Andrea67c ha scritto: ↑21/09/2021, 19:31
Ok, Diego, ma questa volta non mi prendete in giro come quella volta della mano col grigio medio....
(BTW, coll'abbronzatura estiva, sul dorso mi manca appena mezzo stop....), perché anche questa volta la prendo io per primo come una chiacchierata da bar!
La mia idea/supposizione.
Se una ditta dichiarasse la SE, poi riceverebbe critiche a dx e sx per il fatto che non è quella, perché le oscillazioni di un terzo di stop sono inevitabili a seconda dell'utente, soprattutto per le diverse scelte del rivelatore. Allora, per me Ilford o Foma o vattelapesca, tanto vale dichiarare un valore doppio, aggiungendo nel bugiardino che ognuno dovrebbe esporre in base alle sue esigenze, ché tanto chi è un pò esperto si arrangia, mentre chi non lo è fotografa esponendo per il grigio medio e tanti saluti se c'è troppo contrasto. Inoltre, la cosa che fa più figo è mettere in commercio una pellicola più veloce, piuttosto che più lenta. Allora meglio dichiarare metallo più prezioso di quel che è, anziché l'opposto.
Parlo del negativo bn. Perché ricordo che con le dia colore erano (sono ancora?) ben precisi. Per risparmiare, usavo la superia100 e andava tutto benissimo esponendo a 100 e facendo due o tre scatti di bracketing a distanza di mezzo stop.
Dimmi ora la tua, che interessa a tutti credo, visto che pellicole ne hai fatte passare, diciamo, qualcuna tra le mani e di tutti i tipi.
Ciao!
A.
Considera che hai a che fare con ingegneri e chimici fotografici, le fai troppo raffinate queste ditte di fotografia
Non ci sono manovre oscure o magheggi del marketing; molto più semplicemente la sensibilità delle pellicole è determinata da uno standard e a quello i produttori si attengono (e del resto, continuando a picconare alcune incrollabili certezze, se si chiede a qualsiasi ingegnere che progetta esposimetri se gli esposimetri sono tarati sul grigio medio risponderà che gli esposimetri non sono affatto tarati sul grigio medio col 18% di riflettanza ma son tarati usando lo standard ISO 2720:1974, in cui non si parla proprio di grigio medio o di 18%
)
Le domande invece potrebbero essere: perché uno standard non restituisce risultati soddisfacienti all'atto pratico e perché, nello specifico, lo standard ISO 6:1993 (quello usato per determinare la sensibilità delle pellicole fotografiche per fotocamere in BN) non restituisce risultati soddisfacienti all'atto pratico. (1)
La risposta alla prima domanda è semplice: la definizione di uno standard è, nei fatti più utile ai fabbricanti che agli utilizzatori, che possono in questo modo avere un punto di riferimento assoluto nel controllo della produzione, ma anche gli utilizzatori finale ne traggono giovamento, avendo un paragone univoco nel confronto tra diversi prodotti (ma in fondo lo scopo dello standard non è quello di far fare belle fotografie, anche se la cosa è stata sicuramente presa in consiedarazione).
La risposta alla seconda domanda è un po' più articolata:
Questo grafico (che è di una specifica accoppiata film/sviluppo ma il dato di tendenza è simile per tutte le accoppiate film/sviluppo) mostra come varia la sensibilità al variare del tempo di sviluppo e si vede bene che aumentando il tempo di sviluppo la sensibilità non aumenta (la curva si appiattisce a destra), con buona pace dei "pusher", ma si vede altrettanto bene che la sensibilità diminuisce molto velocemente riducendo il tempo di sviluppo (parte sinistra del grafico).
Fatta questa prima premessa, bisogna anche dire che lo standard ISO stabilisce che per determinarne la sensibilità la pellicola debba essere sviluppata per un gradiente medio di circa 0.6. Ora abbiamo visto da un precedente post che per un negativo sviluppato con gradiente 0.6 e stampato su carta di gradazione 2, il contrasto del soggetto deve essere di 5.8 stop dal quasi bianco al quasi nero e che invece un soggetto di contrasto normale ha uno scarto 7 stop. Ne consegue che lo sviluppo usato dallo standard ISO è nei fatti uno sviluppo N+1. Per sviluppare N bisogna quindi ridurre il tempo di sviluppo ma, come il grafico sopra dimostra, diminuendo il tempo di sviluppo la sensibilità effettiva diminuisce. Ecco perché per ottenere negativi ben stampabili (di soggetti a contrasto normale) è meglio diminuire un po' la sensibilità della pellicola e diminuire un po' il tempo di sviluppo consigliato dai produttori (per quantificare il "po'" servono però i test).
(1) La sensibilità delle negative colore è stabilita dallo standard ISO 5800:1987 mentre le invertibili sono standardizzate nell' ISO 2240:2003; mentre per le prime, similmente alle pellicole BN, si usa un punto sul piede della curva caratteristica, anche se in posizione diversa rispetto al BN, per le invertibili (come per altri materiali fotografici ad alto contrasto) si usa un tono medio. Questo per dire che non si possono confrontare direttamente le sensibilità delle pellicola BN con quelle a colori perché determinate con modelli non confrontabili.