Analogica.it

Diciamo che se non hai occhio previsualizzante sui trattamenti postumi alla stampa è consigliabile seleniare pure i provini scalari e farne una attenta valutazione da secchi.
Il selenio non cambia solo i toni ma pure contrasto, densità e distribuzione dei toni e ciò deve far parte delle considerazioni pre stampa.
Se si passa un'ottima stampa nel selenio il risultato sarà una pessima stampa.
Insomma il selenio fa considerato alla pari dell'esposizione e del contrasto.

impressionando ha scritto: ↑

31/01/2020, 22:17

Diciamo che se non hai occhio previsualizzante sui trattamenti postumi alla stampa è consigliabile seleniare pure i provini scalari e farne una attenta valutazione da secchi.
Il selenio non cambia solo i toni ma pure contrasto, densità e distribuzione dei toni e ciò deve far parte delle considerazioni pre stampa.
Se si passa un'ottima stampa nel selenio il risultato sarà una pessima stampa.
Insomma il selenio fa considerato alla pari dell'esposizione e del contrasto.

In realtà l’avevo per la stessa carta Fomabrom Variant ma, come scrivevo, sviluppata con prodotti contenenti acido ascorbico e che mi davano tempi di viraggio parziale da 8/12 minuti fino anche a 30 (in funzione della temperatura e della freschezza della soluzione).
Non avrei mai immaginato che usando un rivelatore all’idrochinone lo stesso selenio diluito come sempre, cambiasse così drasticamente comportamento.

Vabbè, ma se piace alla moglie piace a tutti! A parte gli scherzi, con multigrade 1+9 e fomabrom variant lucida io sto sui 2 minuti scarsi nel selenio 1+40 a 20 gradi quando voglio "rinforzare" i neri e comunque il tono un po' cambia. Sugli 8 minuti diventa quasi melanzana e perdo l'effetto di rinforzo solo sui neri. Non sapevo che con gli sviluppi a base di acido ascorbico i tempi in selenio cambiassero, ho preparato dal poco uno sviluppo "eco" stile E72 da usare 1+3, si comporta bene ma non avevo pensato che col selenio la stampa così sviluppata potesse reagire diversamente, grazie della dritta.

Livio83 ha scritto: ↑

31/01/2020, 23:13

grazie della dritta.

Non so se è una dritta o meno, a me è successo così. Sei tu invece che me l’hai data: smorzerò il selenio fino a 1+40.
Venti gradi in CO li ho solo in primavera e a fine estate, quindi sono in completa balia della temperatura.

Con 1+40 io mi sono trovato decisamente meglio, lavora più lentamente e varia meno il tono se usato solo per rinforzare i neri alla fomabrom variant 111. Per quanto riguarda la sbianca rialogenante puoi usare quella già pronta nei kit dei viraggi seppia oppure fartela in casa con ferricianuro+bromuro con la dose di bromuro di 1/3 abbondante rispetto a quella di ferricianuro, ad esempio 30g di ferricianuro e 12 bromuro in un litro (Ghedina). Sbianchi la stampa a fondo, la lavi per bene e la sviluppi di nuovo in un rivelatore per carta e poi stop fix e lavaggio. Ma visti i tempi del procedimento e la non certezza del risultato forse ti conviene ristampare direttamente da capo.

Io ho notato che con questo procedimento, che ho praticato alcune volte, la stampa sbiancata e risviluppata porta un contrasto maggiore, o per meglio dire i neri più neri e meno dettagliati. Un risultato che somiglia un po’ ad una bruciatura con grado 5 su una stampa di grado 2

Quante cose si imparano qui su Analogica.
Non ho ancora deciso il destino della stampa, perché oggi il cielo è coperto e la luce bluastra, però la tonalità marroncina non è poi così male (assai meglio della violacea da stampa bagnata).
Sarei però curioso di provare il processo di sbianca, per vedere cosa ne uscirebbe.

E prova con una stampa di questa foti che è destinata al cestino però

Eccola qui: alla fine il tocco marroncino mi pare che ci stia bene.
Che ne pensate?

Sì a me piace, una bella intonazione calda. Bravo!