avendo visto una leica del 34 ho notato che i tempi ed i diaframmi non corrispondono a quelli più recenti:
ad esmpiodiaframma 18 invece di 16 e tempo 1/100 invece di 1/125 come utilizzo la regola del 16
su questa macchine ? con 100 invece di 125 e 18 al posto di 16 ?
regola del 16 su macchine tipo leica
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Ciao,
Io cercherei gli EV risultanti dalle varie combinazioni diaframma/tempo per poi confrontarli con quelli delle accoppiate della regola del 16.
In passato ho usato questa pagina per trovare l'EV risultante da a f6.3 1/100: https://www.scantips.com/lights/exposurecalc.html
Davide
Io cercherei gli EV risultanti dalle varie combinazioni diaframma/tempo per poi confrontarli con quelli delle accoppiate della regola del 16.
In passato ho usato questa pagina per trovare l'EV risultante da a f6.3 1/100: https://www.scantips.com/lights/exposurecalc.html
Davide
Re: regola del 16 su macchine tipo leica
grazie interessantissimo quel sito
- chromemax
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Sono ignoranterrimo sulle fotocamere d'epoca ma siamo sicuri che il numero che rappresenta il diaframma sull'ottica del 1934 sia effettivamente compatibile e/o confrontabile con il valore f/ attuale?
- Elmar Lang
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Se con pochi Euro trovi un esposimetro Weston Master-II o V (tra i due, il secondo è il migliore nell'uso pratico, non dovendo convertire i valori di sensibilità dai gradi Weston agli ASA), troverai sul disco calcolatore la scala con tutti i valori di diaframma, compresi quelli "obsoleti", quale il fatidico 6,3 che sul Weston appunto, mostra, tra 5,6 ed 8, i valori di 6,3 e 7. Così come troverai il diaframma con valore "18" ed i tempi di posa secondo la vecchia scala che contiene anche il 100esimo di secondo.
Se vuoi applicare la "regola del 16", considera 6,3 collocato tra 5,6 ed 8, magari "più vicino" a 5,6. f:18 ed f:20, sono a loro volta situati tra 16 e 22. Tutte differenze che anche in una misurazione più accurata, salvo precisissime misurazioni in quarti-di-stop, sarebbero comunque compensate dalla latitudine di posa.
Se vuoi applicare la "regola del 16", considera 6,3 collocato tra 5,6 ed 8, magari "più vicino" a 5,6. f:18 ed f:20, sono a loro volta situati tra 16 e 22. Tutte differenze che anche in una misurazione più accurata, salvo precisissime misurazioni in quarti-di-stop, sarebbero comunque compensate dalla latitudine di posa.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Penso di si infatti in Europa si è sempre usato il sistema della apertura geometrica uguale al rapporto tra focale e diametro della pupilla. Al contrario delle numerazioni prime USA basate su numeri convenzionali come una scala simile agli F-stop ma molto più "crescente" in cui l'unico punto in comune è il 16 mentre F 1:4 è pari a U.S. 1 e F 1:22 è pari a U.S. 32, oppure ancora la scala usata sulle prime Kodak che avevano dei numeri di fantasia (1, 2, 3, 4)flottero ha scritto:avendo visto una leica del 34 ho notato che i tempi ed i diaframmi non corrispondono a quelli più recenti:
ad esmpiodiaframma 18 invece di 16 e tempo 1/100 invece di 1/125 come utilizzo la regola del 16
su questa macchine ? con 100 invece di 125 e 18 al posto di 16 ?
Basandomi però sul fatto che f:18 è un poco più chiuso di f:16 e 1/100 fa èntrare un pò più di luce di 1/125 è da ritenere l'esposizione a F:18 1/100 equivalente (più o meno) a F:16 1/125 e da qui è ragionevole costruirsi una "regola del 18"
Magari un pò di deviazione ci sarà, ma tanto è la regola del 16.
P.S. il sistema U. S. veniva usato in America ma le due lettere non stanno per stati uniti, ma per "Uniform System"
https://www.sizes.com/tools/uniform_system.htm
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
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- Elmar Lang
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Volendo approfondire, e facendo seguito al mio post di poco sopra, consiglio anche di far riferimento al prezioso "Per Riuscire in Fotografia" del Dott. G. Castruccio; Milano, "Il Corriere Fotografico ed.", 1922 (III Ediz., 1928), ove a pagg. 218-222 sono riportate tutte le principali scale di diaframmi adottate al tempo oltre, nelle pagine precedenti, chiare spiegazioni sul come venissero calcolate le aperture di diaframma delle ottiche.
E' un bel volume reperibile girando per mercatini o presente in quasi tutte le biblioteche pubbliche.
Il mio esemplare, lo trovai nel 1980, in una delle allora tante "librerie" attorno alle colonne dei portici di v. Cernaia a Torino.
E' un bel volume reperibile girando per mercatini o presente in quasi tutte le biblioteche pubbliche.
Il mio esemplare, lo trovai nel 1980, in una delle allora tante "librerie" attorno alle colonne dei portici di v. Cernaia a Torino.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
ho già il V non ci avevo fatto caso che ha quei parametri grazie della drittaElmar Lang ha scritto:Se con pochi Euro trovi un esposimetro Weston Master-II o V .
Re: regola del 16 su macchine tipo leica
su ebay si trova ma a che prezzi 90 € !Elmar Lang ha scritto:Volendo approfondire, e facendo seguito al mio post di poco sopra, consiglio anche di far riferimento al prezioso "Per Riuscire in Fotografia" del Dott. G. Castruccio; Milano, "Il Corriere Fotografico ed.", 1922 (III Ediz., 1928), o
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Re: regola del 16 su macchine tipo leica
Lieto di averti dato un'utile dritta. Il Weston Master V è un magnifico strumento, è giusto ricordarlo.flottero ha scritto: (...)
ho già il V non ci avevo fatto caso che ha quei parametri grazie della dritta
Il volume di Castruccio è purtroppo divenuto assai costoso, ma come ho detto, quasi sicuramente, lo si trova in biblioteca. La sua utilità è soprattutto qualora si volessero interpretare le obsolete scale dei diaframmi. Nel caso, basta fotografare con lo smartphone le pagine che interessano.
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(Erwin Rommel)
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