Terza parte:
Naturalmente l'omino malefico sapeva benissimo che prendere una misura della luce con un unico riferimento (il grigio medio, che dovrebbe far media, ma non lo fa) era proprio un'idea bislacca, ma sapeva anche che "quelli bravi" si sarebbero arrangiati inventando mille stratagemmi, più o meno bislacchi anch'essi, per sfuggire agli inevitabili errori di un sistema simile, e quindi approvò. Ovviamente fu un ottimo affare, le macchinette si vendevano e ci fu anche un esercito di riviste, consiglieri, manualoni e manualini pullulanti dei mille trucchi per ingannare l'esposimetro facendo si che esso non fosse ingannato dalla luce...
Rivelatore Tri-x 400 - Lezioni di fotografia
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Re: R: rivelatore trix 400
Non lo disturbare che è una delle poche volte che riesco a leggere i suoi post senza perdermi alla terza riga, accusare un forte mal di testa e sentirmi completamente ignorantevngncl61 ha scritto:Sei più antipatico di Vittorio Sgarbi
Andrea
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Re: rivelatore trix 400
Prrrrrrrr!vngncl61 ha scritto:Sei più antipatico di Vittorio Sgarbi
Mjrndr! Perdona la mia cripticità, sono contorto! Però volentieri ri-scrivo, ri-spiego (fa bene anche a me), per cui al prossimo mal di testa... Protesta! Fa anche rima!
Quarta parte (seria?).
E quindi, ricapitolando un po', la tecnica fotografica si evolve tra due poli opposti, da una parte la spinta dei fabbricanti (almeno quelli più grossi) verso il prodotto adatto alle masse e quindi "necessariamente" (secondo chi poi...? ) "fool proof" (per non offendere) e le esigenze totalmente antitetiche dei professionisti e degli utenti più accorti e, come ovvia coseguenza, si produce una larga fascia di pubblico che è una via di mezzo (di cui tutti, per molto o per poco abbiamo fatto parte).
Purtroppo questa di mezzo è una larga fascia, quindi commercialmente appetibile e a loro vengono rivolti la maggior parte dei prodotti di costo medio elevato, ricchi di gadget e specchietti per le allodole e ben intrisi di questa schizofrenia di fondo tra "premi il bottone, noi facciamo il resto" e "la potenza é nulla senza controllo". Il problema è che si sviluppa anche una sub(?)-cultura di questa fascia di mezzo dove prosperano operatori "culturali" che invece di spiegare come funzionano le cose scrivono libroni complicatissimi (compresi quelli delle istruzioni degli apparecchi) per spiegare come usare le macchine evitando accuratamente di spiegare come funziona la fotografia...
Insomma il "controllo" viene venduto, ma é una patacca è solo il controllo dell'apparecchio.
MINI OT. L'ho giá detto millanta volte, ma ci sta di nuovo bene. Per scattare servono solo 3 (tre!) comandi, tempi, diaframmi e messa a fuoco: tre ghiere, tre! Mi spiegate a cosa servono centoventi tastini multifunzione? Non sará più semplice spiegare la profondità di campo e l'uso dei tempi invece che il funzionamento di trentatre programmi d'esposizione, diciotto dei quali personalizzabili tramite "custom functions" accesibili dal menù avanzato come da istruzioni da pagina 402 a 538 del manuale plurilingue? Totalmente schizofrenico, da "fool proof" (pag 1, programma rettangolino verde) a controllo (apparente).
Controllo apparente perché non può essere altro che il controllo d'un apparecchio inutilmente complicato.
Fine quarta parte.
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Re: rivelatore trix 400
@Silverprint: Aspetto gli altri capitoli della storia, sono tutto orecchie!
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Re: rivelatore trix 400
Buondì!
Quinta parte:
Dov'è il problema? La tecnica fotografica è roba nota da molti decenni, ci sono scuole e testi validi, l'evoluzione dei materiali sensibili c'è stata ed è stata spessissimo assai valida. Tutto vero, così come è vero che ci sono fotografi bravi (anche) dal punto di vista tecnico. Potremmo anche infischiarcene dell'evoluzione assai bislacca degli apparecchi, no?
Insomma... i fotografi bravi (anche) dal punto di vista tecnico e quindi più liberi d'esprimersi potrebbero essere (ed essere stati) molti di più e gli operatori culturali avrebbero potuto spiegare queste cose note da parecchi decenni (in effetti qualcuno, specialmente in passato ci ha provato) se non avessero creduto al dogma commerciale per cui è più semplice (e non semplicemente più lucroso) spiegare come funziona un apparecchio complicatissimo, che non ha nessun valido motivo per essere complicato, invece che spiegare un po' di tecnica fotografica.
In questo clima culturale, gonfiato da altri antichi retaggi come l'assurdo pensiero che tecnica ed espressione siano cose antitetiche (surrealismo) e da un ottocentesca cieca fiducia nel "progresso" tecnologico alcuni aspetti della fotografia hanno sofferto particolarmente, tra questi ha specialmente sofferto la tecnica dell'esposizione e dello sviluppo del negativo.
Rimane da decidere se ha sofferto di più perché gli esposimetri erano nati "male" (in parte inevitabilmente data la tecnica dell'epoca) o perché abbiamo creduto a chi diceva che misurare la luce in due punti scelti appositamente (cioé misurare il contrasto) invece che in uno preso a casaccio sarebbe stato davvero eccessivamente difficile per le possibilità intellettive della maggior parte degli esseri umani.
Rimane il fatto che con l'introduzione del codice DX e degli esposimetri a matrice (anni '80 del secolo scorso) sarebbe stato facile e possibile fare esposimetri finalmente funzionanti (almeno dal punto di vista tecnico) e funzionanti senza quel bagaglio di mille trucchetti per ingannarli e senza conoscere più di tanto la tecnica.
Ma così non fecero. Sarebbe bastato un semplice algoritmo di calcolo (informando il chip sul tipo di pellicola in uso negativo/positivo), eppure scelsero di creare un oggetto totalmente passivizzante rinunciando a quell'unico povero parametro fisso che, seppur sbilenco e poco sensato, poteva essere usato con scienza e coscienza: il famigerato grigio medio.
Perché un esposimetro a matrice è totalmente passivizzante? È passivizzante proprio perché invece di un parametro fisso di riferimento usa (per la solita precisa scelta commerciale) come riferimento "le immagini tipiche", ovvero paragona le letture dei vari settori a quelle che il fotografo medio (entità astratta e spaventosa) fa, in tutto non più di 80.000 e questo paragone lo fa "naturalmente" senza informare il fotografo delle sue scelte. Una follia veramente inquietante. Insomma, nel momento in cui l'evoluzione tecnica avrebbe potuto veramente semplificare la vita, almeno di quelli che avrebbero vissuto tranquilli con un controllo discreto seppur non totale del mezzo, si è ancora una volta scelto un progresso a metà (per paura di perdere future vendite) creando esposimetri monstre spegni-cervello. Questo si a me pare "criminale".
Fine quinta parte...
Quinta parte:
Dov'è il problema? La tecnica fotografica è roba nota da molti decenni, ci sono scuole e testi validi, l'evoluzione dei materiali sensibili c'è stata ed è stata spessissimo assai valida. Tutto vero, così come è vero che ci sono fotografi bravi (anche) dal punto di vista tecnico. Potremmo anche infischiarcene dell'evoluzione assai bislacca degli apparecchi, no?
Insomma... i fotografi bravi (anche) dal punto di vista tecnico e quindi più liberi d'esprimersi potrebbero essere (ed essere stati) molti di più e gli operatori culturali avrebbero potuto spiegare queste cose note da parecchi decenni (in effetti qualcuno, specialmente in passato ci ha provato) se non avessero creduto al dogma commerciale per cui è più semplice (e non semplicemente più lucroso) spiegare come funziona un apparecchio complicatissimo, che non ha nessun valido motivo per essere complicato, invece che spiegare un po' di tecnica fotografica.
In questo clima culturale, gonfiato da altri antichi retaggi come l'assurdo pensiero che tecnica ed espressione siano cose antitetiche (surrealismo) e da un ottocentesca cieca fiducia nel "progresso" tecnologico alcuni aspetti della fotografia hanno sofferto particolarmente, tra questi ha specialmente sofferto la tecnica dell'esposizione e dello sviluppo del negativo.
Rimane da decidere se ha sofferto di più perché gli esposimetri erano nati "male" (in parte inevitabilmente data la tecnica dell'epoca) o perché abbiamo creduto a chi diceva che misurare la luce in due punti scelti appositamente (cioé misurare il contrasto) invece che in uno preso a casaccio sarebbe stato davvero eccessivamente difficile per le possibilità intellettive della maggior parte degli esseri umani.
Rimane il fatto che con l'introduzione del codice DX e degli esposimetri a matrice (anni '80 del secolo scorso) sarebbe stato facile e possibile fare esposimetri finalmente funzionanti (almeno dal punto di vista tecnico) e funzionanti senza quel bagaglio di mille trucchetti per ingannarli e senza conoscere più di tanto la tecnica.
Ma così non fecero. Sarebbe bastato un semplice algoritmo di calcolo (informando il chip sul tipo di pellicola in uso negativo/positivo), eppure scelsero di creare un oggetto totalmente passivizzante rinunciando a quell'unico povero parametro fisso che, seppur sbilenco e poco sensato, poteva essere usato con scienza e coscienza: il famigerato grigio medio.
Perché un esposimetro a matrice è totalmente passivizzante? È passivizzante proprio perché invece di un parametro fisso di riferimento usa (per la solita precisa scelta commerciale) come riferimento "le immagini tipiche", ovvero paragona le letture dei vari settori a quelle che il fotografo medio (entità astratta e spaventosa) fa, in tutto non più di 80.000 e questo paragone lo fa "naturalmente" senza informare il fotografo delle sue scelte. Una follia veramente inquietante. Insomma, nel momento in cui l'evoluzione tecnica avrebbe potuto veramente semplificare la vita, almeno di quelli che avrebbero vissuto tranquilli con un controllo discreto seppur non totale del mezzo, si è ancora una volta scelto un progresso a metà (per paura di perdere future vendite) creando esposimetri monstre spegni-cervello. Questo si a me pare "criminale".
Fine quinta parte...
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Re: rivelatore trix 400
Buongiorno!
Esposimetri a matrice --> Matrix, multizona... giusto?
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Re: rivelatore trix 400
Giusto!lorypiccolo ha scritto:Esposimetri a matrice --> Matrix, multizona... giusto?
In giornata continuo e concludo (forse... ).
Re: R: rivelatore trix 400
@ Silverprint : in realtà io non dicevo che non sei chiaro ad esporre, ma che di solito tratti argomenti che sono anni luce dalla mia attuale conoscenza in materia! Li leggo con attenzione, ma capisco poco
Ps: questi tuo "articolo" sul l'esposimetro secondo me meriterebbe un suo post a parte(anche sul blog) : in questo thread rischia di perdersi
Andrea
Ps: questi tuo "articolo" sul l'esposimetro secondo me meriterebbe un suo post a parte(anche sul blog) : in questo thread rischia di perdersi
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Re: rivelatore trix 400
Grazie Andrea,
Però quando "capisci poco" che significa anche che almeno un po' (per essere indulgenti) mi sono spiegato male, chiedi! Non ti far scrupoli, casomai saró io a gettare la spugna!
Eh... boh? Non sarà troppo "barzelletta" per il nostro serissimo blog?
Però quando "capisci poco" che significa anche che almeno un po' (per essere indulgenti) mi sono spiegato male, chiedi! Non ti far scrupoli, casomai saró io a gettare la spugna!
Eh... boh? Non sarà troppo "barzelletta" per il nostro serissimo blog?
Re: R: rivelatore trix 400
Non temere, ti trovo chiaro come insegnante, è che davvero tratti degli argomenti, specie nel grande formato, di cui sono assolutamente ignorante. Leggo tuttavia volentieri per raccogliere comunque qualche informazione utile in futuro. Per quanto riguarda il blog trovo che sia una brutta abitudine italiana quella di ritenere che la cultura vada trasmessa attraverso paroloni e frasi complesse, si possono insegnare cose serie in uno stile leggero e piacevole!Silverprint ha scritto:Grazie Andrea,
Però quando "capisci poco" che significa anche che almeno un po' (per essere indulgenti) mi sono spiegato male, chiedi! Non ti far scrupoli, casomai saró io a gettare la spugna!
Eh... boh? Non sarà troppo "barzelletta" per il nostro serissimo blog?
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