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Il manuale scritto da Feininger sulla composizione in fotografia (purtroppo pubblicato anni fa da Vallardi in una trista traduzione, come dicasi per i tre maltradotti volumi di Adams per Zanichelli, per tacere della Autobiografia del Maestro di Carmel) sarebbe già troppo avanti, per chi si pone dubbi su cosa sia più o meno grandangolare in un 6x6.
Bisogna partire, come ho scritto, dai fundamentals. E ribadisco essere non preregrino il consiglio a leggersi i testi di Feininger; tutt'altro che disprezzabili, per chi li avesse letti.
Certo, in certi ambienti è ormai un paria, soprattutto per quell'affermazione su Adams ed il sistema teorizzato e messo in pratica da lui ed Archer. Eppure, Feininger ed Adams si stimavano molto reciprocamente. In ultima analisi non esiste IL metodo per eseguire uno scatto.
Mi spiace essere andato off-topic, vertendo la domanda se il 6x6 funzioni per i ritratti: a questo proposito, senza scomodare Avedon e Penn (Irving), rammenterei cosa seppe fare con la Rolleiflex e poi con la Hasselblad, il pure oggidì semidimenticato Cecil Beaton, autore di ritratti memorabili.
Buon pranzo,
Enzo (E.L.)
Ciao di nuovo @Elmar Lang ,
ho la fortuna di avere una certa infarinatura di inglese, per cui la maggior parte dei libri (fotografici) che ho sono in lingua originale. Anche nella versione originale i libri di Feininger mi fanno lo stesso effetto. Vuoi che ti stupisca? Anche leggere il negativo di Adams in inglese mi ha annoiato un bel po' (sacrilegio!!) ma non per i contenuti, proprio per la sua prosa. Colpa mia di sicuro.
Mi spiace essere andato off-topic, vertendo la domanda se il 6x6 funzioni per i ritratti: a questo proposito, senza scomodare Avedon e Penn (Irving), rammenterei cosa seppe fare con la Rolleiflex e poi con la Hasselblad, il pure oggidì semidimenticato Cecil Beaton, autore di ritratti memorabili.
Senz'offesa per il nostro Lova, io credo che occorrerebbe una rilettura dei fundamentals ed in questo rivaluterei i bei volumi introduttivi alla fotografia, opera di Andreas Feininger, che si trovano ancor oggi -facilmente ed a pochi euro- nel circuito dei libri usati.
E' un autore oggidì ingiustamente quasi dimenticato. Forse, la damnatio memoriae cui pare condannato, è in quella sua noterella risalente al 1976 sul Sistema Zonale:
“I deliberately omitted discussing the so-called Zone System of film exposure determination in this book because in my opinion it makes mountains out of molehills, complicates matters out of all proportions, does not produce any results that cannot be accomplished more easily with methods discussed in this text, and is a ritual if not a form of cult rather than a practical technical procedure.”.
Buona giornata,
Enzo
I Forum dovrebbero essere luogo di confronto e condivisione di informazioni. Se una persona con la sua stessa passione ha un dubbio non può chiedere? Ho fatto la stessa domanda su photo.net e ho ricevuto molte risposte dettagliate e gentili. Quindi le auguro una buona giornata.
Senza scomodare i grandi della fotografia, basti pensare a decenni di matrimoni fatti con Hasselblad e Rolleiflex ( quadrato).
E si che i matrimoni ce ne hanno di ritratti.
Quindi è solo questione compositiva
Il formato quadrato è un vero e proprio linguaggio che va fatto un po' tuo.
Per chi viene dal "cinemascope" dato da formati rettangolari è molto ostico da affrontare di primo acchitto. Ma una volta compreso può essere una ottima arma espressiva.
Comincerai a vedere scene quadrate e volerle immortalare.
Addirittura ci sono cose che solo in quadrato funzionano ( e altre solo in rettangolare, ovviamente)
Un po' come alcuni termini se provi a tradurli. Funzionano solo in dialetto.
Il formato quadrato non nasce per il linguaggio ma per praticità..... lo puoi usare in verticale e in orizzontale. Per i professionisti era una gran furbata.
...poi lasciarlo quadrato difficilmente rovina lo scatto (ritratto).
....poi il "linguaggio" lo crei tu con le foto che fai.....
...generalmente nel ritratto è piuttosto azzeccato ma spesso ci si azzecca pure tagliando.
Insomma ho visto ottimi ritratti ovali.... rotondi, quadrati, rettangolari.
Il formato quadrato non nasce per il linguaggio ma per praticità..... lo puoi usare in verticale e in orizzontale. Per i professionisti era una gran furbata.
...poi lasciarlo quadrato difficilmente rovina lo scatto (ritratto).
....poi il "linguaggio" lo crei tu con le foto che fai.....
...generalmente nel ritratto è piuttosto azzeccato ma spesso ci si azzecca pure tagliando.
Insomma ho visto ottimi ritratti ovali.... rotondi, quadrati, rettangolari.
Proprio per questo, nel mio post agli inizi di questa discussione, ho citato Oscar Ghedina...
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
Il formato quadrato non nasce per il linguaggio ma per praticità..... lo puoi usare in verticale e in orizzontale. Per i professionisti era una gran furbata.
Non nasce per quello, ovvio.
Ma può diventarlo.
Come può diventarlo un tondo ( arte rinascimentale docet).
Per i paparazzi era comodo per fare le foto al volo, un po 'ndo cojo cojo, con le Rollei e poi tagliare quello che serviva in camera oscura.
Un capitolo de "Il Nuovo Manuale Rollei" di Oscar Ghedina (Il Castello ed., 1972), si intitola "A proposito del formato quadrato"; ricco di spunti assai interessanti.
Il capitolo precedente, "Le prerogative della Rolleiflex biottica", contiene interessantissime note sulla scelta dell'ottica da 75 o 85mm. a confronto con l'ottica "normale" del formato 24x36 su film 35mm..
Libri vecchi, forse, ma meritevoli della massima attenzione, scritti spesso da autori che noi oggi -credendo di aver tutto già a disposizione- tendiamo a sottovalutare.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
incredibile quanto tempo in chiacchiere riusciamo a trascorrere invece di fotografare...
Anch'io insisto: comodo il quadrato, che permette facili selezioni di qualsiasi formato.
Cosa che posso fare con qualunque formato di partenza.