Sviluppo pellicole: partire da zero
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
Ci ha fatto con gentilezza e grande impegno ed entusiasmo l'elenco delle cose da fare secondo il manualetto del fotoamatore, purtroppo portandoci anche la tipica e nota incapacità di distinguere le cose importanti da quelle poco rilevanti e con i soliti eterni errori che si tramandano di generazione in generazione. Apprezzo l'impegno, ma, non me ne voglia, se avesse letto un poco del forum forse si sarebbe reso conto che il livello dell'informazione qui fornita è più alto. Si capisce che ha studiato, ma anche che manca quasi completamente l'esperienza. Lo invito a frenare un poco l'entusiasmo e leggere di più qui sul forum prima dare consigli mettendo a rischio il tempo e le foto altrui.
Cominciando dalle cose più importanti: il contrasto si regola cambiando tempo di sviluppo NON si regola cambiando diluizione o agitazione. Non si usa la diluizione perché variandola variano anche altre cose e calcolando bene i tempi il contrasto si può fare identico. Non si usa l'agitazione perché è poco incisiva.
L'effetto bordo NON dipende dalla diluizione. L'acutanza aumenta aumentando la diluizione (entro un certo limite) SOLO con i rivelatori solfitosi, altrimenti è l'opposto.
Il pre-bagno il più delle volte provoca i difetti che vorrebbe evitare (provate a farlo sui formati più grandi in tank, sic...). Inoltre aumenta un poco il contrasto, cose che è quasi sempre poco desiderabile sui negativi. Insomma è inutile se non dannoso.
L'acqua distillata è inutile se non dannosa, anche perché se per distillata s'intende quella dei ferri da stiro è facile trovarsela con acidità poco compatibile col rivelatore. Per l'imbibente si può usare, ma NON è assolutamente necessaria (soldi buttati).
Acqua dura e con residui grossolani NON sono la stessa cosa. Con l'acqua dura si sviluppa benissimo, se dentro c'è la sabbia (che può stare anche in acque morbidissime) è meglio filtrarla.
Prima che il fissaggio cominci ad eliminare l'argento sviluppato e aumentare il contrasto ce ne vuole! Non avrebbe senso fissare tanto a lungo. Si fissa il tempo che serve (tra le 2 e le 3 volte il tempo di chiarificazione).
Per l'arresto bastano 30 secondi, circa un minuto compreso riempimento e svuotamento di una tank piccola. Di più non serve, ma molto di più può far danno.
L'imbibente è un tensioattivo SENZA profumi, agenti pellicolanti e altre cose che possono fare male alle pellicole. Si usa l'imbibente apposito e NON il sapone dei piatti o della doccia.
Si può fare un bagno chiarificatore di ipolsofito, anche se sulle pellicole è abbastanza superfluo, ma come hanno detto le dosi non sono certo quelle omeopatiche che suggerisce Black Ink.
Perché ammattirsi a pulire le bottiglie a soffietto (che tanto rimangono sporche) quando si può farne a meno? Basta un poco di gas inerte dentro qualsiasi contenitore stagno.
Si usano le emulsioni sottili da molti decenni...
Un video sullo sviluppo dei negativi condito di sano debunking delle più comuni cavolate lo trovi qui: https://youtu.be/K-MqM_6ECN0?si=dK4n2tG3y2QLuekb
Cominciando dalle cose più importanti: il contrasto si regola cambiando tempo di sviluppo NON si regola cambiando diluizione o agitazione. Non si usa la diluizione perché variandola variano anche altre cose e calcolando bene i tempi il contrasto si può fare identico. Non si usa l'agitazione perché è poco incisiva.
L'effetto bordo NON dipende dalla diluizione. L'acutanza aumenta aumentando la diluizione (entro un certo limite) SOLO con i rivelatori solfitosi, altrimenti è l'opposto.
Il pre-bagno il più delle volte provoca i difetti che vorrebbe evitare (provate a farlo sui formati più grandi in tank, sic...). Inoltre aumenta un poco il contrasto, cose che è quasi sempre poco desiderabile sui negativi. Insomma è inutile se non dannoso.
L'acqua distillata è inutile se non dannosa, anche perché se per distillata s'intende quella dei ferri da stiro è facile trovarsela con acidità poco compatibile col rivelatore. Per l'imbibente si può usare, ma NON è assolutamente necessaria (soldi buttati).
Acqua dura e con residui grossolani NON sono la stessa cosa. Con l'acqua dura si sviluppa benissimo, se dentro c'è la sabbia (che può stare anche in acque morbidissime) è meglio filtrarla.
Prima che il fissaggio cominci ad eliminare l'argento sviluppato e aumentare il contrasto ce ne vuole! Non avrebbe senso fissare tanto a lungo. Si fissa il tempo che serve (tra le 2 e le 3 volte il tempo di chiarificazione).
Per l'arresto bastano 30 secondi, circa un minuto compreso riempimento e svuotamento di una tank piccola. Di più non serve, ma molto di più può far danno.
L'imbibente è un tensioattivo SENZA profumi, agenti pellicolanti e altre cose che possono fare male alle pellicole. Si usa l'imbibente apposito e NON il sapone dei piatti o della doccia.
Si può fare un bagno chiarificatore di ipolsofito, anche se sulle pellicole è abbastanza superfluo, ma come hanno detto le dosi non sono certo quelle omeopatiche che suggerisce Black Ink.
Perché ammattirsi a pulire le bottiglie a soffietto (che tanto rimangono sporche) quando si può farne a meno? Basta un poco di gas inerte dentro qualsiasi contenitore stagno.
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
nella tua riposta ci sono consigli utili mischiati ad altri che è proprio meglio non seguire:
Comunque per quanto riguarda l'esempio che hai portato, relativo al D-76/ID-11, usato stock ha nella formula 100g/l di solfito di sodio. A questa concentrazione il solfito di sodio ha un'azione solvente sugli alogenuri d'argento. Questa azione solvente causa la riduzione della grana, dato che il granulo stesso viene "smangiucchiato" dal solfito man mano che viene sviluppato, diminuendo quindi di dimensione. Ma dato che l'elemento che porta l'informazione dell'immagine nella fotografia a pellicola sono proprio gli alogenuri d'argento, questa stesso meccanismo, andando ad intaccare gli elementi costituitivi dell'informazione stessa, provoca una leggera diminuzione dell'acutanza dell'immagine e morbidezza dei dettagli più fini.
Inoltre nelle alteluci, dove è maggiore la presenza di alogenuri esposti, è anche maggiore l'azione solvente del solfito, si ha una leggera azione compensatrice dovuta proprio all'alta concentrazione del solfito stesso.
Diluendo 1+1 la concentrazione di solfito scende a 50g/l, limite in cui l'azione solvente è molto ridotta: in questa diluizione il D-76/ID-11 mostra il meglio di se con un leggero aumento della grana rispetto allo stock ma sempre ben contenuta e disegnata, una maggior acutanza ma senza un ecc'esso di effetto bordo che a grandi ingrandimenti può essere fastidioso e ancora una buona energia di sviluppo che gli permette di evitare una compressione delle alteluci per esaurimento.
Alla diluizione 1+3 il solfito in azione è ben poco, l'azione finegranulante sparisce e la riserva di energia dello sviluppo si riduce drasticamente a causa della bassa concentrazione delle sostanze rivelatrici (Idrochinone e metolo in superadditività). Questo fa sì che la grana diventi ben visibile, dato che l'azione finegranulante dle solfito non c'è, l'acutanza aumenti per la formazione delle linee di Mackie causate dall'esaurimento dello sviluppo, che è al limite come riserva di energia, soprattutto se si agita poco, e che si manifesti un'azione compensatrice per esaurimento dato che lo sviluppo si snerva nello sviluppare le aree più dense (alteluci) causando una compressione dei toni più chiari.
Inoltre, come riporta la stessa Kodak sui datasheet, la quantità minima consigliata di soluzione stock da usare per sviluppare una pellicola 135/36 o superficie equivalente, è di ca. 250 ml, il che significa che se usato stock vanno bene 250ml, ma forse non bastano per coprire la spirale. Ma se si diluisce 1+1 bisogna usare 250ml di stock+ 250ml di acqua come minimo (se si vogliono seguire i consigli di chi il D-76 l'ha inventato), e se si diluisce 1+3 la quantità minima di soluzione da usare per singolo rullino è di 1 litro (250ml di stock + 750ml di acqua)
Per quanto riguarda il D-76/ID-11 Il mio consiglio è quello di usarlo diluito 1+1, in questo modo oltre ad essere uno sviluppo dalle eccellenti qualità generali permette di mantenere una buona costanza dei risultati dato che va usato "a perdere".
Esistono molti sistemi per consevare le soluzioni chimiche: i materiali consigliati sono, nell'ordine, il vetro, il PE ad alta densità (PE-HD), che btw è quello che usano i produttori per imbottigliare i chimici, oppure anche riutilizzare le semplici bottiglie in PE dell'acqua minearale (sconsiglio quelle del latte perché andrebbero lavate col sapone per eliminare le tracce di grasso e potrebbero rimanere dei residui).
Nel caso del vetro le soluzioni si possono frazionare in bottiglie più piccole, oppure si può usare del semplice gas per accendini da spruzzare dentro le bottiglie per riempire con un gas inerte lo spazio d'aria e minimizzare l'ossidazione della soluzione. Le bottiglie in plastica possono essere schiacciate fino a togliere l'aria, oppure possono essere "gasate" anch'esse. Non è indispensabile che siano nere e opache (del resto non lo sono neanche quelle dei produttori che rimangono in esposizioen sugli scaffali dei negozi), basta non stoccare le bottiglie alla luce diretta del sole, il posto milgiore è dentro un armadio, quindi al buio, possibilmente nei ripiani più alti in modo da essere lontane dal raggoio d'azione di eventuali bambini o animali domestici, e ben etichettate.
A riguardo è stato fatto un test pubblicato proprio qui sul forum
Il fatto di fare un successivo lavaggio in acqua per eliminare l'acido è proprio un nonsenso, non serve a niente! La quasi totalità dei fissaggi sono a pH acido e ben tamponati, i residui di arresto non gli fanno ne caldo ne freddo. Altra cosa se si usano sviluppi tannanti, ma questo è tutto un altro discorso.
L'eliminatore di iposolfito con le pellicole non serve; un buon lavaggio adottando il metodo suggerito da Ilford di riasciacqui consecutivi e a tempo incrementale permette di ottenere un buon lavaggio minimizzando l'uso di acqua.
Per l'imbibente, alcuni usano l'acqua demineralizzata ma non è strettamente necessaria, graduando la giusta quantità di imbibente si ottengono negativi perfettamente asciugati e puliti (io ho un acqua dle rubinetto durissima, 33°F, e con 2ml/l di imbibente Ornano ottengo dei egativi perfetti).
Una volta estratti dall'imbibente, che deve essere l'ultimo bagno, appendere i negativi ad asciugare in una zona riparata dalla polvere e dalle corrento d'aria senza toccarli in alcun modo, niente pinze tergi-film, niente dita, niente pezzette, ecc.
Solo dopo che sono perfettamente asciutti i negativi possono essere tagliate in strisce e messi nei portanegativi.
Spero non aver urtato la suscettibilità di nessuno, ma quqando si danno dei consigli sarebbe meglio che siano comprovati dalla letteratura ull'argomento e dai datasheet dei fabbricanti, questo non solo a tutela degli utenti meno espoerti ma anche per l'attendibilità e l'autorevolezza del forum rispetto al dilagare di stupidaggini che inondano il web e i social.
Questo è verissimo, anche se da più parti molti fotografi, soprattutto quelli più giovani, hanno difficoltà a dedicarsi alla fotografia assiduamente come vorrebbero a causa del costo delle pellicole. Però col costo di un aperitivo si compra un rullino da 36 pose, per cui con qualche piccola rinuncia si riesce anche a fotografare spesso.
La diluizione serve solo in parte a regolare l'energia dello sviluppo, e quindi il contrasto della pellicola, anche perché diluendo lo sviluppo si va di fatto a modificarne la composizione chimica. Per regolare l'energia è meglio agire sul tempo.xxxxx ha scritto: ↑01/12/2024, 19:44Prendi come ti hanno detto un ID11 e tre rullini da 400 - in questa stagione se non vuoi usare il cavalletto o scattare con luci apposite in interno è difficile usare i 100 -.
Scattali nella stessa giornata con soggetti simili e in ore in cui il calo della luce non è così evidente - tra le 11 e le 14.00 -
Vai a casa e sviluppa prima un rullino con rivelatore stock, cioè non diluito, uno con diluizione 1:1 e uno con diluizione 1:3
Di solito io azzardo a sviluppare con 250ml totali di soluzione - sarebbe meglio 300 - . Quindi potresti partire con 125ml di rivelatore più 125 d'acqua e fai la 1:1 e butti via tutto. Stessa cosa con la 1:3. Poi l'ultimo lo sviluppi in 250 non diluito e sei in futuro pensi svilupperai ancora con soluzione diluita lo butti via. altrimenti lo recuperi e vai avanti con i 750ml rimasti che in tutto dovrebbero permetterti di sviluppare circa altri 6 rullini.
Più diluisci più vedi la grana ma compensi i contrasti e ottieni contorni delle figure a fuoco più netti - è un po' come dare sharpening con il software -. In autunno e inverno di solito sono in generale bassi rispetto all'estate.
Meno diluisci e più il rivelatore è abbondante quindi oltre ad ammassarsi sui grani impressionati dalla luce, per diffusione va anche su quelli adiacenti. Quindi l'effetto può essere di togliere nitidezza. Se fai ritratti o fotografi figure con panneggi o vuoi dare un effetto più "liquido" delle are scure è meglio non diluire, per es.
Facendo questa prova già capisci come ti piace di più quel rullino. andrebbe ripetuta d'estate. Sai già che se ti piace sviluppato stock ma è troppo contrasto adesso, d'estate sviluppare stock sulle alte luci può essere un problema e lo diluisci per avere effetto compensatore - cioè attenuare le alte luci -.
Comunque per quanto riguarda l'esempio che hai portato, relativo al D-76/ID-11, usato stock ha nella formula 100g/l di solfito di sodio. A questa concentrazione il solfito di sodio ha un'azione solvente sugli alogenuri d'argento. Questa azione solvente causa la riduzione della grana, dato che il granulo stesso viene "smangiucchiato" dal solfito man mano che viene sviluppato, diminuendo quindi di dimensione. Ma dato che l'elemento che porta l'informazione dell'immagine nella fotografia a pellicola sono proprio gli alogenuri d'argento, questa stesso meccanismo, andando ad intaccare gli elementi costituitivi dell'informazione stessa, provoca una leggera diminuzione dell'acutanza dell'immagine e morbidezza dei dettagli più fini.
Inoltre nelle alteluci, dove è maggiore la presenza di alogenuri esposti, è anche maggiore l'azione solvente del solfito, si ha una leggera azione compensatrice dovuta proprio all'alta concentrazione del solfito stesso.
Diluendo 1+1 la concentrazione di solfito scende a 50g/l, limite in cui l'azione solvente è molto ridotta: in questa diluizione il D-76/ID-11 mostra il meglio di se con un leggero aumento della grana rispetto allo stock ma sempre ben contenuta e disegnata, una maggior acutanza ma senza un ecc'esso di effetto bordo che a grandi ingrandimenti può essere fastidioso e ancora una buona energia di sviluppo che gli permette di evitare una compressione delle alteluci per esaurimento.
Alla diluizione 1+3 il solfito in azione è ben poco, l'azione finegranulante sparisce e la riserva di energia dello sviluppo si riduce drasticamente a causa della bassa concentrazione delle sostanze rivelatrici (Idrochinone e metolo in superadditività). Questo fa sì che la grana diventi ben visibile, dato che l'azione finegranulante dle solfito non c'è, l'acutanza aumenti per la formazione delle linee di Mackie causate dall'esaurimento dello sviluppo, che è al limite come riserva di energia, soprattutto se si agita poco, e che si manifesti un'azione compensatrice per esaurimento dato che lo sviluppo si snerva nello sviluppare le aree più dense (alteluci) causando una compressione dei toni più chiari.
Inoltre, come riporta la stessa Kodak sui datasheet, la quantità minima consigliata di soluzione stock da usare per sviluppare una pellicola 135/36 o superficie equivalente, è di ca. 250 ml, il che significa che se usato stock vanno bene 250ml, ma forse non bastano per coprire la spirale. Ma se si diluisce 1+1 bisogna usare 250ml di stock+ 250ml di acqua come minimo (se si vogliono seguire i consigli di chi il D-76 l'ha inventato), e se si diluisce 1+3 la quantità minima di soluzione da usare per singolo rullino è di 1 litro (250ml di stock + 750ml di acqua)
Per quanto riguarda il D-76/ID-11 Il mio consiglio è quello di usarlo diluito 1+1, in questo modo oltre ad essere uno sviluppo dalle eccellenti qualità generali permette di mantenere una buona costanza dei risultati dato che va usato "a perdere".
Le bottiglie a soffietto sono disutili e sconsigliabili, oltre ad essere costose e difficili da pulire, quando sono molto compresse tendono a sollevarsi facendo entrare aria e risultando quindi inutili per quello che in teoria dovrebbero fare. Inoltre abbastanza spesso mi si sono fessurate in corrispondenza delle pieghe: in sostanza non servono e se ne può fare benissimo a meno.xxxxx ha scritto: ↑01/12/2024, 19:44Le bottiglie a soffietto ti servono soprattutto quando non sono piene, per mantenere il liquido con pochissima aria dentro che ne favorisce l'invecchiamento. Essendo anche opache evitano che la luce dia energia per reazioni interne e ugualmente facciano invecchiare prima i liquidi.
Esistono molti sistemi per consevare le soluzioni chimiche: i materiali consigliati sono, nell'ordine, il vetro, il PE ad alta densità (PE-HD), che btw è quello che usano i produttori per imbottigliare i chimici, oppure anche riutilizzare le semplici bottiglie in PE dell'acqua minearale (sconsiglio quelle del latte perché andrebbero lavate col sapone per eliminare le tracce di grasso e potrebbero rimanere dei residui).
Nel caso del vetro le soluzioni si possono frazionare in bottiglie più piccole, oppure si può usare del semplice gas per accendini da spruzzare dentro le bottiglie per riempire con un gas inerte lo spazio d'aria e minimizzare l'ossidazione della soluzione. Le bottiglie in plastica possono essere schiacciate fino a togliere l'aria, oppure possono essere "gasate" anch'esse. Non è indispensabile che siano nere e opache (del resto non lo sono neanche quelle dei produttori che rimangono in esposizioen sugli scaffali dei negozi), basta non stoccare le bottiglie alla luce diretta del sole, il posto milgiore è dentro un armadio, quindi al buio, possibilmente nei ripiani più alti in modo da essere lontane dal raggoio d'azione di eventuali bambini o animali domestici, e ben etichettate.
Esatto
Vero, anche l'azione dell'agitazione sul contrasto è abbastanza blanda, a meno di non usare un'agitazione continua piuttosto vigorosa (vedi link sotto).
Il prebagno è controverso: Ilford lo sconsiglia, Kodak non lo consiglia espressamante ma lo indica come possibilità per lo sviluppo delle lastre fotografiche. Personalmente consilgio di farlo solo se è il produttore della pellicola a specificarlo nelle istruzioni, altrimenti è una procedura inutile e in qualche caso pure dannosa. Inoltre il prebagno influisce sul contrasto.
A riguardo è stato fatto un test pubblicato proprio qui sul forum
Per l'arresto 60" bastano e avanzano (Ilfgord suggerisce addirittura 10").xxxxx ha scritto: ↑01/12/2024, 19:44Quando hai fatto un buon arresto, 2 minuti se è fresco poco di più se lo hai usato un po' di volte, dopo che hai svuotato la tank, fai un lavaggio di un paio di minuti con acqua alla stessa temperatura delle soluzioni - in un range di 5 gradi - per eliminare l'acido: non è catastrofico non farlo ma ti fa esaurire di meno il bagno di fissaggio che poi recuperi dopo l'uso.
Il fatto di fare un successivo lavaggio in acqua per eliminare l'acido è proprio un nonsenso, non serve a niente! La quasi totalità dei fissaggi sono a pH acido e ben tamponati, i residui di arresto non gli fanno ne caldo ne freddo. Altra cosa se si usano sviluppi tannanti, ma questo è tutto un altro discorso.
Il fissaggio deve essere SEMPRE totale, ogni residuo di alogenuro di argento non sviluppato deve essere rimosso altrimenti i negativi si rovinano nel giro di poco tempo. Il fissaggio quindi NON influisce in alcun modo sul contrasto.xxxxxx ha scritto: ↑01/12/2024, 19:44Quando hai fatto il fissaggio - la durata del bagno di fissaggio incide anch'essa sul contrasto in piccola misura: più fissi più sbianchi il negativo - che se è il tipico rapid fix al tiosolfato, non limitarti ai 5 minuti di lavaggio. Fanne almeno 10 - sempre con temperature simili alle soluzioni - oppure, meglio ancora, prendi un eliminatore di tiosolfato: ne bastano 2ml di solito in tanta acqua e evita che ti rimanga del fissaggio sulla pellicola che la fa invecchiare. Nel caso delle stampe le ingiallisce.
L'eliminatore di iposolfito con le pellicole non serve; un buon lavaggio adottando il metodo suggerito da Ilford di riasciacqui consecutivi e a tempo incrementale permette di ottenere un buon lavaggio minimizzando l'uso di acqua.
L'acqua distillata non è necessaria, tutti i prodotti chimici in commercio contengono additivi per compensare le caratteristiche delle diverse tipologie di acqua che gli utenti potrebbero usare. L'acqua dell'acquedotto è potabile (l'acqua demineralizzata in vendita nei supermarcati no) e l'eventuale presenza di sali viene compensata dall'uso di sequestranti aggiunti alle soluzioni di sviluppo commerciali. Se proprio non si vuole usare l'acqua dell'acquedotto allora meglio procurarsi dell'acqua depurata F.U. (costa cirac 1€/lit.), la maggior parte delle acque demineralizzate in commercio nella grande distribuzione sono abbastanza delle schifezze.xxxxx ha scritto: ↑01/12/2024, 19:44Adesso puoi tirare fuori la spirale e dare una occhiata ma non srotolarla.
Se non vuoi trovarti le onde di calcare sul supporto della stessa devi fare un ultimo bagno in imbibente - un tensioattivo come il detersivo della cucina -. Io uso, come per tutti i bagni, solo acqua distillata. L'ultimo bagno in particolare è fondamentale che sia in acqua distillata. fai le agitazioni del caso e poi appendi la pellicola senza ovviamente sciacquare niente. Se hai una spatola apposta puoi delicatamente aiutare il tensioattivo e l'acqua a scendere ma sappi che rigare i rullini è la cosa più facile del mondo e in stampa si vede.
Per l'imbibente, alcuni usano l'acqua demineralizzata ma non è strettamente necessaria, graduando la giusta quantità di imbibente si ottengono negativi perfettamente asciugati e puliti (io ho un acqua dle rubinetto durissima, 33°F, e con 2ml/l di imbibente Ornano ottengo dei egativi perfetti).
Una volta estratti dall'imbibente, che deve essere l'ultimo bagno, appendere i negativi ad asciugare in una zona riparata dalla polvere e dalle corrento d'aria senza toccarli in alcun modo, niente pinze tergi-film, niente dita, niente pezzette, ecc.
Solo dopo che sono perfettamente asciutti i negativi possono essere tagliate in strisce e messi nei portanegativi.
Spero non aver urtato la suscettibilità di nessuno, ma quqando si danno dei consigli sarebbe meglio che siano comprovati dalla letteratura ull'argomento e dai datasheet dei fabbricanti, questo non solo a tutela degli utenti meno espoerti ma anche per l'attendibilità e l'autorevolezza del forum rispetto al dilagare di stupidaggini che inondano il web e i social.
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
Bene, dopo quel che ha detto Andrea posso dire che non ho sbagliato tanto.
Mi spiace per Black che si è sentito attaccato, non era mia intenzione e se è sembrato così mi scuso con lui.
Io quello che so(anche se non capito tutto fino in fondo) l'ho "studiato" sul forum migliorando notevolmente i miei risultati e eliminando passaggi inutili o deleteri.
Poi ripeto se si chiacchierava al bar magari ci capivamo meglio.
Mi spiace per Black che si è sentito attaccato, non era mia intenzione e se è sembrato così mi scuso con lui.
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
Sul prebagno una frase simpatica di kockel (non imparerò mai come si scrive)
"in questa particolare applicazione è consigliato il prebagno, anche se tutti sappiamo che fa danno, e lo farà sulla vostra foto migliore"
;)
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
probabilmente ricordo male io allora o usavo un prodotto - diluizione - più lento. In ogni caso essere sicuri che non ci siano gocce di rivelatore ancora attive su tutta la pellicola è importante. 2 minuti credo sia il limite superiore da non superare.Arresto per 2 minuti è troppo,
Voi continuate pure ad usare bottiglie non flessibili degli anni '60. io sono passato agli '80, scusate sono preso dall'ultimissima moda e le soluzioni mi durano di più.
APPUNTO: deve togliere l'argento. Come credevo fosse noto a tutti quelli che parlano di sviluppo e vogliono dare consigli, il fissaggio ha il compito di appunto consolidare i grani impressionati e poi legatisi al rivelatore e ASPORTARE quelli non legati. Ovviamente l'azione non è a logica binaria ma dipende anche da quanto tempo si dà al fissaggio di agire: più sta dentro più rimuove anche le particelle che hanno ricevuto pochissima luce, quindi nel caso della pellicola rende più trasparente e quindi darà poi in stampa neri con meno dettagli. Nel caso della carta ovviamente è l'inverso e lascerà bianchi più sparati.il fissaggio deve togliere tutto l'argento non esposto, che se resta lì poi reagisce e cambia il negativo (detta male). Questa cosa che più si
fissa e più si sbianca il negativo mi sembra un'assurdità.
Hai mai stampato una foto? lo sai che si fissa di più per cercare di aumentare i bianchi senza modificare i medi e le ombre o no? Mah
come sopra. quello che dici non è chimico. Non esiste un totale o un non totale in quel senso, esiste la saturazione del potere della soluzione di agire che non è raggiunto quando termini il bagno di fissaggio: si interrompe perché l'azione è quella ottimale. Stessa cosa con lo sviluppo. Più sviluppi più crei pellicole dense o stampe scure. Ed è lo stesso principio per cui usando rivelatori concentrati si hanno contorni meno nitidi. Anche in quel caso dovrebbe valere il tuo discorso e infatti NON vale. Non serve è una sciocchezza. Serve di meno? non è inutile affatto. Puoi anche lavare per mezz'ora se è per questo ma dove usi una soluzione sei più sicuro di strappare le molecole che vuoi eliminare invece di lasciare agire solo la forza meccanica.Il fissaggio deve essere SEMPRE totale, ogni residuo di alogenuro di argento non sviluppato deve essere rimosso altrimenti i negativi si rovinano nel giro di poco tempo. Il fissaggio quindi NON influisce in alcun modo sul contrasto.
L'eliminatore di iposolfito con le pellicole non serve; un buon lavaggio adottando il metodo suggerito da Ilford di riasciacqui consecutivi e a tempo incrementale permette di ottenere un buon lavaggio minimizzando l'uso di acqua.
Io credo che questo non sia il sito adatto dove ha senso che io scriva. Cercherò di limitarmi solo alla sezione riparazioni quando mi servirà.
Buone bottiglie degli anni '60
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
Il vaneggiamento è abbastanza impressionante... non so con cosa fissi, ma leggende metropolitane a parte, e densitometro alla mano, quel che dici, xxxx non succede. Bisognerà provare con fissaggi di decine di minuti e vedere, ma si rovina altro, per cui non ha senso, sarebbe sbagliato comunque.
Siamo stati gentili. Ma difendere certe cose, quasi con protervia e dall'alto di una esperienza quasi nulla (ce lo hai raccontato), è veramente controproducente e davvero poco utile agli utenti del forum. Sembra un atteggiamento da Troll, e ricorda molto l'atteggiamento di altri (?) utenti pluribannati.
Siamo stati gentili. Ma difendere certe cose, quasi con protervia e dall'alto di una esperienza quasi nulla (ce lo hai raccontato), è veramente controproducente e davvero poco utile agli utenti del forum. Sembra un atteggiamento da Troll, e ricorda molto l'atteggiamento di altri (?) utenti pluribannati.
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
Per rispetto agli altri utenti altre cavolate che non hanno nessuno riferimento in letteratura non verranno tollerate. Ti consiglio di studiarti come funziona il processo fotografico, si trovano facilmente testi che lo spiegano, basta sforzarsi di leggerli ... e di capirli
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Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
sono andato a prendere l'acqua demineralizzata sia per avere un bottiglione con la soluzione di acqua e imbibente (senza doverlo preparare ogni volta) che per pura curiosità e vedere se c'è qualche differenza con l'acqua di rubinetto prima di appendere il rullo ad asciugare.
Io non noto alcuna differenza!
Io non noto alcuna differenza!
Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
se non hai problemi con l'acqua del tuo rubinetto non hai bisogno dell'acqua distillata. se abiti in zone come la mia con l'acqua molto dura ti ritrovi le onde di calcare anche usando l'imbibente. Ma che problemi avete in questo forum? ce la fate a capire il senso delle affermazioni?
Da quale istituto di bambini problematici siete usciti? ma un forum, UNO, in lingua inglese dove si parla di sviluppo lo avete mai letto? Un libro di chimica lo avete mai aperto??
A parte che vi ho salutato apposta per non discutere più ma se vi permettete ancora di apostrofarmi e tirarmi in causa allora ci vediamo con nome e cognome e nel caso vi cito per diffamazione.
Voi non sapete concetti BASE.. BASE!!! che si trovano ovunque. avete memorizzato 4 nozioni che vi rimpallate tra voi. Non sapere neanche che il fissaggio è sbiancante e venire a criticare con quella protervia non è solo ignoranza ma anche stupidità perché il dubbio di aver sapere una cosa stranota ad una persona intelligenze viene in mente.
Quindi continuate a mantenervi nella vostra idea "speciale" della chimica e della realtà e non mi citate più e rimanete nel vostro covo per bambini speciali.
per i bimbetti che mi insegnano cosa sia un fissaggio: primo post a caso in rete che trovo sul fissaggio lungo: https://www.photrio.com/forum/threads/t ... ilm.67821/
si usa per schiarire le pellicole velate. SCHIARIRE! ce la fate?
site vergognosi
Da quale istituto di bambini problematici siete usciti? ma un forum, UNO, in lingua inglese dove si parla di sviluppo lo avete mai letto? Un libro di chimica lo avete mai aperto??
A parte che vi ho salutato apposta per non discutere più ma se vi permettete ancora di apostrofarmi e tirarmi in causa allora ci vediamo con nome e cognome e nel caso vi cito per diffamazione.
Voi non sapete concetti BASE.. BASE!!! che si trovano ovunque. avete memorizzato 4 nozioni che vi rimpallate tra voi. Non sapere neanche che il fissaggio è sbiancante e venire a criticare con quella protervia non è solo ignoranza ma anche stupidità perché il dubbio di aver sapere una cosa stranota ad una persona intelligenze viene in mente.
Quindi continuate a mantenervi nella vostra idea "speciale" della chimica e della realtà e non mi citate più e rimanete nel vostro covo per bambini speciali.
per i bimbetti che mi insegnano cosa sia un fissaggio: primo post a caso in rete che trovo sul fissaggio lungo: https://www.photrio.com/forum/threads/t ... ilm.67821/
si usa per schiarire le pellicole velate. SCHIARIRE! ce la fate?
site vergognosi
Re: Sviluppo pellicole: partire da zero
altro sito in giro:
https://www.photrio.com/forum/threads/s ... ge.188984/
Bleaching effects are well documented in fixers, especially in acidic fixers. I have seen that myself: placed a developed sheet into fixer, stepped out of the darkroom for a chat, which turned into a looooong chat. In the mean time the paper curled up, which pushed the center part of of the fixer. An hour later the left and right hand side of the print was 30% bleached, while the center part looked mostly normal.
imbatazzante!
https://www.photrio.com/forum/threads/s ... ge.188984/
Bleaching effects are well documented in fixers, especially in acidic fixers. I have seen that myself: placed a developed sheet into fixer, stepped out of the darkroom for a chat, which turned into a looooong chat. In the mean time the paper curled up, which pushed the center part of of the fixer. An hour later the left and right hand side of the print was 30% bleached, while the center part looked mostly normal.
imbatazzante!
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