Ciao,
dopo aver letto tutti i risultati derivanti da questa ricerca search.php?st=0&sk=t&sd=d&sr=posts&keyw ... &start=200 non ho trovato nulla che facesse al caso mio.
Per tale motivo, apro un nuovo thread nella speranza che qualcuno possa aiutarmi.
Posseggo due rolleiflex, una con e una senza esposimetro.
Quella CON è una PLANAR2.8E2. Quando la acquistai, feci 400km a/r per toccarla con mano. Verificai anche l'esposimetro e funzionava (o almeno, diciamo che l'ago si muoveva a seconda della quantità di luce che colpiva le celle di selenio).
Tornato a casa (non ricordo bene in quale momento, ma piuttosto subito) l'esposimetro ha smesso di funzionare.
I sintomi sono i seguenti: l'ago è fermo nella zona "rossa", non risponde ai cambi di luce bensì risponde solo se tocco con i polpastrelli le celle in selenio della parte sinistra (guardano la macchina frontalmente) della "barra" (perdonatemi se non conosco i nomi propri di questi componenti).
Vorrei capire che problema ha questo esposimetro, in modo da chiarire se è morte certa o se c'è speranza di ripararlo.
Che test potrei fare per capire qual'è il problema? Come faccio a capire se le celle si sono esaurite (quindi pace) o se c'è qualcos'altro di riparabile?
grazie a voi sapienti.
fg
Esposimetro Rolleiflex, come capire che problema ha?
Moderatore: etrusco
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Re: Esposimetro Rolleiflex, come capire che problema ha?
Il selenio non si esaurisce, mi spiace smontare una credenza biblica.
Ciò che interrompe il funzionamento delle celle al selenio è la delicatissima pista conduttiva che veniva deposta sullo strato di selenio amorfo onde poter raccogliere il flusso elettrico e ricevere la saldatura dei reofori.
Sul selenio non è possibile fare saldature, si sfonda immediatamente, e rideporre lo strato in metallo conduttivo è fuori dalla portata dei comuni mortali.
A volte, banalmente, si stacca qualche filo, si ossida qualche saldatura. Su alcuni modelli il contatto con il catodo di ferro dolce su cui è deposto l'anodo di selenio è una molla che vi si arrugginisce contro.
Insomma, sono sempre problemi di contatto elettrico, a volte risolvibili, a volte no.
Ho ancora la cella conduttiva di una canonflex del 59 a cui sono semplicemente "evaporate" le piste conduttive (è probabilmente questa l'azione usurante della luce). Puntando un tester tra il catodo e la superficie di selenio vi è la lettura di tensione, quindi la cella funziona, ma ahimé è impossibile saldarci sopra alcunché.
La pista conduttiva deve essere lunga per raccogliere molti elettroni dalla superficie, a volte venivano deposte più piste collegate tra loro, ogni casa faceva a modo suo. Saldare un filo su un angolo della cella, magari tenuto premuto con una molla per evitare la saldatura non funziona. Un punto non raccoglia abbastanza luce.
Insomma: fotoripatore, e che sappia il fatto suo.
Ciò che interrompe il funzionamento delle celle al selenio è la delicatissima pista conduttiva che veniva deposta sullo strato di selenio amorfo onde poter raccogliere il flusso elettrico e ricevere la saldatura dei reofori.
Sul selenio non è possibile fare saldature, si sfonda immediatamente, e rideporre lo strato in metallo conduttivo è fuori dalla portata dei comuni mortali.
A volte, banalmente, si stacca qualche filo, si ossida qualche saldatura. Su alcuni modelli il contatto con il catodo di ferro dolce su cui è deposto l'anodo di selenio è una molla che vi si arrugginisce contro.
Insomma, sono sempre problemi di contatto elettrico, a volte risolvibili, a volte no.
Ho ancora la cella conduttiva di una canonflex del 59 a cui sono semplicemente "evaporate" le piste conduttive (è probabilmente questa l'azione usurante della luce). Puntando un tester tra il catodo e la superficie di selenio vi è la lettura di tensione, quindi la cella funziona, ma ahimé è impossibile saldarci sopra alcunché.
La pista conduttiva deve essere lunga per raccogliere molti elettroni dalla superficie, a volte venivano deposte più piste collegate tra loro, ogni casa faceva a modo suo. Saldare un filo su un angolo della cella, magari tenuto premuto con una molla per evitare la saldatura non funziona. Un punto non raccoglia abbastanza luce.
Insomma: fotoripatore, e che sappia il fatto suo.
Ultima modifica di -Sandro- il 16/01/2018, 19:05, modificato 2 volte in totale.
Re: Esposimetro Rolleiflex, come capire che problema ha?
Finalmente qualcuno che la dice come è, nonostante i chiarimenti più volte scritti, ho letto negli ulti 3 giorni per ben quattro volte la storia del selenio "esaurito". La storia che ci racconta gioffry però da questo punto di vista è esemplare ha potuto osservare che l'esposimetro ha smesso di funzionare "da un momento all'altro" e questo solo fatta dimostra che non è "esaurimento"-Sandro- ha scritto:Il selenio non si esaurisce, mi spiace smontare una credenza biblica.
Ciò che interrompe il funzionamento delle celle al selenio è la delicatissima pista conduttiva che veniva deposta sullo strato di selenio amorfo onde poter raccogliere il flusso elettrico e ricevere la saldatura dei reofori.
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Esposimetro Rolleiflex, come capire che problema ha?
Quindi se ho capito bene non c’è modo di conoscere il problema per capire se è il caso di investire per risolverlo oppure no. Bisogna necessariamente rivolgersi ad un fotoriparatore anche per la diagnosi.
Detto ciò: chi c’è sul mercato italiano a cui potrei consentire di toccare la mia rolleiflex?
Detto ciò: chi c’è sul mercato italiano a cui potrei consentire di toccare la mia rolleiflex?
Re: Esposimetro Rolleiflex, come capire che problema ha?
A milano potresti rivolgerti a Compagnoni https://www.compagnonimarco.com oppure Boscoli http://www.boscoli.it
Boscoli è un fotoriparatore storico, Compagnoni più recente ma pare sia in gamba.
Spero di esserti stato d'aiuto
Boscoli è un fotoriparatore storico, Compagnoni più recente ma pare sia in gamba.
Spero di esserti stato d'aiuto
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