Ti copio il post qui, ma non prendeteci gusto.
Oggi mi tocca sfatare un mito, quello dell'indistruttibile valigia corazzata in alluminio usata dai professionisti per il trasporto del corredo.
E perché mai? E' pratica, robusta, l'interno imbottito protegge il corredo dagli urti e la disposizione razionale ne facilita l'uso.
Ma può rivelarsi una vera e propria cella di coltura per l'allumina, il micidiale ossido distruttivo delle leghe leggere a base di alluminio con cui sono realizzate molte fotocamere.
Mi è giunto infatti in revisione uno splendido, almeno apparentemente, corredo Hasselblad nella versione laccata nera, composto da corpo 500C/M, due magazzini e tre obiettivi, tra cui lo splendido Distagon 40, più diversi accessori, tutto custodito nell'originale valigia in alluminio, che all'epoca sarà pure costata una fortuna.
Da una prima occhiata esterna non ho notato nulla, ma quando ho aperto il pozzetto mi è venuto un colpo.
Vi sono alcuni elementi della fotocamera e del magazzino che sono realizzati in pressofusione di lega leggera, in particolare il telaio dello schermo di messa a fuoco, il corpo centrale dell'inserto del magazzino e la scatola del telaio. Quest'ultima però veniva cromata con un procedimento che per gli anni 50 era veramente all'avanguardia, ed è raro vederle rovinate. Invece gli altri due elementi possono presentare occasionalmente fioriture di ossido se la fotocamera è stata conservata a lungo in ambienti umidi.
Ma in questo caso non si trattava di sporadiche fioriture di ossido. La macchina era totalmente tempestata di polvere e di cristalli biancastri che l'hanno bloccata del tutto, rendendola inutilizzabile.
La valigia non ha permesso nessuna ventilazione del corredo che è rimasto intrappolato in un ambiente assolutamente favorevole allo sviluppo di ossidazione. Ma quanto tempo ci è voluto per generare un simile disastro?
Mi è venuto in aiuto il talloncino di una pellicola dimenticata nel magazzino da chi probabilmente ha cessato l'uso del corredo: una kodak vericolor II tipo S uscita di produzione nel 1986. Tralasciando il fatto che la pellicola era montata all'incontrario, e che quindi non ho potuto nemmeno pensare di recuperare eventuali scatti perduti, stiamo parlando di quasi 40 anni.
Confesso che se non avessi avuto i due pezzi di ricambio per sostituire quelli martoriati non avrei potuto recuperare questo corredo. L'ossidazione è risultata così distruttiva da aver alterato le superfici rendendole inutilizzabili per il loro scopo. Nel caso del magazzino mi è risultato persino impossibile svitare le viti di fissaggio dell'inserto ossidato. Le ho dovute trapanare e poi strapparlo via.
E poi routine. Smontaggio di tutta la fotocamera in tutti i suoi componenti, spazzolatura, pulizia, lubrificazione e quindi rimontaggio, controllo degli allineamenti e finalmente anche questa bellezza nera è risorta al suo splendore.
Il magazzino, poverello, è stato anche violentato visto che opponeva resistenza cosa pensate che abbia fatto chi lo ha provato? La cosa più ovvia: forzarlo in malo modo. Risultato? Ingranaggio spaccato.
Se avete un corredo custodito in queste micidiali trappole di umidità, correte a tirarlo fuori, oltre all'ossidazione favorisce anche la comparsa di funghi sulle lenti!














