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...dopo Gian Paolo Barbieri, Oliviero Toscani e Gianni Berengo Gardin.

La notizia è stata rimbalzata dalle agenzie poco fa. E' mancato oggi nella sua Napoli alla quale aveva dedicato fra il '74 e il 2010 sei delle sue monografie più importanti, e che proprio quest'anno dal 13 aprile al primo settembre - nella Cappella delle Anime del Purgatorio, nella Cappella Palatina e nell’Armeria di Castel Nuovo gli aveva dedicato una retrospettiva dal titolo Napoli Metafisica. Ha fatto molto per la comprensione dell'anima napoletana nel senso più profondo e filosofico prima che antropologico del termine, e per estensione di quella mediterranea. Il suo sguardo era un po' quello di Alfonso Di Nola, un po' quello di Antonio De Curtis e di Eduardo, senza mai traccia di compiacimento verso il folklore. Per tanti anni documentarista, poi quando capì che il mondo stava mutando (più di una volta aveva detto che "agli uomini non interessavano più gli uomini”), si diradò sino a sparire, rispetto a prima, l'elemento umano - sostituito dalle tracce della memoria: la natura deserta, la pietra, il mare, le statue corrose dal tempo, i cieli.
Una ricerca quasi astratta del permanere di qualcosa di stabile a dispetto della frenesia della vita, attraverso le forme.

Gli sia lieve la terra.

Grandissimo artista.

Ciao!
A.