Ho sperimentato nei giorni scorsi uno sviluppo in unica tank con una tmax 400 ed una efke 50 con rivelatore a base di solo Pirocatechina (1 grammo per 100 cc di acqua distillata), rivelata con soluzione di idrossido di sodio (soda caustica) all'1%.
Tempi: 6 minuti per il primo bagno (da recuperare) e 6 minuti per il secondo bagno (a perdere).
Entrambe le pellicole sono state rivelate perfettamente, in modo equilibrato, con piena lettura delle ombre e delle alte luci.
Sono soddisfatto.
Appena potrò, allegherò due esempi scannerizzati con il canon 9000.
Domanda: cosà potrà succedere se una unica pellicola è stata esposta in parte sulla base di iso nominale ed in altra parte tirata come se fosse di iso più alta?
Pinomar
sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
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Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Ciao! Ben-ritovato!
Vedo che prosegui con soddisfazione l'avventura negli sviluppi a due bagni. Bene.
Vedo che prosegui con soddisfazione l'avventura negli sviluppi a due bagni. Bene.
Che la parte "tirata" risulterá meno esposta. Lapalissiano dirai, ma forse la domanda sottende qualcosa che mi sfugge. Puoi specificare meglio?pinomar ha scritto:Domanda: cosà potrà succedere se una unica pellicola è stata esposta in parte sulla base di iso nominale ed in altra parte tirata come se fosse di iso più alta?
Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Grazie per la costanza con cui Silverprint segue il forum.
In effetti la domanda ha un significato meno lapalassiano.
In altri termini vorrei capire se lo sviluppo a due bagni diventa supercompensatore, tanto da consentire, con le pellicole di media sensibilità, un'ampia estensione di esposizione, come accade nel caso del tiraggio di una parte dei fotogrammi di un medesimo rullo.
Rinvio, per le esperienze del passato, neppure troppo lontano, al seguente link: http://www.21gradi.it/Public/F197402_MI ... DIVISO.PDF
Pinomar
In effetti la domanda ha un significato meno lapalassiano.
In altri termini vorrei capire se lo sviluppo a due bagni diventa supercompensatore, tanto da consentire, con le pellicole di media sensibilità, un'ampia estensione di esposizione, come accade nel caso del tiraggio di una parte dei fotogrammi di un medesimo rullo.
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Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Mi pareva ci fosse sotto un altro interrogativo!
Io la vedrei in maniera leggermente diversa e separata per quanto riguarda alte luci ed ombre.
In una determinata procedura di sviluppo si ottiene una certa sensibilità, ovvero capacitá di registare dettagli nelle ombre, questa è leggermente variabile e con alcuni accorgimenti si riesce a sfruttarla molto a fondo, ma QUELLA SARÀ. Vale a dire che NON ESISTE un procedimento che abbia un effetto compensatore nelle ombre, ma solo che con determinati rivelatori o procedure di sviluppo la sensibilità viene più o meno sfruttata. O detta altrimenti, qualsiasi siano gli asa impostati la resa delle ombre dipende dall'esposizione e se si variano gli asa "in corsa", qualsiasi sia lo sviluppo, si varia il dettaglio nelle ombre.
Discorso diversissimo invece per quanto riguarda le luci che sono di variabilità estrema dipendente dall'esposizione (inevitabilemente), ma sopratutto dallo sviluppo. Uno sviluppo non compensatore produrrá una variazione di densitá delle luci marcata e dipendente dalla sua energia (tempo, temperatura, concentrazione ed in misura minore agitazione); viceversa più lo sviluppo è compensatore meno questa differenza sarà marcata, ma mai nulla. Se fosse nulla non ci sarebbe modulazione, ma un unica densità assolutamente priva di dettagli come se la pellicola avesse raggiunto la completa saturazione.
Lo scopo quindi dell'utilizzo di uno sviluppo compensatore è prima di tutto quello di tenere sotto controllo il contrasto evitando di produrre sul negativo densità eccessive e difficilmente stampabili e solo in seconda battuta è possibile (con alcuni sviluppi compensatori o modalità di sviluppo compensanti) approfittare dell'effetto compensatore per prolungare lo sviluppo stesso senza produrre un eccessivo aumento di contrasto (densità delle luci) allo scopo di sfruttare più a fondo la sensibilità. Lo sfruttamento maggiore della sensibilità è comunque assai relativo (più di tot non ne esce, non c'è verso) e quindi sarebbe più corretto dire che lo scopo reale è alzare la densità dei toni medi per portarli a valori congrui anche in presenza di sottoesposizione, che poi sarebbe a tutti gli effetti un tiraggio.
Mi rendo conto che é un po' difficile, per cui se ci sono domande non fate i timidi... ;)
Io la vedrei in maniera leggermente diversa e separata per quanto riguarda alte luci ed ombre.
In una determinata procedura di sviluppo si ottiene una certa sensibilità, ovvero capacitá di registare dettagli nelle ombre, questa è leggermente variabile e con alcuni accorgimenti si riesce a sfruttarla molto a fondo, ma QUELLA SARÀ. Vale a dire che NON ESISTE un procedimento che abbia un effetto compensatore nelle ombre, ma solo che con determinati rivelatori o procedure di sviluppo la sensibilità viene più o meno sfruttata. O detta altrimenti, qualsiasi siano gli asa impostati la resa delle ombre dipende dall'esposizione e se si variano gli asa "in corsa", qualsiasi sia lo sviluppo, si varia il dettaglio nelle ombre.
Discorso diversissimo invece per quanto riguarda le luci che sono di variabilità estrema dipendente dall'esposizione (inevitabilemente), ma sopratutto dallo sviluppo. Uno sviluppo non compensatore produrrá una variazione di densitá delle luci marcata e dipendente dalla sua energia (tempo, temperatura, concentrazione ed in misura minore agitazione); viceversa più lo sviluppo è compensatore meno questa differenza sarà marcata, ma mai nulla. Se fosse nulla non ci sarebbe modulazione, ma un unica densità assolutamente priva di dettagli come se la pellicola avesse raggiunto la completa saturazione.
Lo scopo quindi dell'utilizzo di uno sviluppo compensatore è prima di tutto quello di tenere sotto controllo il contrasto evitando di produrre sul negativo densità eccessive e difficilmente stampabili e solo in seconda battuta è possibile (con alcuni sviluppi compensatori o modalità di sviluppo compensanti) approfittare dell'effetto compensatore per prolungare lo sviluppo stesso senza produrre un eccessivo aumento di contrasto (densità delle luci) allo scopo di sfruttare più a fondo la sensibilità. Lo sfruttamento maggiore della sensibilità è comunque assai relativo (più di tot non ne esce, non c'è verso) e quindi sarebbe più corretto dire che lo scopo reale è alzare la densità dei toni medi per portarli a valori congrui anche in presenza di sottoesposizione, che poi sarebbe a tutti gli effetti un tiraggio.
Mi rendo conto che é un po' difficile, per cui se ci sono domande non fate i timidi... ;)
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Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Rileggendo quel vecchio articolo si "rabbrividisce" un po'...
Comunque a ben leggere (la chiave è la parola "stampabilità") e come si buon ben vedere dai negativi quel che ottiene è un maggior sfruttamento della sensibilità unito ad una buona tolleranza in SOVRA (e non sotto, come scritto) esposizione dovuta all'effetto altamente compensatore. Come d'altronde è ovvio che sia.
Comunque a ben leggere (la chiave è la parola "stampabilità") e come si buon ben vedere dai negativi quel che ottiene è un maggior sfruttamento della sensibilità unito ad una buona tolleranza in SOVRA (e non sotto, come scritto) esposizione dovuta all'effetto altamente compensatore. Come d'altronde è ovvio che sia.
Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Se ho compreso bene quello che viene chiesto, oltre a quello che ha già spiegato Silverprint, faccio che presente che il Diafine permette di sviluppare nella medesima tank pellicole di tipo diverso e/o esposti a sensibilità diverse (e, quindi, a maggior ragione anche fotogrammi "tirati" e non sul medesimo rullo).
Non a caso, viene consigliano per pellicole di cui non si ricorda a quanti iso sono state esposte e/o conservati in condizioni non ottimali.
Personalmente, non l'ho mai provato ma il prossimo acquisto sulla lista della spesa della mia camera oscura.
Nadir
Non a caso, viene consigliano per pellicole di cui non si ricorda a quanti iso sono state esposte e/o conservati in condizioni non ottimali.
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Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Infatti... per "metterci una pezza" cercando di minimizzare i danni la strada è quella: sfruttamento della sensibilità quanto più si riesce ed alto effetto compensatore.
Ovvio PERÒ che se si partisse col piede giusto sarebbe meglio... ;)
Ovvio PERÒ che se si partisse col piede giusto sarebbe meglio... ;)
Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
Chiaro, ma il Diafine sembra essere davvero strano. Praticamente qualsiasi pellicola di qualsiasi sensibilità parrebbe poter essere sviluppata con 3min + 3min (è uno sviluppo in due bagni), senza che sensibilità e/o tiraggi diversi della pellicola ne influenzino apprezzabilmente la resa.
Inoltre il tiraggio della pellicola è standard (di base, viene consigliato di esporre ciascuna pellicola al doppio della sensibilità nominale): addirittura, viene consigliato di esporre la tri-x a 1600 iso!!
Se a ciò aggiungiamo che le soluzioni paiono avere durata pressoché eterna (da quel che leggo in giro) e che dalle foto che ho visto girando per il web sembra funzionare pure bene, sembra l'uovo di colombo. Sono proprio curioso di provarlo.
qui il datasheet.
Qualcuno sul forum l'ha mai provato?
Nadir
Inoltre il tiraggio della pellicola è standard (di base, viene consigliato di esporre ciascuna pellicola al doppio della sensibilità nominale): addirittura, viene consigliato di esporre la tri-x a 1600 iso!!
Se a ciò aggiungiamo che le soluzioni paiono avere durata pressoché eterna (da quel che leggo in giro) e che dalle foto che ho visto girando per il web sembra funzionare pure bene, sembra l'uovo di colombo. Sono proprio curioso di provarlo.
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Re: sviluppo contemporaneo di due pellicole diverse
È che purtroppo l'uovo di Colombo non esiste.
Il riferimento non è alla sensibilità effettiva (che comunque viene sfruttata a fondo), e quindi ad esporre per le ombre, ma al solito grigio medio e con un po' di ottimismo. Il discorso è il solito (quello del secondo post), ovvero alta compensazione (quindi le luci più di tanto non acquistano densitá, con perdita di modulazione e microcontrasto dei toni chiari che é conseguenza inevitabile) unita ad una certa energia che consente di alzare abbastanza la densitá dei toni medi rendendo possibile un apparente aumento di sensibilità (oltre il reale sfruttamento) per chi, come detto, usi i toni medi come riferimento.
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