Analogica.it

Nazario ha scritto:A me personalmente le foto di Salgado piacciono tantissimo e lo reputo un grandissimo fotografo, come d'altronde altri.
Ho visto varie mostre di fotografiche di vari autori a livello mondiale e sinceramente non mi sono mai posto il problema se fossero digitali o analogiche, Guardo altro!
Ritengo che la fotografia (Digitale o Pellicola) sia un mezzo fantastico per far comprendere all'osservatore il sentimento che il fotografo prova nel momento dello scatto, cosa che oggi manca a tanti foto amatori e fotografi professionisti, e parlo della famosa visione fotografica, che rimane un dono ricevuto.
Mi meraviglio di leggere in un forum come questo simili affermazioni!
Buona Sera.

Mi associo, d’altronde anche la capacità di dividere i giudizi indica che, nel bene o nel male, non si rimane indifferenti davanti alla sua opera che personalmente trovo grandiosa in alcuni casi come quando fotografò le miniere, mi sembra fossero in Brasile. Nelle foto, ma come nei film nei libri o qualsiasi altra forma d’arte conta l’emozione che l’autore riesce a trasmettere e alcune delle sue foto raggiungono in pieno questo risultato (ovviamente per me). Poi se le stampa è in digitale, in analogico o sulla carta igienica a mio avviso non cambia molto.


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Poi se le stampa è in digitale, in analogico o sulla carta igienica a mio avviso non cambia molto

Se stai parlando dei diversi supporti che possono contenere un informazione, o dei diversi sistemi usati per fotografare/stampare, concordo.
Ma io pretendo che l'informazione oltre che avere un contenuto, sia esposta in una forma coerente.
Una stampa contrastata non da le stesse sensazioni di una stampa morbida, una stampa in low key, dove per vedere alcuni dettagli bisogna tirar fuori tutte le diottrie rimaste, non è la stessa cosa di una stampa HDR dove le ombre praticamente non esistono.
La forma in fotografia è come la grammatica nella scrittura, normalmente si segue poi, ben inteso,se uno ne ha le capacità può anche "trasgredire" ma, a mio avviso, ogni "trasgressione" deve essere motivata, una coerenza con il messaggio ci deve essere.
Tornando a bomba, che senso ha fotografare/stampare l'interno di una capanna di, credo siano Aborigeni di qualche posto, illuminati come fossero in un set di Holliwood? Io non ce lo trovo il senso, ma magari qualcuno anche si. Ricordo anche io le fotografie delle miniere ma, sempre a mio avviso, è come se parlassimo di un altro Salgado. Sempre tenendo come riferimento la mostra "Genesi", direi che il contenuto c'è, ma manca la forma.

Genesi è effettivamente un discorso a parte e ci sono diverse cose che lasciano perplessi, un po’ come se avesse inseguito l’effettaccio per vincere facile, insomma un po’ sul commerciale. Era d’altronde un opera titanica durata anni e non poteva mancare il bersaglio, ossia il ritorno economico. Sono d’accordo, passando da una fase ad un altra sembra aver perso smalto ma anche qui, ed è ancora un parere personale, di fotografie da salvare ne ho vista più di una. Peraltro posseggo il libro, anche se non ho una vetrina dove esporlo, e riguardandolo a distanza di tempo dalla mostra l’ho trovato nel complesso noioso. Questo è il mio personalissimo giudizio e non mi strapperei i capelli se altri affermassero il contrario giudicandolo magnifico o il contrario.


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Personalmente non ritengo ci sia nulla di male a lavorare uno scatto, e nemmeno il problema è la troppa elaborazione o il difficile rapporto tra fotografia e reale, fotografie a quel livello dovrebbero rientrare in una sensibilità, una cura, una solidarietà, una partecipazione, un'onestà verso il soggetto ripreso che permetta poi anche allo spettatore di essere parte integrante del senso e della storia di quelle immagini.
Purtroppo molta fotografia attuale, che fa uso di queste elaborazioni, lo fa per spettacolarizzazione fine a se stessa, e l'effetto a mio avviso è di una riduzione se non annullamento del senso stesso dello scatto, da qui la sensazione di artificiosità; nel caso specifico il mio personale giudizio non deriva solo da una questione tecnica: perlopiù quando vado ad una mostra non mi interessa con che parametri sia stata fatta la foto, con che macchina, quali tecniche di stampa sono state utilizzare, magari posso approfondire successivamente questi aspetti, ma inizialmente cerco un coinvolgimento, di sensazioni ed emozioni, che l'autore può trasmettere... oppure no.
Non metto in discussione capacità dell'autore o degli stampatori, ma le scelte fatte, tecniche e non: in Genesi ad esempio il senso dovrebbe essere rivelare un mondo ancora immacolato, lontano dalla modernità, una critica al mondo attuale iper-tecnologico, un monito per la salvaguardia della Terra, ma questo viene spettacolarizzato all'estremo con l'uso della tecnica (di stampa), posto sotto potenti riflettori, come qualcuno ha detto hollywoodiani, uno sguardo che finisce per ingabbiare i soggetti proprio entro quella visione del mondo che si voleva sottoporre a critica... personalmente la sensazione è quella di un messaggio contraddittorio, eccessivo nel voler far spettacolo, che mi disturba perché annulla il senso, l'emozione, che un altro approccio forse avrebbe rivelato.

critto ha scritto: ↑

09/11/2020, 11:41

... in Genesi ad esempio il senso dovrebbe essere rivelare un mondo ancora immacolato, lontano dalla modernità, una critica al mondo attuale iper-tecnologico, un monito per la salvaguardia della Terra, ma questo viene spettacolarizzato all'estremo con l'uso della tecnica (di stampa), posto sotto potenti riflettori, come qualcuno ha detto hollywoodiani, uno sguardo che finisce per ingabbiare i soggetti proprio entro quella visione del mondo che si voleva sottoporre a critica... personalmente la sensazione è quella di un messaggio contraddittorio...

Ottima sintesi, che mi vede assolutamente d'accordo.

Buonasera a tutti. Ho letto che molte foto di Salgado sono state scattate in analogico ( ad es. Pentax 645) e poi digitalizzate con scanner professionali.
Non è facile per un fotoamatore ottenere risultati di pregio, senza entrare nel merito dell'arte di S. Salgado.
Personalmente, quando posso, stampo su carta baritata e i risultati sono molto, molto buoni per ottenere foto in bianco e nero di qualità. Non ho la smaltatrice, ma utilizzo le retine delle zanzariere.....
Poi è molto importante tutta la "catena" analogica. Dalla pellicola ( io uso molto la FP4), alle condizioni di ripresa, all'uso di un marcato filtro giallo-verde, sviluppo ID11 non diluito, etc. Insomma, nulla è semplice.

La baritata nel discorso mi mancava (che senza smaltatrice super te la raccomando). Poi l'id11 non diluito

[ebay][/ebay]

alos ha scritto: ↑

09/11/2020, 17:28

Buonasera a tutti. Ho letto che molte foto di Salgado sono state scattate in analogico ( ad es. Pentax 645) e poi digitalizzate con scanner professionali.

Sapevo il contrario: scatta in digitale e poi dai file elaborati ad hoc fa stampare negativi (su supporto trasparente) piuttosto grandi da far stampare con ingranditore. Poi non so se tutte le mostre di Genesi nel mondo hanno seguito questo procedimento. Io non ne ho viste. Invece ho visto una retrospettiva di McCurry stampata in modo raccapricciante. Stampe di un metro tratte con processo ibrido da Kodachrome 35mm. In stanze piccolissime. Inguardabili. La sgranatura e l'obbrobrio era tale che tutti se ne accorgevano, ma davano la colpa alla tecnica di ripresa su pellicola (col digitale non succederebbe più, era il mantra); tutti uscivano credendo di aver capito perché McCurry fosse passato al digitale. Le ultime stampe da file in effetti erano le uniche decemti.

Pour parler. Peccato che il digitale nativo in b/n sia raro e costoso, sarebbe un bel compagno da affiancare all'analogico per uscite spensierate e/o quando non hai tempo di respirare, sviluppare e stampare.

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