Criticità temperatura C.O

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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zone-seven
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da zone-seven »

Merambolin ha scritto:
13/12/2022, 22:36
I gradi a volte sono parecchiucci, anche 10 ( da 28 a 18) se per un motivo o per l'altro non riesco a controllare tutte le vasche. Poi certo, non sempre sono così tanti.

Nelle stampe questa differenza di energia dovrebbe influenzare il solo rivelatore giusto?
Anche il fissaggio ... il rivelatore è sempre quello più critico.
Ma l'escursione 18-28 è ambiente ? O sono i liquidi che ti cambiano di 10 gradi ? :-o
28-18 però non sono così critiche; per le pellicole, una volta preparate le soluzioni di lavoro a 20 gradi, (con queste temperature ambiente) si mantengono per parecchio tempo senza ausili, un paio di pellicole riesci a svilupparle senza patemi a patto che non ti ci addormenti sopra :D
Per le stampe, io a 18 ci lavoro tranquillamente (sia come temperatura ambiente sia come temperatura dei chimici) il problema maggiore lo puoi avere col lavaggio delle stampe perchè con l'acqua sotto ai 18 dovresti allungare parecchio, sotto ai 15 diventa critico togliere il fissaggio.
Non so dove abiti ma la temperatura ambiente, generalmente, non cambia così repentinamente nell'arco della giornata.


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Merambolin
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Merambolin »

Le temperature che ho indicato sono quelle dei liquidi. All'interno della C.O la temperatura ambiente sta tra gli 8 e i 10 gradi. Di solito stempero prima con una stufetta elettrica ( quelle da bagno per intenderci) e una volta spenta, riscende piano piano.

Come avete già scritto, gestire la temperatura durante lo sviluppo della pellicola è piuttosto semplice. Tengo i liquidi a bagno in acqua a temperatura controllata e costante, ma per la carta mi è più difficile... Di solito mentre stampo, in casa vengono utilizzati altri elettrodomestici e c'è il rischio di far saltare il contatore ( solitamente stufette e termosifoni elettrici hanno un consumo intorno i 2000W )quindi l'ambiente me lo tengo freddo

Adesso stavo pensando ai cavetti riscaldanti per acquari. Potrei usarli nudi e crudi così (esterni alle vasche naturalmente) oppure costruire un pianale apposito da appoggiare sul tavolo all'occorrenza.

P.s
Scusate la risposta veloce ma sono di fretta, appena ho un attimo finisco di leggere tutto

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zone-seven
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da zone-seven »

Merambolin ha scritto:
16/12/2022, 13:13
Le temperature che ho indicato sono quelle dei liquidi. All'interno della C.O la temperatura ambiente sta tra gli 8 e i 10 gradi....
Con 8 gradi in camera oscura il problema dei liquidi è l'ultimo, morirai di freddo prima tu...però la lampadina dell'ingranditore ti ringrazierà sopratutto se è un alogena da 250 watt.
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Pierpaolo B
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Pierpaolo B »

8° sono veramente troppo pochi.
La temperatura dei chimici la puoi mantenere in tanti modi già illustrati….. un amico usava uno scaldasonno imetec su cui metteva le bacinelle ma 12 gradi di differenza dalla temperatura ambiente sono tanti.
…..poi come già detto da Enzo sei al limite del disagio fisico. La co è un luogo in cui ci si muove poco…..il freddo entra velocemente nelle ossa e il disagio non consente una adeguata concentrazione.
….ma pure l’abbigliamento va a limitare i movimenti
Io non resisterei più di mezz’ora.
La stufetta elettrica poi consuma come un frecciarossa in salita.
Mi chiamo Pierpaolo.
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Andrea67c
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Andrea67c »

Valuta una coibentazione. Sei stato bravissimo a costruire tutto, credo che coibentare un cubo di legno sia facile per te. In modo da raggiungere e mantenere con facilità almeno i 16 gradi ambiente, vedi tu come. I meno ingombranti, li ho visti usatissimi in Germania anche per normali stanze da abitare, sono i pannelli radianti elettrici. D'inverno ti rimane il problema della ventilazione, che va contro l'esigenza di non disperdere calore. Io ho stampato anni senza ventilazione, né d'estate né d'inverno, e sono ancora vivo, ma la consiglierei comunque.

Ciao!
A.

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ric1854
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da ric1854 »

Per l'ambiente in inverno un termoventilatore di buona qualità. Ce ne sono di veramente efficienti e rapidi nel riscaldare. Per l'estate ventilatore o meglio condizionatore, che non ritengo necessario a meno che tu non passi giornate in camera oscura e non stampi alle due del pomeriggio. I chimici non andrebbero usati al di sotto dei 18° ne al di sopra dei 24°. In questo intervallo basta fare le opportune variazioni tempo di sviluppo, ci sono apposite tabelline. In inverno avrai temperature al di sotto dei 18° e allora bagnomaria con acqua calda. In estate bagnomaria con acqua e ghiaccio. Questo per lo sviluppo delle pellicole. Per la carta in estate: non osservo particolari procedure, ho sviluppato anche a 27° senza inconvenienti. l'inverno sotto i 18° il processo chimico di sviluppo viene alterato, fissaggio e arresto, secondo me, funzionano, con tempi allungati, fino ai 15°. Per lo sviluppo ok al riscaldatore da acquario. Lo uso immerso in una bacinella con acqua sulla quale vado a mettere la vaschetta dello sviluppo il fondo della quale lambisce l'acqua tiepida. Bisogna arrangiarsi a cercare una bacinella, non troppo profonda, di dimensioni giuste in rapporto a quelle della vaschetta.

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Augusto Lucchini
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Augusto Lucchini »

Personalmente, tenuto l'ambiente ad una temperatura minimamente decorosa, mi preoccuperei di tenere a temperatura costante e prossima ai 20 gradi la sola bacinella dello sviluppo.
Ma è solo un parere personale, ovviamente.
Spero di esserti stato utile,
Buone Feste
Augusto

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Silverprint
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Silverprint »

@Augusto Lucchini

Basta che il rivelatore non scenda sotto i 18°, poi non è che se il rivelatore è in temperatura e il fissaggio fa i ghiaccioli si possa lavorare...
Per regolarsi sul tempo di sviluppo, al variare della sua temperatura (e del suo consumo) si usa lo sviluppo fattoriale.
Anche perché d'estate, col problema inverso, si può benissimo lavorare col rivelatore ben sopra i 20°C.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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Merambolin
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Merambolin »

Grazie a tutti per i consigli. Vi chiedo scusa se ci ho messo tanto a rispondere ma la vita al di fuori del forum ha deciso di darmi vari gomitoli da sistemare..
Al momento in cui scrivo non sono ancora tornato in camera oscura per fare delle vere e proprie sessioni (l'inverno è arrivato semicit.), ma ho pensato ad alcune soluzioni per tamponare momentaneamente il problema.

-Innanzi tutto ho comprato un termoforo ( uno scaldino elettrico per il corpo in pratica) da usare per scaldare le bacinelle. Ha un timout automatico e vari livelli di intensità che anche se non specificano la temperatura, permettono di avere un certo controllo su di essa. Per ora ne ho preso solo uno per verificare se funziona e se è pratico, ma in casa da qualche parte dovrei averne un altro vecchio.

- Continuerò ad usare la stufetta o chi per lei per stemperare l'aria prima di iniziare le sessioni di stampa, quanto meno fino a che i liquidi non sono pronti e a temperatura nelle loro bacinelle. Poi, a Dio piacendo, troverò una soluzione migliore tipo i pannelli radianti proposti da @Andrea67c oltre che, naturalmente, cercare un modo per coibentare anche solo di poco la zona. Ho visto che di solito usano dei pannelli di sughero ma valuto alternative.

Conto di gestire meglio anche l'approvvigionamento idrico, ma questo è argomento per un altro post. Grazie ancora a tutti!

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Pierpaolo B
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Re: Criticità temperatura C.O

Messaggio da Pierpaolo B »

Il sughero no. A parte che costa un botto non è pratico per un uso del genere.
Molto meglio la stiferite o poliuretano estruso in genere. Più robusto, lavorabile e pure facilmente intonacabile. Costa molto meno del sughero (anche se con la moda dei cappotti è andato a 10x). Ci metti un 8 cm e se i serramenti sono decenti ci scaldi con un fiammifero.
Mi chiamo Pierpaolo.
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