510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
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510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Era un po' di tempo che guardavo con curiosità a questo sviluppo e proprio quando mi sono deciso a procurarmi gli ingredienti che mi mancavano, nel giro di pochi giorni due amici fotografi mi hanno chiesto se l'avevo mai usato e cosa ne pensavo. Sicuramente se avessi lasciato tutto lì già pronto senza fare niente, cosa che mi capita col 90% delle mie buone intenzioni fotografiche (le strade dell'inferno... ecc. ecc.), il destino me l'avrebbe fatta pagare: anche a costo di sfidare i 30 e passa gradi dovevo chiudermi in camera oscura e fare almeno una provetta, era il karma che me lo imponeva!
Il 510-Pyro è, insieme al PMK e all'Hypercat, uno dei tre sviluppi tannanti di nuova generazione nati col revival degli anni '90 del pirogallolo (e del catecolo) che si può far risalire alla pubblicazione della formula del PMK e del libro "The Book of Pyro" da parte di Gordon Hutchings.
Il pirogallolo è uno degli agenti rivelatori più antichi in assoluto ed era molto usato finchè il metolo prima e l'idrochinone dopo non hanno fatto cadere questa categoria di sviluppi nel dimenticatoio, a causa anche dell'avvento di formati fotografici più piccoli che richiedevano soluzioni di sviluppo che limitassero la dimensione della grana, sicuramente non uno dei fattori di forza del pirogallolo.
Il 510-pyro mi intriga per una serie di fattori:
- usa pochissimi ingredienti
- dura anni
- può essere usato con lo sviluppo rotativo (sistema che gli sviluppi tannanti non digeriscono bene)
- viene descritto come ad alta acutanza (e tutti gli sviluppi tannanti lo sono) e finegranulante, due cose che non possono stare assieme
- non usa l'acqua come solvente
Il 510-pyro si può trovare in vendita già preparato ma il suo autore, Jay DeFehr, ne ha rilasciato liberamente la formula, per cui può anche essere preparato in casa da chimici sfusi. La formula è molto semplice:
TEA (Trietanolammina [CAS: 102-71-6])..........75ml
Acido ascorbico..........5g
Pirogallolo..........10g
Fenidone..........0.25g
TEA a fare..........100ml
Premetto subito che la preparazione casalinga non è una passeggiata; la TEA è antipatica, molto densa (sembra miele) solidifica a 20°C per cui il concentrato in inverno deve essere riscaldato per poterlo prelevare, rimane appiccicata a contenitori e agitatori rendendo difficile qualsiasi misurazione. Per accelerare lo scioglimento delle varie polveri è renderla meno viscosa va scaldata intorno agli 80-90°C col rischio di procurarsi delle scottature. Con un agitatore magnetico con piastra riscaldante mi ci è voluta quasi un'ora per sciogliere tutto e lavorando a circa 90°C, se avessi dovuto agitare a mano mi sarebbero venuti gli avambracci di braccio di ferro. L'ingrediente più ostico è stata la vitamina C che ha impiegato tantissimo prima di sciogliersi.
In un video dello stesso Jay DeFehr si vede che prepara il 510-pyro versando tutte le polveri insieme nella TEA, io ho invece preferito l'approccio classico, sciogliendo un componente alla volta e aspettando che fosse completamente sciolto prima di aggiungere il successivo.
La TEA ha il duplice scopo di solvente e di alcalinizzante e la lunga durata dichiarata è grazie anche al fatto che non viene usata acqua per la soluzione concentrata.
L'acido ascorbico ha la doppia funzione di agente rivelatore in superadditività col pirogallolo e di conservante permettendo quindi di omettere il solfito che ha un’azione anti-stain che non è ricercata in questo sviluppo. Inoltre la capacità antiossidante della vitamina C è probabilmente quella che permette al 510-pyro di resistere all'eccessiva ossidazione causata dall'areazione della soluzione di trattamento nell'agitazione rotativa delle sviluppatrici motorizzate tipo Jobo (approccio simile è stato usato per la formulazione del Rollo-Pyro)
Come si vede il 510-pyro ha ben tre agenti rivelatori, in primis il pirogallolo, quindi il fenidone e l'acido ascorbico e questo lo rende un rivelatore con un altissima riserva di energia, in grado di lavorare anche in stand a diluizioni altissime, fino a 1:500; la diluizione consigliata per il il normale trattamento è di 1:100, ma niente impedisce di ottimizzare la diluizione in funzione dei risultati che si vogliono ottenere.
In questo prima fase non ho fatto un test "serio" dello sviluppo, con curve caratteristiche e grafici contrasto/sviluppo/sensibilità, in parte perché con gli sviluppi tannanti la colorazione dei negativi tende a sfalsare un po' i risultati, dall'altra perché le estreme temperature di questo periodo non permettono una buona costanza dei risultati, fattore determinante per avere un test che restituisca dati oggettivi; quando il clima sarà un po' più mite mi riprometto di analizzare questa pellicola al densitometro sia nello spettro del visibile che in UV per valutare l'assorbimento dello spettro più corto da parte della colorazione gialla conferita dal pirogallolo all'immagine negativa.
Come primo approccio mi sono limitato a vedere se il "miscuglio" funziona per cui ho scattato un rullino di Kodak T-Max 400, ho fatto una valutazione spanno-ponderata del tempo di sviluppo (in pratica ho tirato ad indovinare) e ho stampato i negativi, potendo così avere una prima idea di cos'è e cosa fa questo sviluppo.
La T-Max 400 è stata esposta a 200 iso, la mia sensibilità effettiva per questa pellicola, e sviluppata in 510-pyro 1:100 per 7'00" a 20°C. Il bagno d'arresto è stato sostituito da 4 risciacqui in acqua di 30", dato che l'acidità dello stop riduce l'effetto stain. E sempre nell'ottica di mantenere alto lo stain anche il fissaggio usato è stato il Rollei RNX a pH neutro alla diluizione di 1+4.
La mia immagine di riferimento è uno scorcio del giardino che in una giornata serena rappresenta un perfetto soggetto N; la stampa del negativo è stata fatta su carta Fomaspeed politenata lucida 24*30 con filtro di gradazione 3, il che indica che sviluppando la pellicola per 7 minuti siamo intorno a uno sviluppo N-1 (ingranditore a condensatori).
Da queste prime stampe il comportamento del 510-pyro è quello classico degli sviluppi tannanti, con una compressione delle alteluci causata proprio dalla colorazione gialla, che rende questi negativi più “facili” da stampare con le carte a contrasto variabile (le luci non bucano).
La grana è molto contenuta in senso assoluto e a maggior ragione per essere uno sviluppo al pirogallolo che non eccelle in questo campo. Ad ingrandimenti di circa 9X la grana è praticamente invisibile nei toni chiari e mentre rimane accennata nelle ombre; non male considerando per questa pellicola una sensibilità effettiva intorno a 250 ISO per uno sviluppo N .
Invece non ho notato un effetto bordo molto marcato, probabilmente a causa dei trattamenti di pre-indurimento della gelatina delle pellicole T-grain; usando altri tipi di sviluppi tannanti con emulsioni di tipo tradizionale mi è capitato di avere un effetto bordo molto pronunciato, anzi a volte eccessivo per i livelli di ingrandimento a cui vengono sottoposti i negativi 24x36.
Devo dire che con questa mia prima piccola esperienza con questo sviluppo sono rimasto ben impressionato dal 510-pyro; a parte una difficoltà iniziale per la preparazione del concentrato (ma si può trovare già pronto presso alcuni rivenditori), nella conservazione e nella preparazione della soluzione di lavoro è come avere a che fare con l’HC-100: alta viscosità che costringe all’uso di una siringa per prelevare il concentrato, ma la praticità di avere uno sviluppo sempre pronto all’uso senza dover sciogliere polveri e una durata molto lunga nel tempo.
I risultati, almeno con la pellicola usata, sono stati ottimi e non vedo perché non possano esserlo anche con altre pellicole (che comunque mi riserverò di testare quando le temperature scenderanno a livelli più gestibili), confermando sostanzialmente quanto riportato sul web. Non indulgerei però nei toni trionfalistici usati nei vari siti che ne decantano le lodi; lo sviluppo perfetto non esiste, si tratta sempre di trovare il giusto compromesso rispetto alle proprie aspettative e al risultato che si vuole raggiungere e il 510-pyro di compromessi ne richiede meno di altri sviluppi ma deve piacere la tonalità delle alteluci tipica del pirogallolo che, a mio parere, non è adatta a tutti i soggetti.
Il 510-Pyro è, insieme al PMK e all'Hypercat, uno dei tre sviluppi tannanti di nuova generazione nati col revival degli anni '90 del pirogallolo (e del catecolo) che si può far risalire alla pubblicazione della formula del PMK e del libro "The Book of Pyro" da parte di Gordon Hutchings.
Il pirogallolo è uno degli agenti rivelatori più antichi in assoluto ed era molto usato finchè il metolo prima e l'idrochinone dopo non hanno fatto cadere questa categoria di sviluppi nel dimenticatoio, a causa anche dell'avvento di formati fotografici più piccoli che richiedevano soluzioni di sviluppo che limitassero la dimensione della grana, sicuramente non uno dei fattori di forza del pirogallolo.
Il 510-pyro mi intriga per una serie di fattori:
- usa pochissimi ingredienti
- dura anni
- può essere usato con lo sviluppo rotativo (sistema che gli sviluppi tannanti non digeriscono bene)
- viene descritto come ad alta acutanza (e tutti gli sviluppi tannanti lo sono) e finegranulante, due cose che non possono stare assieme
- non usa l'acqua come solvente
Il 510-pyro si può trovare in vendita già preparato ma il suo autore, Jay DeFehr, ne ha rilasciato liberamente la formula, per cui può anche essere preparato in casa da chimici sfusi. La formula è molto semplice:
TEA (Trietanolammina [CAS: 102-71-6])..........75ml
Acido ascorbico..........5g
Pirogallolo..........10g
Fenidone..........0.25g
TEA a fare..........100ml
Premetto subito che la preparazione casalinga non è una passeggiata; la TEA è antipatica, molto densa (sembra miele) solidifica a 20°C per cui il concentrato in inverno deve essere riscaldato per poterlo prelevare, rimane appiccicata a contenitori e agitatori rendendo difficile qualsiasi misurazione. Per accelerare lo scioglimento delle varie polveri è renderla meno viscosa va scaldata intorno agli 80-90°C col rischio di procurarsi delle scottature. Con un agitatore magnetico con piastra riscaldante mi ci è voluta quasi un'ora per sciogliere tutto e lavorando a circa 90°C, se avessi dovuto agitare a mano mi sarebbero venuti gli avambracci di braccio di ferro. L'ingrediente più ostico è stata la vitamina C che ha impiegato tantissimo prima di sciogliersi.
In un video dello stesso Jay DeFehr si vede che prepara il 510-pyro versando tutte le polveri insieme nella TEA, io ho invece preferito l'approccio classico, sciogliendo un componente alla volta e aspettando che fosse completamente sciolto prima di aggiungere il successivo.
La TEA ha il duplice scopo di solvente e di alcalinizzante e la lunga durata dichiarata è grazie anche al fatto che non viene usata acqua per la soluzione concentrata.
L'acido ascorbico ha la doppia funzione di agente rivelatore in superadditività col pirogallolo e di conservante permettendo quindi di omettere il solfito che ha un’azione anti-stain che non è ricercata in questo sviluppo. Inoltre la capacità antiossidante della vitamina C è probabilmente quella che permette al 510-pyro di resistere all'eccessiva ossidazione causata dall'areazione della soluzione di trattamento nell'agitazione rotativa delle sviluppatrici motorizzate tipo Jobo (approccio simile è stato usato per la formulazione del Rollo-Pyro)
Come si vede il 510-pyro ha ben tre agenti rivelatori, in primis il pirogallolo, quindi il fenidone e l'acido ascorbico e questo lo rende un rivelatore con un altissima riserva di energia, in grado di lavorare anche in stand a diluizioni altissime, fino a 1:500; la diluizione consigliata per il il normale trattamento è di 1:100, ma niente impedisce di ottimizzare la diluizione in funzione dei risultati che si vogliono ottenere.
In questo prima fase non ho fatto un test "serio" dello sviluppo, con curve caratteristiche e grafici contrasto/sviluppo/sensibilità, in parte perché con gli sviluppi tannanti la colorazione dei negativi tende a sfalsare un po' i risultati, dall'altra perché le estreme temperature di questo periodo non permettono una buona costanza dei risultati, fattore determinante per avere un test che restituisca dati oggettivi; quando il clima sarà un po' più mite mi riprometto di analizzare questa pellicola al densitometro sia nello spettro del visibile che in UV per valutare l'assorbimento dello spettro più corto da parte della colorazione gialla conferita dal pirogallolo all'immagine negativa.
Come primo approccio mi sono limitato a vedere se il "miscuglio" funziona per cui ho scattato un rullino di Kodak T-Max 400, ho fatto una valutazione spanno-ponderata del tempo di sviluppo (in pratica ho tirato ad indovinare) e ho stampato i negativi, potendo così avere una prima idea di cos'è e cosa fa questo sviluppo.
La T-Max 400 è stata esposta a 200 iso, la mia sensibilità effettiva per questa pellicola, e sviluppata in 510-pyro 1:100 per 7'00" a 20°C. Il bagno d'arresto è stato sostituito da 4 risciacqui in acqua di 30", dato che l'acidità dello stop riduce l'effetto stain. E sempre nell'ottica di mantenere alto lo stain anche il fissaggio usato è stato il Rollei RNX a pH neutro alla diluizione di 1+4.
La mia immagine di riferimento è uno scorcio del giardino che in una giornata serena rappresenta un perfetto soggetto N; la stampa del negativo è stata fatta su carta Fomaspeed politenata lucida 24*30 con filtro di gradazione 3, il che indica che sviluppando la pellicola per 7 minuti siamo intorno a uno sviluppo N-1 (ingranditore a condensatori).
Da queste prime stampe il comportamento del 510-pyro è quello classico degli sviluppi tannanti, con una compressione delle alteluci causata proprio dalla colorazione gialla, che rende questi negativi più “facili” da stampare con le carte a contrasto variabile (le luci non bucano).
La grana è molto contenuta in senso assoluto e a maggior ragione per essere uno sviluppo al pirogallolo che non eccelle in questo campo. Ad ingrandimenti di circa 9X la grana è praticamente invisibile nei toni chiari e mentre rimane accennata nelle ombre; non male considerando per questa pellicola una sensibilità effettiva intorno a 250 ISO per uno sviluppo N .
Invece non ho notato un effetto bordo molto marcato, probabilmente a causa dei trattamenti di pre-indurimento della gelatina delle pellicole T-grain; usando altri tipi di sviluppi tannanti con emulsioni di tipo tradizionale mi è capitato di avere un effetto bordo molto pronunciato, anzi a volte eccessivo per i livelli di ingrandimento a cui vengono sottoposti i negativi 24x36.
Devo dire che con questa mia prima piccola esperienza con questo sviluppo sono rimasto ben impressionato dal 510-pyro; a parte una difficoltà iniziale per la preparazione del concentrato (ma si può trovare già pronto presso alcuni rivenditori), nella conservazione e nella preparazione della soluzione di lavoro è come avere a che fare con l’HC-100: alta viscosità che costringe all’uso di una siringa per prelevare il concentrato, ma la praticità di avere uno sviluppo sempre pronto all’uso senza dover sciogliere polveri e una durata molto lunga nel tempo.
I risultati, almeno con la pellicola usata, sono stati ottimi e non vedo perché non possano esserlo anche con altre pellicole (che comunque mi riserverò di testare quando le temperature scenderanno a livelli più gestibili), confermando sostanzialmente quanto riportato sul web. Non indulgerei però nei toni trionfalistici usati nei vari siti che ne decantano le lodi; lo sviluppo perfetto non esiste, si tratta sempre di trovare il giusto compromesso rispetto alle proprie aspettative e al risultato che si vuole raggiungere e il 510-pyro di compromessi ne richiede meno di altri sviluppi ma deve piacere la tonalità delle alteluci tipica del pirogallolo che, a mio parere, non è adatta a tutti i soggetti.
Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Interessantissimo, come sempre, grazie Diego! Peccato solo che sia un po’ complesso da preparare da sè.
Personalmente apprezzo moltissimo il metodo con cui fai queste prove così dettagliate ed esaustive, nonché il fatto che le doni alla collettività.
Personalmente apprezzo moltissimo il metodo con cui fai queste prove così dettagliate ed esaustive, nonché il fatto che le doni alla collettività.
M. N.
- alessiostm
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Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
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Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Grande Diego

-La mia migliore fotografia ... la farò domani [16/7/2025]
-“It’s always 12 minutes." [05/5/2025]
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.
-“It’s always 12 minutes." [05/5/2025]
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.
Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
…510-pyro; a parte una difficoltà iniziale per la preparazione del concentrato (ma si può trovare già pronto presso alcuni rivenditori)…
@chromemax a quali rivenditori fai riferimento ?
@chromemax a quali rivenditori fai riferimento ?
Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Ho dato un'occhiata. Tra i soliti, per ora, ho visto solo fotoimpex.de.
Grazie a Diego per la preziosa divulgazione!
Un vecchio collega che faceva 8x10 adorava il pirogallolo, ma me lo sconsigliava per il medio formato, diceva che è adatto in particolare quando si può decidere uno sviluppo calibratissimo sull'esposizione, alla AA. Ricordo anche che era entusiasta della lunga durata.
Riporto il parere tale e quale, senza responsabilità.
Ciao!
A.
Grazie a Diego per la preziosa divulgazione!
Un vecchio collega che faceva 8x10 adorava il pirogallolo, ma me lo sconsigliava per il medio formato, diceva che è adatto in particolare quando si può decidere uno sviluppo calibratissimo sull'esposizione, alla AA. Ricordo anche che era entusiasta della lunga durata.
Riporto il parere tale e quale, senza responsabilità.
Ciao!
A.
Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Sempre di Jay DeFeher si può preparare l'Obsidian aqua, molto più semplice da diluire e del tutto analogo nei risultati.
Obsidian Aqua
Distilled water 750ml
Sodium or potassium metabisulfite 20g
Catechol 250g
Distilled water to 1 liter
Dilute 1:500 in a 0.666% solution of potassium carbonate (6.66g/ liter), or a 0.5% solution of sodium carbonate (5g/liter).
(Da qui: http://hypercatacutancedeveloper.blogsp ... a.html?m=1 )
L'ho utilizzato in passato, ottenendo negativi che fatico a stampare con la mia testa a contrasto variabile Meopta: il contrasto è sempre un po'troppo basso. Ma sto attendendo una fornitura di pyrocatechina per testarlo nuovamente, introducendo qualche variabile.
Inviato dal mio SM-G973F utilizzando Tapatalk
Obsidian Aqua
Distilled water 750ml
Sodium or potassium metabisulfite 20g
Catechol 250g
Distilled water to 1 liter
Dilute 1:500 in a 0.666% solution of potassium carbonate (6.66g/ liter), or a 0.5% solution of sodium carbonate (5g/liter).
(Da qui: http://hypercatacutancedeveloper.blogsp ... a.html?m=1 )
L'ho utilizzato in passato, ottenendo negativi che fatico a stampare con la mia testa a contrasto variabile Meopta: il contrasto è sempre un po'troppo basso. Ma sto attendendo una fornitura di pyrocatechina per testarlo nuovamente, introducendo qualche variabile.
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Please, please!

PaTerson, una sola T!


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- Pierpaolo B
- superstar
- Messaggi: 9937
- Iscritto il: 28/08/2011, 11:08
- Reputation:
- Località: Reggio Emilia
Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Beh..... che dire..... grazie è sempre poco ma....
...ora la scimmia chi me la toglie?
Penso comunque che con una FP4 possa sposarsi a meraviglia.....
....
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....
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.
Clicca qui! .....e qui, ...e anche qui!
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- Pierpaolo B
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Re: 510-pyro lo sviluppo definitivo? Primo test
Questa non l'ho capita.
Me la spieghi?
.....perchè è una cosa interessante!
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