calderof ha scritto: ↑19/01/2022, 12:36
Mi chiedo che ci azzecca, per citare il modo di parlare di un grande magistrato del passato, la ISO 6:1993 ed il fatto che in effetti adotta un contrasto di sviluppo eccessivo, con la dichiarazione di ILFORD che peraltro non cita esplicitamente tale norma. Il mio intervento era destinato in origine ad aiutare , forse un neofita, ad entrare nel mondo della fotografia un po' più evoluto. All'inizio non si può prescindere da ciò che le ditte costruttrici di pellicole citano come dati di base i "Best results" per capirci, sarà in seguito che, avendo fatto esperienza, è possibile approfondire in modo consapevole leggendo le schede tecniche che assumono la possibilità di cambiare i dati di esposizione e sviluppo, i testi sacri e le norme ISO. Alcune volte in questo forum noto che a domande poste da persone non proprio esperte ma desiderose di entra nel mondo degli esperti si risponde con affermazioni un po' troppo da addetti ai lavori che a mio parere tendono a disorientare. Certo che lo sperimentare con pellicole esposimetri e sviluppi è una parte importante di questa passione fotografica, ma è disorientante per chi non ha ancora affrontato questi temi e fatto la propria esperienza ricevere affermazioni da chi invece ha maturato anni di studi e prove al fine di ottenere la propria immagine , con il contrasto che ritiene essere quello giusto e stampata su carta di gradazione giusta. Per quanto riguarda l'esposimetro, se si è comprato un oggetto di valore ci sarà consegnato con la taratura fatta da un laboratorio certificato, a questo punto è sufficiente registrare le letture che da nuovo fornisce e confrontarle nel tempo con altre rilevate nelle stesse condizioni. Ad esempio la luce di un cielo completamente senza nuvole a mezzogiorno ad una stessa latitudine non cambia molto negli anni anzi direi non cambia proprio per niente. Quindi è sufficiente misurare la luce riflessa dal cartoncino KodaK 18 % grigio non esposto direttamente al sole ma alla luce diffusa dal cielo e ripeterla distanza di un anno. Un altro metodo consiste nel confrontare nel tempo le letture di due esposimetri fin da nuovi.
cordialmente saluto tutti
Fabio
Se si seguono le indicazioni delle ditte, i "Best results" per dirla come te, si ottengono negativi sottoesposti e sovrasviluppati nella stragrande maggioranza dei casi, quindi a consigliare questi dati non si fa un gran servizio alle
"persone non proprio esperte ma desiderose di entra nel mondo degli esperti" che otterranno negativi difficili da stampare e non proprio ottimali.
La norma ISO l'ho tirata fuori perché sei tu che hai detto di essere
"di estrazione prettamente tecnica" e quindi avezzo ai tecnicismi.
Una cosa poi è far controllore da un laboratorio un esposimetro comprato di seconda mano per testarne l'accuratezza, operazione che spesso supera il valore dello strumento stesso, ammesso e
non concesso che si riesca a trovare un laboratorio che te lo faccia, o che lo faccia sulla marca e modello dell'esposimetro che si vuole controllare; tutt'altra cosa è certificare un esposimetro.
Non so se e quando hai comprato un esposimetro nuovo di pacca ultimamente, ma a me non ne è arrivato uno che sia uno con un foglio di certificazione, a meno di non aver preso uno strumento di misura da laboratorio (luxmetro, luminanzometro ma non un esposimetro che non si usa in illuminotecnica), con certificazione il cui costo supera quello di una famosa fotocamera a telemtro col bollino rosso.