Tiraggio della pellicola: a che serve?
Mettiamo caso che mi trovo in un posto abbastanza buio e non posso / voglio usare il Flash.
Normalmente uso una pellicola di ISO adeguati, ma se questa non è disponibile?
Tutte le pellicole hanno un valore di ISO proprio, ma quando questo si dimosra insufficiente si può "tirare", ovvero scattare utilizzandole come se avessero un valore di ISO più alto.
Di solito è meglio non eccedere, max 2 stop. L'importante è avvisare il lab che la pellicola è tirata, o se si sviluppa in proprio, consultare le tabelle con i tempi di sviluppo per quel dato valore di ISO ( E quì entra in gioco Digitaltruth)
Chiaramente le foto ottenute non saranno come se si avesse usato il valore di ISO nominale, si appiattiranno e saranno di qualità diversa. Inoltre non tutte le pellicole si prestano al tiraggio, con alcune si otterranno risultati migliori, con altre peggiori. Sta all'esperienza del fotografo capire bene quando e quanto tirare.
Spero di essere stato chiaro!
Ciao
Federico
Tiraggio della pellicola
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Tiraggio della pellicola
Non importa quante volte vai al tappeto. L'importante è rialzarsi e continuare a combattere.[/i]
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Re: Tiraggio della pellicola
Tirando, se non sbaglio, è come se "sottoesponessimo" la pellicola giusto?
Mi spiego ....
se per 400 ISO l'esposizione corretta fosse 1/60 - F5.6, tirando a @800 ISO sulla reflex la corretta exp sarà la coppia equivalente 1/125 - f 5.6 o 1/60 - f 8....per cui stiamo dando "meno" luce di quella nominale alla nostra pellicola.
Questo implica due cose:
1 - o correggiamo sovraesponendo in fase di scatto (ma allora perchè tirare la pellicola)
2 - o correggiamo in fase di sviluppo aumentando i tempi forniti dal produttore
Altrimenti le nostre foto verranno tutte "più chiare" del normale....o sbaglio?
Mi spiego ....
se per 400 ISO l'esposizione corretta fosse 1/60 - F5.6, tirando a @800 ISO sulla reflex la corretta exp sarà la coppia equivalente 1/125 - f 5.6 o 1/60 - f 8....per cui stiamo dando "meno" luce di quella nominale alla nostra pellicola.
Questo implica due cose:
1 - o correggiamo sovraesponendo in fase di scatto (ma allora perchè tirare la pellicola)
2 - o correggiamo in fase di sviluppo aumentando i tempi forniti dal produttore
Altrimenti le nostre foto verranno tutte "più chiare" del normale....o sbaglio?
Pssss, Hei! ... Ti sei ricordato di registrare la tua camera oscura su darkroom locator?
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Re: Tiraggio della pellicola
Devi coreggere aumentando i tempi di sviluppo, da tabelle reperibili online.
E' una tecnica che trovo utile in situazioni estreme, ad es. concerti con tele generosi, già poco luminosi di loro, più la distanza dei soggetti....
E' una tecnica che trovo utile in situazioni estreme, ad es. concerti con tele generosi, già poco luminosi di loro, più la distanza dei soggetti....
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Re: Tiraggio della pellicola
L'importante è ricordarsi di tirare tutto il rullo, non come ho fatto io che me ne sono dimenticato a metà (sprecando praticamente 15 scatti)
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Re: Tiraggio della pellicola
Precisiamo alcune cose!
La tecnica del tiraggio dovrebbe essere usata NON per aumentare la sensibilità ma per regolare il contrasto del negativo in base al contrasto della scena.
Tirare la pellicola equivale, nel sistema zonale di Adams, ad usare uno sviluppo N+1 o N+2. Questo si fa quando, dopo aver misurato, con un esposimetro spot, la luminosità delle luci e quella delle ombre si ha una differenza inferiore alle 5-6 zone; allora si 'tira' la pellicola in modo che sul negativo si abbia la differenza delle 5-6 zone desiderate.
Quando invece la scena è già di per se contrastata (caso tipico delle scene di teatro) questa tecnica fornisce risultati molto scadenti perchè aggiunge al contrasto già presente quello ulteriore dello sviluppo; fa perdere i dettagli nelle ombre e nelle alte luci e la stampa appare 'gesso e carboncino' ovvero priva dei mezzi toni che sono il sale della fotografia.
La tecnica del tiraggio dovrebbe essere usata NON per aumentare la sensibilità ma per regolare il contrasto del negativo in base al contrasto della scena.
Tirare la pellicola equivale, nel sistema zonale di Adams, ad usare uno sviluppo N+1 o N+2. Questo si fa quando, dopo aver misurato, con un esposimetro spot, la luminosità delle luci e quella delle ombre si ha una differenza inferiore alle 5-6 zone; allora si 'tira' la pellicola in modo che sul negativo si abbia la differenza delle 5-6 zone desiderate.
Quando invece la scena è già di per se contrastata (caso tipico delle scene di teatro) questa tecnica fornisce risultati molto scadenti perchè aggiunge al contrasto già presente quello ulteriore dello sviluppo; fa perdere i dettagli nelle ombre e nelle alte luci e la stampa appare 'gesso e carboncino' ovvero priva dei mezzi toni che sono il sale della fotografia.
Re: Tiraggio della pellicola
A colori c'è un processo standard e si può giocare solo sul tempo di sviluppo. Il che comprta anche un aumento di contrasto non indifferente. In BN si può usare uno sviluppo che non faccia chiudere troppo le ombre. Così 2 stop si possono recuperare facilmente, ma anche di più (in passato ho fatto degli esperimenti e, ad es., con l'FP4 sono arrivato anche a 1600 asa, ma 2 stop danno ancora risultati ottimi)Coglians79 ha scritto:Tiraggio della pellicola: a che serve?
Mettiamo caso che mi trovo in un posto abbastanza buio e non posso / voglio usare il Flash.
Normalmente uso una pellicola di ISO adeguati, ma se questa non è disponibile?
Tutte le pellicole hanno un valore di ISO proprio, ma quando questo si dimosra insufficiente si può "tirare", ovvero scattare utilizzandole come se avessero un valore di ISO più alto.
Di solito è meglio non eccedere, max 2 stop. L'importante è avvisare il lab che la pellicola è tirata, o se si sviluppa in proprio, consultare le tabelle con i tempi di sviluppo per quel dato valore di ISO ( E quì entra in gioco Digitaltruth)
Chiaramente le foto ottenute non saranno come se si avesse usato il valore di ISO nominale, si appiattiranno e saranno di qualità diversa. Inoltre non tutte le pellicole si prestano al tiraggio, con alcune si otterranno risultati migliori, con altre peggiori. Sta all'esperienza del fotografo capire bene quando e quanto tirare.
Spero di essere stato chiaro!
Ciao
Federico
- lorenzo_mc
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Re: Tiraggio della pellicola
Domanda:
questa estate ho montato il mio primo rullino di Tmax 3200 ma la macchina arriva a 1600 come impostazione. Quindi, in pratica, ho sovraesposto ogni scatto di uno stop. Tale sovraesposizione è stata compensata dallo sviluppo. Ma in termine qualitativi cosa ha comportato tutto ciò sulla qualità del risultato finale?
questa estate ho montato il mio primo rullino di Tmax 3200 ma la macchina arriva a 1600 come impostazione. Quindi, in pratica, ho sovraesposto ogni scatto di uno stop. Tale sovraesposizione è stata compensata dallo sviluppo. Ma in termine qualitativi cosa ha comportato tutto ciò sulla qualità del risultato finale?
Re: Tiraggio della pellicola
Cito la mia esperienza per aggiungere un piccolo contributo alla discussione.
Ho lavorato spesso con pellicole Ilford HP5 e, soprattutto, Delta 400 tirate a 400 ISO, laddove avevo esigenza di fotografare in condizioni di scarsa luce e senza l'ausilio del flash (tipicamente, sagre, feste paesane, processioni, est.). Espongo la pellicola a 3200, d'altro canto, la necessità è proprio quella di lavorare con tempi di esposizione brevi. Nello sviluppo ho seguito le istruzioni della Ilford (rivelatore Microphen o, in sua assenza, ID-11).
I risultati sono sempre stati molto soddisfacenti ed in linea con quanto riportato dalla letteratura in merito: contrasti molto accentuati (il tiraggio fa impennare la curva caratteristica della pellicola, lasciando invariate le ombre ed esaltando le alte luci) che danno risalto alle situazioni e le atmosfere (v. esempio). Naturalmente, si paga uno scotto in termini di grana, nettemente accentuata, ma anche questa, secondo me, contribuisce a sottolineare certe atmosfere.
Altra esperienza è quella del sottosviluppo, finalizzato ad attenuare i contrasti e preservare le alte luci, soprattutto in situazioni laddove la gamma tonale supera i 5 stop. In sostanza, il processo è inverso, il sottosviluppo rende meno ripida la curva caratteristica; in fase di ripresa, sottoespongo di 1/2 stop ca., per preservare le alte luci. Ho usato questa tecnica finora solo con la Ilford FP4, ma con molta soddisfazione :P . Anche in questa circostanza, ho seguito le istruzioni della casa, usando Perceptol come rivelatore.
Ho lavorato spesso con pellicole Ilford HP5 e, soprattutto, Delta 400 tirate a 400 ISO, laddove avevo esigenza di fotografare in condizioni di scarsa luce e senza l'ausilio del flash (tipicamente, sagre, feste paesane, processioni, est.). Espongo la pellicola a 3200, d'altro canto, la necessità è proprio quella di lavorare con tempi di esposizione brevi. Nello sviluppo ho seguito le istruzioni della Ilford (rivelatore Microphen o, in sua assenza, ID-11).
I risultati sono sempre stati molto soddisfacenti ed in linea con quanto riportato dalla letteratura in merito: contrasti molto accentuati (il tiraggio fa impennare la curva caratteristica della pellicola, lasciando invariate le ombre ed esaltando le alte luci) che danno risalto alle situazioni e le atmosfere (v. esempio). Naturalmente, si paga uno scotto in termini di grana, nettemente accentuata, ma anche questa, secondo me, contribuisce a sottolineare certe atmosfere.
Altra esperienza è quella del sottosviluppo, finalizzato ad attenuare i contrasti e preservare le alte luci, soprattutto in situazioni laddove la gamma tonale supera i 5 stop. In sostanza, il processo è inverso, il sottosviluppo rende meno ripida la curva caratteristica; in fase di ripresa, sottoespongo di 1/2 stop ca., per preservare le alte luci. Ho usato questa tecnica finora solo con la Ilford FP4, ma con molta soddisfazione :P . Anche in questa circostanza, ho seguito le istruzioni della casa, usando Perceptol come rivelatore.
"C'è differenza tra una bella ed una buona fotografia. La prima risponde all'estetica, la seconda risponde alla realtà, al racconto veritiero di una storia, scolpita nella lingua della vita e non solo nella forma".
Gianni Berengo Gardin
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