Analogica.it

Silverprint ha scritto: ↑

14/04/2022, 9:43

@bolchi, insomma raddoppi la fatica, il tempo e il costo. Ottimo

Insomma ragazzi, tra i vari materiali la resa è diversa, su tutti i parametri.
Io non vedo proprio alcun motivo sensato per far le prove da una parte e il resto da un'altra.

perche' dici? se stampo su carta baritata tipo 20x25 questo metodo mi risparmia un foglio (che viene sostituito da uno infinitamente meno costoso di politenata 10x15). anziche usare un foglio di baritata grande per avere una stima del tempo, ne uso uno piccolo di politenata. Poi ovviamente faccio il provino scalare serio su baritata.
Una volta facevo il primo provino scalare su baritata e magari il range dei tempi era troppo corto (quindi avevo sprecato un foglio).

Allunga il range dei tempi, no?

Silverprint ha scritto: ↑

14/04/2022, 14:11

Allunga il range dei tempi, no?

si ma se il foglio e' piccolo (tipo 20x25) a volte e' dura fare un provino da 5 a 60 sec... le striscette sono minuscole e non si capisce niente. Quello che voglio dire e' che sono d'accordissimo che non si possono traslare i risultati da politenata a baritata, infatti non e' quello che faccio. uso il primo foglietto solo come guida iniziale per avere un indicazione sul tempo attorno al quale fare il provino scalare (su baritata)

Ma le carte hanno sensibilità diversa...

Silverprint ha scritto: ↑

14/04/2022, 15:07

Ma le carte hanno sensibilità diversa...

Pure il tempo di sviluppo ...

ok mi state convincendo che e' una porcata mi sa che switcho ad usare dei fogli di baritata 13x18

Io a dire il vero, uso baritata in modo sistematico da pochissimi mesi. Senza precedenti prove in politenata. L'idea, confesso, non mi è balenata da sé in una notte d 'insonnia, l'ho recuperata da un'intervista a M. Kenna. Lui ha affermato di tenersi davanti agli occhi per giorni una stampa di lavoro politenata, per elaborare con calma la versione definitiva su baritata. Non usa la baritata come banco di prova per la tecnica. Probabilmente non ne ha nemmeno bisogno, penso io, con tutta la bravura che ha!
Volevo chiedere se qualcun altro tra noi, tra quelli capaci di fine art, quindi in primis tu, Andrea, ma la domanda è rivolta a tutti quelli più capaci in CO, aspetta del tempo meditando sulla stampa di lavoro per decidere cosa farne in seguito. Eventualmente non è importante che sia politenata, forse è più importante, per me, capire se l'attesa in sé porta dei frutti, dopo una certa pratica.
Credo che Kenna ne parlasse per ridimensionare il ruolo della previsualizzazione nel processo creativo. A questo proposito citava anche la sua attrazione per le notturne, che si distaccano naturalmente dalla previsualizzazione.

Mi sembra un tema stimolante.

Come dice Lollipop, è già molto per alcuni di noi far bene due uova al tegame, ma chi non è curioso di sbirciare nel frigorifero del grande chef e il giorno dopo magari può provare a comprarsi ingredienti inusuali?

Ciao!
A.

Io non sono capace e forse proprio per questo mi tengo le stampe almeno una settimana su un tavolo dove passo spesso. E' un tavolo particolare perch' illuminato dalla luce proveniente dal tetto (perfetta). Quando passo guardo.... se mi viene un'idea la scrivo dietro. Può rimanere li anche un mese.... succede che la sostituisco con un'evoluzione o che la butto. Non uso la politenata ma non penso cambi qualcosa nel concetto. Da dire che in una settimana la stampa cambia (anche emotivamente). Da bagnato a asciutto la stampa cambia molto ma cambia pure con la stagionatura.....
forse si può definire....
...cool up e cool down (se qualcuno ha una definizione simile in italiano la gradirei).

Insomma....
...la stampa sul tavolo SEMPRE!