Un po' di storia...
Moderatori: chromemax, Silverprint
Re: Un po' di storia...
Sempre per puntualizzare, su quella macchina la messa a fuoco non era per niente "ad occhio", anzi usava il metodo più preciso che si conosca
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
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Re: Un po' di storia...
Rileggendo quanto hai scritto credo che su questo punto tu abbia ragione.luibargi ha scritto: Credo che la regola del 16 sia venuta molto dopo
La regola del 16 imposta come tempo di scatto il reciproco della sensibilità espressa in ASA (100 ASA = 1/100) e sarebbe illogico pretendere che sia antecedente a questo metodo di misurare la sensibilità. Non "potrebbe" funzionare così linearmente neanche con i valori DIN, e credo ancor peggio con i vecchi indici di sensibilità.
Almeno credo.
Francesco
Re: Un po' di storia...
per graic
Giusto per tener vivo questo argomento ...
D'accordo che il sistema era il più preciso possibile, (per questo rimando alla tecnica del mio msg del 14/04/2017, 15:10 ) che poi è quello che usano in studio con le grandi lastre piane, ma
Chi aveva voglia di fare foto-ricordo o comunque in esterno con quel sistema, anche se la macchina aveva il suo proprio cavalletto? Aggiungo che nei giorni di forte illuminazione ci voleva anche il fantomatico telo nero da mettersi sulla testa,
La messa a fuoco veniva in pratica fatta con l'indice della slitta; in meno di 3 cm si va da 1 mt all'infinito...poi la frizione nelle guide non rendeva il movimento proprio fluido,
Per l'inquadratura si usava il lentino vicino al livello a bolla, ruotabile di 90° oppure il mirino cosiddetto 'sportivo', che su soggetti vicini causava enormi errori di parallasse,
E' così che io mi spiego come alcune foto che ho trovato sino fuori quadro o sfocate.
Io ho trovato un adattatore per la pellicola 120 e ci ho fatto ottimi scatti a patto di lavorare all'infinito e usare un diaframma non inferiore a 9.
Ti allego qualche foto.
Ciao.
Giusto per tener vivo questo argomento ...
D'accordo che il sistema era il più preciso possibile, (per questo rimando alla tecnica del mio msg del 14/04/2017, 15:10 ) che poi è quello che usano in studio con le grandi lastre piane, ma
Chi aveva voglia di fare foto-ricordo o comunque in esterno con quel sistema, anche se la macchina aveva il suo proprio cavalletto? Aggiungo che nei giorni di forte illuminazione ci voleva anche il fantomatico telo nero da mettersi sulla testa,
La messa a fuoco veniva in pratica fatta con l'indice della slitta; in meno di 3 cm si va da 1 mt all'infinito...poi la frizione nelle guide non rendeva il movimento proprio fluido,
Per l'inquadratura si usava il lentino vicino al livello a bolla, ruotabile di 90° oppure il mirino cosiddetto 'sportivo', che su soggetti vicini causava enormi errori di parallasse,
E' così che io mi spiego come alcune foto che ho trovato sino fuori quadro o sfocate.
Io ho trovato un adattatore per la pellicola 120 e ci ho fatto ottimi scatti a patto di lavorare all'infinito e usare un diaframma non inferiore a 9.
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