Ora: non so se è questa la sezione adatta.
Se qualche MOD ritiene di spostare la discussione... lo faccia tranquillamente!
L'altra sera, davanti ad un negativo che non ne voleva sapere di essere stampato, bestemmiando come un contadino toscano di origini venete, ho fatto una riflessione.
Al di là della mia incapacità (o poca applicazione... fate voi), i Fotografi, come portano i loro negativi allo stampatore?
Leggevo che oramai, molti dei Grandi che lavorano ancora (totalmente o parzialmente) a pellicola (un Gardin, o uno Scianna, per dirne alcuni...) portano i loro negativi da alcuni stampatori 'di fiducia' che ormai sanno quello che il loro illustre cliente vuole.
Ora: la mia riflessione era questa.
Porteranno un negativo perfettamente stampabile (per densità, contrasto, tipo di sviluppo) oppure il povero stampatore quando li vede comincia a tirar giù tutti i santi del calendario?
Voglio dire: un Adams che parte dallo scatto ed arriva alla stampa con tutti i suoi metodi, calcoli, pippe e quant'altro, credo che riesca a controllare ogni singolo elemento del processo volto ad arrivare ad un risultato.
Ma un fotografo di costume e/o cronaca, giusto per non usare la parola 'street', che negativi otterrà?
Leggendo tra le righe: al di là del contenuto (il cui merito va al solo fotografo), parlando di risultati, quanto è merito del fotografo? e quanto dello stampatore?
I Grandi Fotografi ed il negativo
Moderatore: etrusco
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Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Moltissimi fotografi professionisti non sanno esporre. Espongono molto meglio i fotoamatori che abbiano fatto il corso presso Andrea, oppure effettuato un cammino autonomo dello stesso tipo.elettrico ha scritto: Ora: la mia riflessione era questa.
Porteranno un negativo perfettamente stampabile (per densità, contrasto, tipo di sviluppo) oppure il povero stampatore quando li vede comincia a tirar giù tutti i santi del calendario?
Le tipologie dei professionisti sono diverse:
- Ci sono quelli che ottengono un risultato da una certa combinazione pellicola/esposizione/sviluppo e non si schiodano da lì nemmeno morti perché non sanno che risultati avrebbero cambiando, e non hanno voglia di sperimentare.
- Ci sono quelli "saputi" che arrivano a comandarti uno specifico sviluppo anche se palesemente errato. perché col precedente stampatore (povero cristo) funzionava bene.
- Ci sono quelli avveduti che ragionano insieme allo stampatore sul risultato da ottenere e cercano un procedimento congiunto: "io espongo così, tu sviluppi colà, e stampi costì". Sono quelli con cui si lavora meglio ma sono rari.
Onestamente traggo più soddisfazione dai fotoamatori, quelli odierni, oramai di nicchia, sono molto più esperti, oppure attenti ai consigli datigli per affinare il processo.
In ogni caso lo stampatore DEVE essere capace di stampare qualsiasi cosa gli arrivi, anche quei negativi cosiddetti impossibili.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Ok, lo immaginavo.
immaginavo anche che il fotoamatore diciamo 'avanzato' potesse portare materiale 'migliore' per la stampa.
come dicevo prima, la cosa che mi interessava era capire quanto è bravo lo stampatore e quanto il fotografo.
ribadisco: NON sto parlando di contenuti!
parlo solo dal lato tecnico della stampa.
immaginavo anche che il fotoamatore diciamo 'avanzato' potesse portare materiale 'migliore' per la stampa.
come dicevo prima, la cosa che mi interessava era capire quanto è bravo lo stampatore e quanto il fotografo.
ribadisco: NON sto parlando di contenuti!
parlo solo dal lato tecnico della stampa.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
- Ci sono quelli che ottengono un risultato da una certa combinazione pellicola/esposizione/sviluppo e non si schiodano da lì nemmeno morti perché non sanno che risultati avrebbero cambiando, e non hanno voglia di sperimentare.
E', questo, il caso di Gianni Berengo Gardin.
Mimmo Jodige stampa in casa una copia che consegna poi allo stampatore nel caso di molti ordini.
Chiaramente ho citato un grandissimo fotografo, il primo, ed il Louvre, il secondo.... (chiaramente Jodige non fa testo per via della sua altezza intellettuale)
E', questo, il caso di Gianni Berengo Gardin.
Mimmo Jodige stampa in casa una copia che consegna poi allo stampatore nel caso di molti ordini.
Chiaramente ho citato un grandissimo fotografo, il primo, ed il Louvre, il secondo.... (chiaramente Jodige non fa testo per via della sua altezza intellettuale)
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Non ho capito perché Jodice è il Louvre... ?
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Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Leggendo il suo libro "Exemples" sono rimasto stupito di quante immagine abbia lamentato difficoltà di stampa-Sandro- ha scritto:Voglio dire: un Adams che parte dallo scatto ed arriva alla stampa con tutti i suoi metodi, calcoli, pippe e quant'altro, credo che riesca a controllare ogni singolo elemento del processo volto ad arrivare ad un risultato.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
A parte che è Jodice e non Jodige, sei così sicuro che Berengo Gardin non sappia usare altro e non abbia mai sperimentato (cosa poi non si sa)?karlo ha scritto:- Ci sono quelli che ottengono un risultato da una certa combinazione pellicola/esposizione/sviluppo e non si schiodano da lì nemmeno morti perché non sanno che risultati avrebbero cambiando, e non hanno voglia di sperimentare.
E', questo, il caso di Gianni Berengo Gardin.
Mimmo Jodige stampa in casa una copia che consegna poi allo stampatore nel caso di molti ordini.
Chiaramente ho citato un grandissimo fotografo, il primo, ed il Louvre, il secondo.... (chiaramente Jodige non fa testo per via della sua altezza intellettuale)
Ti giuro che non è una domanda polemica, solo per capire, dato che spesso in rete si leggono tante cose e non si sa mai a chi dare credito.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Data la fotografia di Gardin, direi che introdurre altre variabili, oltre a quelle ambientali in fase di ripresa, sarebbe altamente controproducente.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Anche in questo caso mi piacerebbe capire se sono tue considerazioni personali o se ci hai parlato di persona.elettrico ha scritto:Data la fotografia di Gardin, direi che introdurre altre variabili, oltre a quelle ambientali in fase di ripresa, sarebbe altamente controproducente.
Re: I Grandi Fotografi ed il negativo
Certo che sono mie considerazioni personali.NNNN_AAAA ha scritto:Anche in questo caso mi piacerebbe capire se sono tue considerazioni personali o se ci hai parlato di persona.elettrico ha scritto:Data la fotografia di Gardin, direi che introdurre altre variabili, oltre a quelle ambientali in fase di ripresa, sarebbe altamente controproducente.
Ho semplicemente fatto un ragionamento.
Il tipo di fotografia di Gardin direi che lascia poco spazio alle sperimentazioni.
Forse in gioventù, chissà.
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