Ogni volta che qualcuno si incuriosisce del S.Z. e scrive un post pubblico in qualche gruppo (questo è escluso, ovviamente, grazie @admin ) viene sommerso da una marea di cavolate scritte da gente che non sa di cosa parla.
Quei pochi che conoscono l'argomento provano a fare un sano debunking (sbugiardare le bugie), ma vengono ugualmente sommersi, oltre che dalle cavolate, anche da attacchi più o meno velati.
Insomma non se ne può parlare serenamente in maniera didattica, ed è un peccato. Come ho scritto altrove il Sistema Zonale ha 3 problemi: quelli che ne parlano per sentito dire; quelli che hanno letto qualcosa in proposito; quelli che credono di averlo capito. Tirando le somme problema diventa uno: quello che costoro si sentono irresistibilmente attratti dal disquisire in proposito. Triste l'inevitabile analisi dei tempi che corrono... parla chi non sa, fa comunella con altri come lui, si allea per combattere chi ne sa qualcosa.
Un po' di colpa ce l'ha anche il povero Ansel Adams, perché in effetti i suoi testi sono piuttosto difficili da capire. Insomma forse, didatticamente, non sono molto efficaci.
Va be'... scusate lo sfogo. Le difficoltà mi stimolano per cui ora faccio un post per parlare un poco del Sistema Zonale.
Cominciamo col diradare un po' la nebbia ristabilendo un po' la verità dei fatti, che in giro se ne sente e legge di ogni!
Cos'è il Sistema Zonale?
È un insieme articolato di test sull'intera catena fotografica (esposizione, sviluppo e stampa) che ha lo scopo di consentire la "pre-visualizzazione". La pre-visualizazione è la possibilità di conoscere e determinare, cioè progettare con molta precisione il risultato fotografico finale, in termini di toni e contrasto, di una ripresa partendo dalla sola lettura esposimetrica della scena.
Cosa non è:
Non è un modo per fare foto simili a quelle di Ansel Adams. Assolutamente no. Niente di più lontano dal vero. Il Sistema è neutro. È uno strumento per piegare la tecnica sulla soggettività di ognuno.
Non è un modo per esporre correttamente. Nel senso che non è solo quello, quello è solo il punto di partenza e rappresenta una minima parte del tutto. Ma spingendosi oltre, il Sistema Zonale è talmente tagliato sulla visione personale di ognuno che il termine stesso "esposizione corretta" assume un significato molto diverso da quello che viene comunemente inteso, cioè qualcosa di tecnicamente, oggettivamente determinabile. Esposizione corretta nel S.Z. diventa l'esposizione migliore al fine del risultato che ci si prefigge. Cioè una cosa che può essere anche molto diversa dal "tecnicamente corretto".
È, come dicono molti, una cosa adatta solo alle pellicole in lastre di grande formato perché consentono lo sviluppo diverso di ognuna, mentre non si può usare con le pellicole in rullo?
Ovviamente non è vero. La pellicola reagisce sempre nello stesso modo alle variazioni di esposizione e sviluppo, indipendentemente dalla sua misura. È più pratico con le lastre? Forse, ma in realtà dipende solo da come si scatta. Ma più che altro questo errore dipende dal fatto che Adams lo usava principalmente così, ma lui ragionava ad immagini singole, chi ragiona su serie o progetti userà proprio un altro approccio al Sistema Zonale.
Per i curiosi, la cosa è leggibile, seppur tra le righe, anche nei testi di AA, quando per es sviluppa in un certo modo per il "sapore che da", e non tanto per le densità che otterrebbe sul negativo (ne trovate vari esempi ne "La Stampa", il terzo dei suoi più famosi volumi). Più semplicemente basta allargare un po' il ragionamento e invece di pensare alle singole inquadrature, pensare alla "situazione luce" di un determinato luogo, momento. Per esempio, passeggiata street photography cielo terso, ombre nette. Credete che occorrano variazioni di sviluppo e esposizione per ogni scatto?
È una cosa che con i materiali moderni non funziona. Falso, le pellicole reagiscono sempre nello stesso modo. E una cosa che con le carte Multi Grade non serve. Falso, il contrasto si regolava anche prima.
Casomai in proposito di questi due ultimi falsi luoghi comuni servono altre considerazioni. Le carte MG sono più contrastate di quelle in uso ai tempi di AA (IsoR medio del grado 2, ora intorno ai 100, allora 120), per cui i negativi normali sono oggi più morbidi di un tempo, cosa che può mettere in difficoltà alcune pellicole nel caso serva un sottosviluppo deciso e che in generale costringe a fare più attenzione alle variazioni di sensibilità effettiva.
Le carte MG hanno rivoluzionato il modo in cui si stampa: si possono utilizzare contrasti diversi su una stessa immagine. Ma la regolazione del contrasto in stampa ha comunque i suoi limiti, sia tecnici che estetici, per cui, anche volendoci concedere meno precisione vista la possibilità di regolare il contrasto in maniera continua, rimane comunque necessario e utile avere negativi che consentano una stampa diretta molto vicina alla previsualizzazione con un contrasto medio.
Dei luoghi comuni, uno è vero: il Sistema Zonale è complicato. Basta pensare che molti, anche dopo anni di pratica, non riescono nemmeno ad esporre in maniera tecnicamente accettabile... ma questa forse è solo pigrizia mentale. In ogni caso richiede già conoscenze pregresse solide, grande manualità e sicurezza nello sviluppo e nella stampa e sufficiente elasticità mentale per gettare nel cestino quasi tutto quello che si crede di sapere.
Il Sistema Zonale è utile a tutti? Assolutamente no. Risponde alle esigenze di qualcuno.
Il Sistema Zonale è necessario? Assolutamente no.
