Difficile dire o definire la fotografia artistica, adesione a certe estetiche sicuramente deve esserlo (l'F64 nasce anche per quello), tecnica si ma non solo, resto convinto che la tecnica non può esser fine a stessa, utile a raggiungere uno scopo si, ma quale ? Forse ognuno dovrebbe trovare la "sua" tecnica. Sempre sul lato "artistico", Weston stampava a contatto e, l'idea di provarci e/o riprovarci non viene tanto dalla gestione dei toni o dei contrasti, ma proprio da quello che ne scaturisce dalla stampa a contatto, complice l'associazione di quello che vidi (a contatto) alla mostra di A.A. dove anche lì c'era parecchia roba a contatto anche dal "banale" 6x6.Andrea67c ha scritto: ↑29/07/2022, 22:22Anch'io sono andato in pellegrinaggio a Brescia.
Mi ritrovo molto nelle impressioni riportate da Diego, sull'allestimento, l'illuminazione, i bellissimi cibachrome di Cole Weston, lo scadente catalogo, lasciato lì dove sta, eppure sarebbe di Skira, ma qui a casa ho un libro di Weston con stampe eccellenti, se ne parlava mesi fa. Basta e avanza
Mi ritrovo anche con l'impressione, meglio dire l'impatto, che Enzo, simpaticamente ed efficacemente, ha riportato.
La sensazione, con Edward Weston, di trovarsi di fronte ad un assoluto artistico è netta, forte, senza compromessi. Quando ho visto Kenna, ho istintivamente associato i suoi lavori a dei gioielli, di orafa manifattura. Qui è qualcosa d'altro. Parlerei di capolavori... banale, no?
Se un capolavoro è un'opera che da qualsiasi punto di vista tu la guardi, essa ti offre spazi interminabili di riflessione, qui ci siamo. Ditemelo voi di cosa è fatta la fotografia artistica, ché io sono solo un amatore, pasticcione. Composizione, focalizzazione su di un soggetto, creatività nella gestione dei toni, delle linee, adesione ad una estetica (tema per me scivoloso, essendo troppo poco colto, ma di certo Weston un'idea estetica l'ha sempre avuta), orrore per il disordine e la casualità, impietosamente banditi, accanimento nella ricerca della tecnica più efficace, fiducia nelle proprie idee, fiducia nell'intelligenza di chi guarderà i tuoi lavori, tensione... ma cosa manca a questi piccoli quadretti che ci ha lasciato Weston, che mannaggia a loro piccoli non sono?
C'è tempo fino a fine agosto. Un errore non approfittarne.
@zone-seven
A te è venuta voglia di dedicarti alla stampa a contatto. Ma come ti capisco!
Per parte mia, ho riportato anch'io un piccolo insegnamento, forse utile ai miei futuri pasticci. Weston mi ha insegnato a vedere una fotografia soprattutto nel senso di strutturazione dei toni medi. Non è forse un consiglio utile per non cadere nel facile abuso di contrasto? Meno facile sarà tenerne praticamente conto, in fase di interpretazione. Non credo proprio di essere ancora a quel livello di scioltezza, anzi ne sono certo, ma almeno adesso ho un'arma in più per guardare le fotografie, se non le mie, quelle d'altri.
Ultima nota, familiare, a margine. Ero con moglie. Dopo aver visto le stanze dei figli e nipoti, sono ritornato nella stanza di Edward, diciamo per non dimenticare, mentre mia moglie è passata avanti, alla vasta ed interessante antologica di ritratti (vedi descrizione completa della mostra da parte di Diego).
Quando ci reincontriamo, mi dice: "certo che in confronto alle foto di Weston, le altre sembrano tutte superficiali".
Non ho avuto nulla da ribattere.
Ciao!
A.
Una cosa è certa, la stampa a contatto è diversa dall'ingrandimento, non è una questione tecnica, è proprio diversa. Lo dice anche, non troppo tra le righe, il buon Ansel in qualche lettera/conversazione con Weston. Ho riassociato quindi, un po' a fatica, alcune mie "stampe" a quelle della mostra assieme alle affermazioni di Adams ed alle mie impressioni quando ho tirato fuori la carta (positiva diretta, scattata direttamente al banco) dal rivelatore. Fotografai una lampadina, fulminata, al tungsteno, in pieno controluce, forse come ricordo di qualcosa che a breve non esiterà più ma, non avendo un punto di riferimento con cui misurarmi è rimasta la foto di una lampadina ma, oggi, dopo aver letto prima e poi visto, allora forse, non è più una lampadina. Dovremmo (rigorosamente IMHO) leggere di più sulle loro scelte, biografie, storie che li hanno condizionati meno roba tecnica. Dal banale cestinare l'esposimentro spot da parte di Weston, fino alle relazioni umane che ebbe inclusa quella con Adams ed agguerrirsi meno (ma senza trascurare troppo) sulle tecnica.
Ci tornerei anche io ma stavolta, come dice Paolo, con le mie stampe in mano, non per misurare la bravura tecnica ma per confrontare l'aspetto "veritiero" che (a detta loro e pure un po' mia) il contatto o una positiva diretta rilascia.
PS: il catalogo l'ho preso, il mio non è male, ho anche approfittato dello sconto extra (tutti i libri a 10 euro) per prendere qualcos'altro.