Lo scoglio veramente duro arriva quando si deve accedere all'otturatore.

Come si vede da questo esploso, l'otturatore è protetto da una cassa in lega di alluminio che ha anche lo scopo di mantenere avvitato il gruppo ottico anteriore. In questo modello specifico il gruppo è avvitato ad una ghiera di ottone a sua volta avvitata nella cassa. E' la costruzione speciale degli otturatori prediaframmati usati anche sui due s-planar. Si dicono prediaframmati perché il diaframma non si apre al massimo, ma rimane leggermente chiuso, nascosto poi da un anello delimitatore. In questo modo hanno potuto sfruttare al massimo il progetto anche a tutta apertura, dove solitamente si ha la peggior resa, migliorandola con una prediaframmatura.
04-34.jpg
Questa cassa, o calotta che dir si voglia, è avvitata sul supporto tramite una serie di viti che non sono tutte uguali per forma e lunghezza, inoltre due di queste viti mantengono in posizione le molle che servono ad accoppiare le ghiere tempi e diaframmi.
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La calotta ha una serie di piedini forati perimetrali a sbalzo sui quali vi sono i fori per le viti, e questi piedini interferiscono con alcuni elementi dell'otturatore (la levetta autoscatto ed il relativo pulsante, la preselezione del diaframma, il contatto pc-sync, il connettore isolante in plastica del contatto pc-sync (unica parte in plastica in tutta la costruzione).
Inoltre la levetta della selezione dei tempi scorre in una feritoia posta a metà altezza della cassa.

A prima vista è impossibile estrarre questa cassa, ogni tentativo errato comporta potenziali danni a tutti gli elementi in interferenza.
Esiste uno ed un solo modo per estrarla, e poiché questa manovra non è documentata in nessuno dei manuali di cui dispongo, all'inizio è stato veramente arduo, tanto che più volte ho rinunciato. Poi ho comprato un obiettivo rotto per fare esperienza e dopo ore di tentativi ho scoperto come fare. Ora impiego pochi secondi a toglierla, ma ho vissuto momenti di grande sconforto.

Ecco quindi la cassa estratta ed accanto tutte le viti nell'esatto ordine in cui vanno messe; questo è un altro aspetto critico perché alcune viti sono più lunghe di altre e se erroneamente montate al posto di quelle corte, uscirebbero dalla platina dell'otturatore, andando a danneggiare i delicati indici mobili della profondità di campo che si trovano "al piano di sotto".
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Tolta quindi la cassa si accede finalmente all'otturatore. Il precedente manutentore ha pensato di scrivere a matita la data dell'ultima revisione: 11-6-1990. Ventisette anni or sono. Nonostante questo l'incredibile robustezza costruttiva permette di riportare questi obiettivi al loro normale funzionamento in breve tempo (se non vi sono rotture di pezzi, cosa peraltro rara).
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Il grande anello ramato sotto il paraluce nero è la ralla che regola i tempi di scatto, tramite una serie di asole sagomate che impegnano, a seconda dei tempi scelti, il gruppo dei tempi lenti oppure quello dei tempi veloci. I due gruppi non lavorano insieme e quello dei tempi veloci è dotato di una levetta che lo disaziona quando entra in funzione l'altro, sempre tramite la grande ralla sagomata. E' una cosa di notevole complessità concettuale.


Smontati l'anello paraluce nero, e tolto l'anello elastico che trattiene la piastra rotante di selezione dei tempi, si accede finalmente alla pregiata meccanica dell'otturatore.
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Si riconoscono nell'ordine:

Ad ore 12 il contatto per il flash, con il ritardatore da 15 millisecondi per le lampade al magnesio.
Ad ore 1 il pignone con la molla motrice principale, che apre l'otturatore ed anche il diaframma.
Tra ore 14 ed ore 17 il complicato gruppo dei tempi lenti.
Ad ore 17.30 la coppia di ingranaggi collegati all'alberino di comando che effettuano la carica.
Tra ore 18 ed ore 20 il gruppo dei tempi veloci.
Al di sotto della piastra che regge questi gruppi abbiamo poi la meccanica dell'otturatore e quella del diaframma.

IMG_2834.JPG
E' tipico degli obiettivi della serie C il difetto che rallenta i tempi più lenti dell'otturatore: 1 secondo, mezzo secondo, un quarto di secondo; per risolverlo occorre lubrificare i perni del relativo ritardatore che sporgono sulla platina con un olio specifico per orologeria (moebius 9010/2, costa venti euro un flaconcino da 3ml) tramite un attrezzo specifico per orologiai detto lubrificatore.
L'eccesso di olio è molto più deleterio della sua mancanza, perché col tempo imbratta otturatore e diaframma incollandoli e richiedendo poi uno smontaggio totale di tutto l'otturatore che è estremamente oneroso (almeno 4/6 ore di lavoro).
La lubrificazione invece richiede pochi minuti se otturatore e diaframma sono puliti.

Fatto questo si ripulisce la superficie delle platine con un panno che non lasci filacce e ci si appronta a richiudere la cassa, badando con molta cura all'allineamento dei due ingranaggi, il più piccolo dei quali è collegato al pignone di ricarica. Un solo dente di disallineamento comporta l'alterazione di tutta la complessa sincronizzazione delle operazioni della fotocamera, rendendo inutilizzabile l'obiettivo.
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Prima di richiudere la malefica cassa protettiva è bene provare tutti i tempi dell'otturatore, la manovra del diaframma ed il funzionamento della prechiusura, altrimenti bisognerà nuovamente rimuovere la cassa per sistemare quello che non va.

Ecco la cassa rimontata.
IMG_2841.JPG
Sistemato il funzionamento dell'otturatore si passa alla lubrificazione dell'elicoide di messa a fuoco.

Anche in questo caso vi sono notevoli insidie: la filettatura dei manicotti di messa a fuoco non ha un solo principio, come nelle viti, ma ne ha molti di più, per consentire con una breve rotazione una notevole escursione.
Negli obbiettivi hasselblad si arriva ad avere sino a 21 principi per il distagon 40, il che significa che se si estrae il manicotto senza segnare accuratamente il punto di ingresso, si hanno 21 possibilità di montaggio delle quali una sola è giusta, tutte le altre alterano la scala metrica di messa a fuoco; inoltre l'abbocco delle parti filettate è difficilissimo, perché richiede di presentare i pezzi perfettamente allineati tra loro, pena il danneggiamento di qualche principio.

Raramente estraggo i manicotti, lo faccio solo nei casi peggiori, quando il movimento è estremamente ruvido o bloccato.
In questo caso il movimento era accettabile, quindi ho estratto il manicotto sino al limite massimo di escursione senza toglierlo, provvedendo con uno spazzolino ed uno straccio inumidito con etere di petrolo alla rimozione del vecchio grasso e della sporcizia.
IMG_2845.JPG
Una volta pulita la filettatura, ho applicato il grasso nuovo (è un grasso industriale per applicazioni estreme):
IMG_2846.JPG
Poi ho fatto distribuire il grasso manovrando la messa a fuoco più volte e rimuovendone infine l'eccesso.

Già che ero "al piano di sotto" ho lubrificato la camma che sposta gli indici mobili della profondità di campo, che è particolarmente delicata e si vede nella foto sopra ad ore 6.

Infine ho rimosso i funghi anche dal gruppo ottico posteriore.
IMG_2847.JPG
Poi ho rimontato provvisoriamente il gruppo ottico anteriore per evitare che la polvere arrivasse sulle lame dell'otturatore.
IMG_2848.JPG
A questo punto è rimasta da raddrizzare l'ammaccatura sulla campana.

Ho preparato un listello di faggio (legno duro) lungo una trentina di centimetri, spesso 1,5x1,5 cm, rastremato leggermente in punta e l'ho stretto in una morsa da banco (qui si che serve!). Poi ho appoggiato il bordo della campana sul listello e con martello dalle punte in plastica dura, da mezzo chilo ho ribattuto l'ammaccatura con colpi leggerissimi ruotando continuamente la campana avanti e indietro.
Le ammaccature erano due, non una, e con questo sistema le ho perfettamente raddrizzate.

Ovviamente la filettatura non poteva essere rimasta intatta, ed ho dovuto ripristinarla, non con quegli attrezzini di alluminio cinese che vendono su ebay, ma con una "lima ripristino filetti" in acciaio duro che non è nemmeno facilissima da usare a mano libera.

Rimane solo un problema: la lima ha asportato l'anodizzazione dell'alluminio nelle parti dove ho corretto la filettatura, rendendola più tenera e mostrando il colore del metallo.
Il colore non è un problema, basta la punta di un pennarello permanente, quando alla delicatezza della filettatura, visto che al massimo ci si avvita un paraluce, ritengo che sia del tutto trascurabile.
Naturalmente ho ripetuto l'aggiustaggio della filettatura sino a quando l'anello portafiltri si è avvitato correttamente.

Infine la prova generale sul corpo macchina, e poi la spedizione all'impaziente ragazzo, che ha letteralmente patito le pene dell'inferno sino a quando non lo ha ricevuto!
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Allegati
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Ultima modifica di -Sandro- il 25/02/2017, 22:59, modificato 11 volte in totale.
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da electro-x »

Ciao Sandro, complimenti per l'ottimo lavoro e grazie per averlo condiviso.
Beppe

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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da graic »

la miseria che lavoro ^:)^
Saluti
Gianni


La situazione è grave ma non seria.

F994
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da F994 »

-Sandro- ha scritto: e poi la spedizione all'impaziente ragazzo, che ha letteralmente patito le pene dell'inferno sino a quando non lo ha ricevuto!
Hai colto il punto cruciale dell'esperienza dal mio punto di vista ahah

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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da Pacher »

-Sandro- ha scritto: A prima vista è impossibile estrarre questa cassa, ogni tentativo errato comporta potenziali danni a tutti gli elementi in interferenza.
Esiste uno ed un solo modo per estrarla, e poiché questa manovra non è documentata in nessuno dei manuali di cui dispongo, all'inizio è stato veramente arduo, tanto che più volte ho rinunciato. Poi ho comprato un obiettivo rotto per fare esperienza e dopo ore di tentativi ho scoperto come fare. Ora impiego pochi secondi a toglierla, ma ho vissuto momenti di grande sconforto.
è innestata a pressione? bisogna batterci tutto intorno?

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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da -Sandro- »

No, bisogna disporre alcuni degli elementi che le impediscono di uscire in un certo modo, poi tenendo premuta la molla di un pulsante ed anche il contatto rosso, spostare la leva di regolazione dei tempi nell'asola predisposta, ed inclinando la cassa nel modo appropriato, ruotarla del giusto e farla uscire. B-)
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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da F994 »

-Sandro- ha scritto:No, bisogna disporre alcuni degli elementi che le impediscono di uscire in un certo modo, poi tenendo premuta la molla di un pulsante ed anche il contatto rosso, spostare la leva di regolazione dei tempi nell'asola predisposta, ed inclinando la cassa nel modo appropriato, ruotarla del giusto e farla uscire. B-)
Capirai, 'na cavolata

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Re: Il Distagon rinato

Messaggio da dario62 »

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