Analogica.it

Ciao a tutti, una piccola curiosità: perche molti fotografi prediligono, in fase di stampa, dimensioni tipo 30x40 o 24x30 che non rispecchiano le proporzioni (2x3) della pellicola 35mm? E' solo una questione estetica e di gusti personali o c'è altro, tipo esigenze di stampa tipografica o di esposizione nelle mostre? Sarà che io curo molto l'inquadratura e, di norma, evito di ritagliare la foto ritenendola, in caso, sbagliata. Ma magari è una mia fissazione.

Io stampo su 24x30 ma non cambio le proporzioni della fotogramma stampato.
Normalmente metto le lame dei marginatori in modo tale da lasciare scoperta un'area di 284mmx192mm e poi stampo all'interno la fotografia lasciando un bordino nero di un paio di mmm.

La proporzione 2x3 del formato 135 non è un dogma inconfutabile, a volte i fotografi inquadrano schifezze ed altre cose inutili che conviene ritagliare riproporzionando il formato; oppure semplicemente la foto viene meglio stampata su un formato differente.

Beh chiaro che la scelta è libera ed individuale, ma frequentando le mostre noto che c'è una frequenza maggire a ritagliare le foto nel 135 che non nel quadrato 120. Ho sempre l'impressione che l'uso del formato quadrato sia più vincolante per il fotografo; come se portasse ad una maggiore intransigenza artistica che inibirebbe qualsiasi intervento postumo. Invece il 135 sembra più "sbarazzino". Ma forse sono pensiere estivi condizionati dal caldo :-)

Direi che è piuttosto il contrario: è il formato quadrato che si presta a semplici reinterpretazioni in fase di stampa, potendo restare tale o divenire "landscape" o "portrait". Facci uscire un formato verticale da un fotogramma 2:3 inquadrato orizzontalmente...
Poi, dipende dalle mostre: se sono stampe da file digitali, al 95% provengono da sensori con rapporto 2:3, quindi è abbastanza probabile che non ne vengano alterate le proporzioni in fase di stampa.

Io personalmente che stampo sempre in digitale (anche l'analogico che converto in digitale con lo scanner) alla fine ritaglio sempre.

Di solito stampo in A3+ (33X48cm), ma poi a seguito dei tagli (in digitale si chiamano "crop") raramente mi ritrovo con il formato originale e quindi ogni foto ha la sua dimensione.

In verità ero lo stesso per me anche quando 40-50 fa stampavo in analogico: era sempre un gran lavoro di taglierina ...!!!

La composizione andrebbe fatta sempre in macchina, al momento dello scatto; per me che per secoli ho prodotto il colore solo in invertibile era un obbligo, è anche vero che solo le ammiraglie mantengono il 100x100 della visione, ma in realtà questa necessità si manifesta più marcata nelle riproduzioni di documenti o foto simili.
Di norma le macchine hanno il 93 % o giù di lì, della visione effettiva.
Con la Leica i primi tempi guardando attraverso i mirini staccati, tipo quello del 21 superangulon, sbagliavo poi ho iniziato a scattare lasciando sempre un po più di spazio di quello che vedevo.
Anni fa leggevo degli stampatori della magnum e narravano di come alcuni autori non avevano nessun bisogno di ritagliare altri invece "rifacevano fare" la foto dallo stampatore.
Pare che Salgado componga in sede di stampa, ma questo certo non ne sminuisce la forza delle sue potenti immagini in b\n.
Purtropo in Italia non vien commercializzata la carta 24 x 36 che permeterebbe una esatta riproduzione del formato originale.
Per quanto mi concerne stampo su 24x30 ma mantenendo le proporzioni, in pratica utilizzo una parte minore della carta lasciando dei bordi.
Un buon ferragosto a tutti

canon ftb ha scritto:La composizione andrebbe fatta sempre in macchina

Amen!
Non sarà obbligatorio, ma almeno è un buon esercizio quotidiano non scattare alla "come viene"!