Analogica.it

Ciao a tutti, ho iniziato a sviluppare in casa i primi negativi e mi sono accorto di qualcosa su cui vorrei un parere svincolato dal rapporto commerciale che vi descrivo di seguito
Io ho sempre scattato con la pellicola, ma mai sviluppata e anzi, mi sono sempre rivolto ad un lab che lavora a mano. La qualità dei positivi, stampe e privini a contatto, è sempre stata a mio avviso molto alta, fatto sta che dopo aver iniziato a sviluppare pellicole a casa, ho guardato con occhio più critico i rulli sviluppati per me dal laboratorio
Ho trovato un po' di tutto, ovvero segni di calcare/imbibente, con colature molto evidenti, pellicole "rigate" o quantomeno segnate ecc ecc

Tutti questi "segni" non li avevo mai visti perché non avevo l'occhio allenato, istruito a vedere certe cose, ma iniziando a lavorare a casa ed asciugando da me le pellicole, mi sono accorto della cosa
Ora mi chiedo e vi chiedo... visto che la qualità dei positivi è alta, perché le stampe non hanno mai sofferto di niente, questo problema di eventuali strisce dovute alla pinza per l'asciugatura o queste macchie dovute ad una asciugatura non perfetta, sono REALMENTE un problema, oppure è una ottimizzazione del processo?
Ve lo chiedo perché onestamente se io avessi avuto una pellicola che, presa dopo l'asciugatura, fosse stata in quelle condizioni mi sarei insultato e anche pesantemente, però... come dicevo nei positivi (anche provini a contatto), non si vede niente

Come mi regolo?

Grazie a tutti
Alessandro

Le macchie di calcare, peli, sporcizia e graffi appaiono in stampa, eccome!

Molti laboratori stampano in digitale scansionando il negativo, "migliorandolo" ad insaputa del cliente che paga un presunto servizio tradizionale. Non sarebbe la prima volta che mi capita. Un cliente lamentava che la barba di una persona di cui mi aveva fatto stampare il ritratto fosse sfocata, mentre la foto del laboratorio non lo era. Per forza, hanno aggiunto la maschera di contrasto, abbastanza evidente, così com'era evidente che il cliente, usando un diaframma troppo aperto per catturare la foto in luce scarsa abbia sbagliato la valutazione mettendo a fuoco solo parte del viso.

Addestrare l'occhio è cosa difficile, ma assai appagante.

Sulla stampa tradizionale onestamente non dubito, li ho visti all'opera, quindi non penso che sia un problema di tecnologia che nasconde la cosa.
Una stampa 12x18 però è proprio il caso emblematico, il negativo ha una macchia di liquido asciugato male, che sia acqua o imbibente o altro non lo so, fatto sta che la stampa non ha alcun segno...

Tutto dipende da tutto, le macchie leggere possono non apparire in stampa se capitano in una zona del negativo che le nasconde, ma solitamente capitano nei cieli, dove è impossibile non vederle. Conta anche il tipo di ingranditore: a luce condensata tutti i difetti più piccoli vengono evidenziati, col la testa diffusa molto meno.

La pulizia ed il rigore nel trattamento per me sono essenziali, poi ovviamente... che ognuno faccia come gli pare.

Come dice Sandro il tipo di ingranditore conta parecchio, la differenza tra un ingranditore a condensatori e un ingranditore a luce fredda (i due opposti) è notevole nel mascherare i difetti.

Io uso un ingranditore a luce diffusa e sono, usando un eufemismo, follemente maniacale sui negativi da quando li sviluppo io, cioè curo molto l'asciugatura e in fase di stampa vado di alcool isopropilico su ogni micro puntino che appaia in luce radente (che non sia incastonato)... Mi sembra il minimo per evitare sorpresine in stampa, anche solo concettualmente, dopo e prima tanto lavoro e fatica.

beh per prima cosa vi ringrazio dei riscontri. Non stampando in casa ed appoggiandomi a quel laboratorio, diciamo che al momento mi posso anche accontentare del risultato, anche se dal momento che ora sviluppo io le pellicole, cercherò di starci MOLTO attento, per ottenere un risultato che sia il migliore possibile