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Il Carl Zeiss Jena 135/3,5 è l'estrema propaggine del perfettissimo 135/4 nato per la Contax a telemetro ed è un'ottica che, con il suo impareggiabile compromesso di plasticità e rigorosa, poetica lettura di luci ed ombre, diviene anch'esso interlocutore del dialogo artistico, tra il soggetto, il fotografo ed il supporto sensibile.

Elmar Lang ha scritto:Il Carl Zeiss Jena 135/3,5 è l'estrema propaggine del perfettissimo 135/4 nato per la Contax a telemetro ed è un'ottica che, con il suo impareggiabile compromesso di plasticità e rigorosa, poetica lettura di luci ed ombre, diviene anch'esso interlocutore del dialogo artistico, tra il soggetto, il fotografo ed il supporto sensibile.

NO GO CAPIO UN OSTIA ma lo compro lo stesso!!!
Il Flektogon zebrato 35/2.8 mi è piaciuto un sacco anche se la maf stride un pochino.

Max

I grandangoli retrofocus della Zeiss di Jena, sono un discorso a parte, zebra o no che siano.

Con essi si raggiungono momenti di estasi icònica, quasi che attraverso le loro lenti il fotografo, con le immagini create, tornasse alle origini umane ricelebrando il rito primigenio del totemismo riappropriativo mediante l'atto figurale; inoltre, l'ampiezza dell'angolo di ripresa, trasforma la fotografia in un gesto ecumenico, di totale abbraccio di una realtà trasfigurata (verklärte Warheit) grazie alla perfezione ottica, voluta dai tecnici di Jena.

Povero Elmar, bisogna curarlo, chi gli sta vicino provveda.

Estasi mistica indotta dall'intossicazione da vetro!

Vetro radioattivo?
Scherzo, mi piace il suo approccio tra il filosofico e il mistico.
Io sono più prosaico e, come per il vino, ignorate: giudico solo per il gusto.
Un esempio: ho avuto un summicron 50/2, nella versione III (da quello che leggo non la più apprezzata). A lui gli ho preferito il 40/2, il summicron dei poveracci.