A piedi con la pellicola

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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Elmar Lang
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Elmar Lang »

Anch'io sono un collezionista, sebbene in settore diverso da quello fotografico. Il mio "tarlo", spesso mi induce anche ad acquistare qualche fotocamera "strana" e per me quindi interessante, che deve però essere usabile.

Mi accorgo di usare talvolta degli anglicismi: dico e scrivo "computer" che vuol dire esattamente "calcolatore", ecc.

Mi sforzo comunque di usare -in italiano- la corretta terminologia, che nulla toglie alla comprensibilità di un testo.

Amo l'inglese, come lingua e la sua letteratura. Per lavoro, mi trovo a doverla usare giornalmente, assieme al tedesco.
Pure il tedesco, sta assorbendo numerosi anglicismi, che per la comune origine delle due lingue, riescono ad adattarsi senza eccessivi "scossoni", pur restando dei mostri linguistici.

Lo "stop-down": letteralmente "a chiusura del diaframma"; in contrasto con "a tutta apertura" (questo concetto, pressoché sempre espresso in italiano!).

Molti perfezionamenti in fotografia, son stati introdotti in lingua inglese, se non altro nelle pubblicazioni tecniche. Da ciò, magari, la diffusione di termini in inglese.

Se si prendessero in mano vecchie annate (anni 60-70), si noterà che l'uso di buona terminologia italiana era ancora diffusissimo.

Per restare nell'ambito della mia precedente osservazione, ritengo che non vi sia nulla di retrogrado o antiprogresso, sostenere che "iter" sia il termine che meglio esprima il "percorso" che si fa per giungere ad un risultato o ad una meta. Un lavoro, è una successione di operazioni, o di azioni, che portano allo scopo per il quale esso è stato intrapreso: un "iter", appunto. Non un flusso...


"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)

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tonyrigo
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da tonyrigo »

Caro ELMAR,

alla fine la pensiamo allo stesso modo.

Ricordo bene le riviste di quegli anni: di inglese, salvo lo stop down, non c'era proprio niente!

Purtroppo o per fortuna l'inglese sta pervadendo la ns. vita: è la lingua dell'economia, è la lingua della scienza, è la lingua dei social.

La ns. cultura latina si sta diluendo, così come la ns. coltura occidentale ed in quest'ultimo caso il diluente non è solo l'inglese.

Ma questo è un altro discorso ...
Sa chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa, perchè sa che nulla sa.
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popecide
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da popecide »

NikMik ha scritto:Bè, contro il fuoco e la stupidità non c'è supporto che tenga... diciamo che quella analogica è una conservazione passiva (stanno lì finché non li distruggi), quella dei files è attiva, cioè se non fai nulla si perdono.
Proprio ieri il mio fisioterapista, fotografo digitale, mi raccontava del fatto di aver bruciato un intero hard disk con foto fatte in america a causa del ripetuto passaggio sotto gli scanner aeroportuali, per via degli scali.
Noi almeno abbiamo le bustine foderate di piombo...
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Elmar Lang
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da Elmar Lang »

Un mio conoscente, è andato (fortunato lui!) in un viaggio in Corea del Nord, portandosi vari rullini di pellicola, che alla dogana aeroportuale, hanno voluto controllare tutti, "manualmente", sia esposti, che vergini, estraendo la pellicola dalle cartucce, in alcuni casi, mi ha riferito, con un apribottiglie, in quelli la cui coda era completamente riavvolta.
Si sono salvate le sole foto scattate con una compatta digitale, che erano su una delle due schedine, estratta dalla fotocamera e messa in una taschina della custodia,che passò inosservata ai zelanti poliziotti di frontiera.
Questo, ad onor di cronaca, anche se siamo ad un caso limite...
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ammazzafotoni
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Re: A piedi con la pellicola

Messaggio da ammazzafotoni »

tonyrigo ha scritto: Ma questo è un altro discorso ...
Offtopic per offtopic... Spero si sappia che la "cultura occidentale" è tale, ovvero variegata, piena di usanze diverse, foriera di arti e scienze, poiché composta nel tempo da estreme mescolanze e rimescolanze di culture, influenze, invasioni, transumanze di culture e geni, coinvolgenti tutta la zona spaziante dal centro-nordafrica fino a lambire il polo nord, dall'Atlantico agli Urali, senza escludere influenze ancora più distanti; a meno che non cambiamo forzosamente significato alla parola "occidentale".

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