Analogica.it

isos1977 ha scritto: ↑

12/02/2016, 12:12

Ovviamente, nell'articolo parla di condivisione delle foto. Quindi si parla di "scattare" in senso lato.

A parte questo. Chiaramente l'occhio va allenato ed educato. Penso sia fondamentale fare tanta pratica proprio per sviluppare quell'intuito che permette di essere reattivi e pronti a cogliere gli aspetti della realtà che esprimo qualcosa che volevamo comunicare . Non saranno tutte foto buone comunque. La pratica serve anche per imparare a selezionare le foto e prendere quelle in cui siamo riusciti a trasmettere meglio e quello che volevamo dire.

entro in questo argomento anche se abbastanza datato.. ma poi trovo riscontri anche molto recenti quindi ancora attivo...
metto in discussione il tuo discorso nel dire che l'occhio va allenato;
non è l'occhio che va allenato, è il pensiero!
non si fa un film senza una sceneggiattura già scritta, e che nasce da un'idea
non si scrive un libro senza un'idea di partenza
decenni fa Paola Ghirri mi disse che Luigi ai sui allievi suggeriva di pensare a un lavoro fotografico esattamente come scrivere un libro
è dunque l'idea che fa un lavoro fotografico; ovviamente se l'idea è matura, intelligente, interessante, il lavoro sarà interessante
se l'idea è semplice, spensierata.. o banale, il lavoro ne sarà la naturale conseguenza.
allenare l'occhio serve al fine di dare la giusta archittetura all'immagine già nel mirino
è quella che vedi nel mirino la fotografia.. non quella che poi a casa la tiri, la molli, l'allunghi, l'accorci
e in quanto alla realtà che citi sopra che vuoi esprimere; non è la realtà che esprimi, bensì una reinterpretazione
sono i tanti a sostenerlo, la fotografia non può essere reale.. ognuno racconta se stesso, chi la osserva ne riceve emozioni in base al proprio vissuto e bagaglio culturale.
Peccato che tanta fotografia che avanza; in sede d'inaugurazione della mostra, l'autore/trice anticipano in parole ciò che poi si dovrebbe leggere dalle immagini osservandole in silenzio... ma io spesso non vedo quello che mi raccontano

Silverprint ha scritto: ↑

12/08/2024, 19:56

Si può leggere qualcosa che ha una lingua.
Le immagini non comunicano (tecnicamente parlando la comunicazione è altra cosa), possono attivare pensieri, non univoci, o possono anche non farlo.
L'errore di molti è credere che comunichino e pertanto fanno ragionamenti sulla comunicazione, che poi non possono trovare certo riscontro... come appunto osservi.

si possono leggere Andrea, si leggono con lo sguardo.. ma non si traducono in parole
ricevi emozioni, pizzicori..
puoi vedere immagini dove ti identifichi perchè hai vissuto qualcosa che assomiglia e di conseguenza rispolveri emozioni già vissute
possono apparirti insignificanti perchè cerchi solo forme e colori.. o grigi nel b&n.. ma è limitativo
resta di fatto che se vuoi chiamarlo "Lavoro", devi avere una sceneggiatura mentale che ti accompagna in questo teatro del mondo
per questo, non sapendo cosa trovi, se hai una idea di partenza, quando vedi qualcosa che la esprime puoi raccoglierla.
da 50anni ho con me ogni giorno minimo una macchina fotografica (due è meglio), solo così ho potuto dare forma a tutti i miei lavori
Un lavoro è fatto da un insieme di fotografie
fotografie che già devono funzionare osservandole individualmente, ma deve essere la continuità della precedente e precedere la successiva..
in caso contrario fai, nel corso della vita, tante belle fotografie che non dialogano tra di loro; finiscono in un cassetto o al masssimo in parete a casa tua

Silverprint ha scritto: ↑

12/08/2024, 22:10

Non parlavo di progettualità.

Parlavo del fatto che non si leggono, ma, appunto, attivano pensieri o emozioni, se vuoi.
Leggere implica che ci siano parole e non ce ne sono.
Chi dice lettura delle immagini, lettura portfolio, etc, usa termini impropri. Interpretare una immagine è diverso, assai, da leggerla.

si, sono io che uso impropriamente il termine "lettura"
è giusto dire "si osservano"
penso che sosteniamo lo stesso concetto ma io banalmente ho sempre usato il termine "lettura" in quanto mi sembra di stimolare una visione più profonda ai tanti che si fermano alla forma... e sono tanti
pronti a criticare se è storta, se è sfuocata, mossa, troppo morbida o troppo contrastata.. solo per dirne alcune...
però i Macchiaioli, infrangendo le regole accademiche della pittura, hanno ispirato gli impressionisti francesi..
e Robert Rauschenberg ha dichiarato che alcune delle sue fotografie più efficaci sono frutto di un errore..