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giofex ha scritto:Ma come si può calcolare la sensibilità effettiva delle pellicole?
La puoi/devi misurare tu nella tua catena.
La Sensibilità Effettiva è il valore Iso da impostare affinché in corrispondenza di una sotto-esposizione di 4 stop si verifichi sulla pellicola il primo annerimento significativo.
Per annerimento significativo si intende la minima densità del negativo che sulla stampa produca una variazione percepibile.
In pratica: fai una serie di scatti ad una superficie uniformemente illuminata in ombra aperta impostando l'esposizione a -4 e variando gli iso. Poi le stampi stabilendo come tempo di esposizione il tempo più breve che produce un nero pieno da una parte di negativo non esposta, la stampa che presenta un "nero" appena meno nero, cioè la più scura che sia distinguibile ti dice quale sia la sensibilità effettiva.
Il valore di densità da dare alla Zona I cioè al fotogramma esposto a -4 stop è stato standardizzato in 0,10 unità densitometriche sopra il velo, il valore è generalmente affidabile, ma per essere davvero precisi e PRATICI visto che nelle varie catene ci possono essere differenze risulta più affidabile la "prova stampata" della lettura al densitometro.
ciao andrea
Un'ulteriore domanda...che tempo di sviluppo devo usare per sviluppare il negativo con gli scatti prova indicato sopra? Devo seguire il bugiardino (11minuti con r09 e tmax400?) grz
No, il tempo del bugiardino è quasi sicuramente troppo lungo per avere un contrasto normale ed è possibile che ci sia un leggero aumento di sensibilità effettiva (frazioni di stop). Il tempo da usarsi è quello che userai per sviluppare i negativi.
Facendo i test della sensibilità effettiva al variare del tempo di sviluppo si può notare una leggera variazione di essa. È leggera e graduale, dipende dalle caratteristiche del piede della pellicola, ma c'è.
Vorrei introdurre un altro quesito inerente al discorso "esporre per le ombre e sviluppare per le luci"..
Specificamente vorrei capire come calcolate i fantomatici sviluppi n-1,n-2, n+1 ed n+2..
1,2 ecc si riferiscono a minuti?
Per esempio, se ho appurato che il tempo di sviluppo "normale" per il solito tmax 400 con r09 concentrato 1+50 e' di 7 minuti a 20 gradi, se volessi portare le zone che cadono sulla zona viii nella zona vii e dovessi sviluppare n-1 dovrei sottrarre 1 minuto (cioè sviluppare a 6 minuti)? Grazie
giofex ha scritto:Per esempio, se ho appurato che il tempo di sviluppo "normale" (...) è di 7 minuti a 20 gradi, se volessi portare le zone che cadono sulla zona VIII nella zona VII e dovessi sviluppare N-1 dovrei sottrarre 1 minuto (cioè sviluppare a 6 minuti)?
Magari Giorgio, magari!!!
La variazione di contrasto al variare del tempo di sviluppo varia a seconda della coppia pellicola rivelatore (ed anche in base alla concentrazione di questo), vale a dire che un minuto in più o in meno produce una variazione di contrasto diversa a seconda di quali materiali si stiano utilizzando.
La variazioni N+, N- vanno trovate in via sperimentale, cioè provando tempi diversi e andando a vedere quali risultati producono.
Per abbreviare la fase sperimentale ci sono vari trucchetti, come per esempio disegnare le curve caratteristiche e lavorare per interpolazione dei dati, ma un po' di prove vanno comunque fatte.
se volessi portare le zone che cadono sulla zona viii nella zona vii e dovessi sviluppare n-1 dovrei sottrarre 1 minuto (cioè sviluppare a 6 minuti)? Grazie
Il numero dopo la "N" indica di quante Zone deve essere lo spostamento della Zona di riferimento; come hai detto tu per portare la Zona che cade in VIII in VII gli devo sottrarre 1 zona con lo sviluppo, quindi N-1. Idem ma al contrario con N+.
Dal punto di vista sensitometrico la cosa è spiegata nel capitolo 8 dell'articolo "Sensitometria in 10 capitoli" pubblicato sul blog la cui uscita dovrebbe essere prevista per il 2 aprile, mentre nei capitoli successivi è spiegato il "trucchetto" di cui ha parlato Silverprint
se volessi portare le zone che cadono sulla zona viii nella zona vii e dovessi sviluppare n-1 dovrei sottrarre 1 minuto (cioè sviluppare a 6 minuti)? Grazie
Il numero dopo la "N" indica di quante Zone deve essere lo spostamento della Zona di riferimento; come hai detto tu per portare la Zona che cade in VIII in VII gli devo sottrarre 1 zona con lo sviluppo, quindi N-1. Idem ma al contrario con N+.
Dal punto di vista sensitometrico la cosa è spiegata nel capitolo 8 dell'articolo "Sensitometria in 10 capitoli" pubblicato sul blog la cui uscita dovrebbe essere prevista per il 2 aprile, mentre nei capitoli successivi è spiegato il "trucchetto" di cui ha parlato Silverprint
Ammazza quanto è' complicato......approposito, complimenti per i bellissimi e chiarissimi articoli sulla sensitometria.
Grazie adrea per le tue delucidazioni ma ditemi la veritá o smentitemi delcontrario:
questo sistema esposimetrico va bene per riprendere soggetti statici, paesaggi, studio, nature morte che piu morte non si puo.
Ma all'atto pratico in viaggio, in reportage non si puo andare armati di macchina in una mano, esposimetro spot nell'altra ed aspettare che una scena di lavoro rurale nei campi birmani si congeli per farci le nostre elucubrazioni sulla coppia tempo diaframma rispetto ombre rispetto sensibilita effettiva.
Se per esempio uno provasse una 400 esporsta a 320 o 250 e facesse un esposizione un po piu generosa (spannometricamente) e poi calasse il tempo consigliato da bugiardino?
Lo so che ora vado dritto all'inferno ma evidentemente il modo pratico per "quagliare" non lo sto ancora trovando.
foen85 ha scritto:Grazie adrea per le tue delucidazioni ma ditemi la veritá o smentitemi delcontrario:
questo sistema esposimetrico va bene per riprendere soggetti statici, paesaggi, studio, nature morte che piu morte non si puo.
Ma all'atto pratico in viaggio, in reportage non si puo andare armati di macchina in una mano, esposimetro spot nell'altra ed aspettare che una scena di lavoro rurale nei campi birmani si congeli per farci le nostre elucubrazioni sulla coppia tempo diaframma rispetto ombre rispetto sensibilita effettiva.
Se per esempio uno provasse una 400 esporsta a 320 o 250 e facesse un esposizione un po piu generosa (spannometricamente) e poi calasse il tempo consigliato da bugiardino?
Lo so che ora vado dritto all'inferno ma evidentemente il modo pratico per "quagliare" non lo sto ancora trovando.
Te lo dico sottovoce, così Andrea non ci sente ;-)
Tri-X esposta a 320: 7 minuti a 20°, 4 ribaltamenti al minuto in Studional 30+1.
Le stampe che hai visto nel mio antro (ovviamente quelle ricavate da negativi piccolo formato), erano fatte da negativi esposti e sviluppati così e stampate con il tuo 605 in media con gradazione 3.
Come detto dipende dalle abitudini e da come si lavora.
Io dai primi anni '90 ho cominciato ad usare il sistema zonale e lo ho fatto anche col 35mm e con le foto d'azione e pure con le dia e di scatti non ne ho persi, ma bisogna lavorare con intelligenza.
Una delle cose che più spaventa è l'idea che ogni singolo scatto richieda di riaggiustare l'esposizione facendo complicati calcoli. Questa cosa è generalmente falsa e dovuta all'abitudine all'uso delle fotocamere con esposimetro TTL che per ogni spostamento di inquadratura danno indicazioni diverse (sbagliando). Chi è già abituato a lavorare con l'esposimetro a luce incidente invece si rende conto che l'esposizione cambia quando cambia la luce, non spostando l'inquadratura mezzo metro più in la... ;)
C'è poi il vecchio trucco, che rimane un'ottima idea, di avere sempre la macchina pronta, ovvero con l'obiettivo che si riterrà di usare, una regolazione del fuoco plausibile e l'esposizione già calcolata... ;)
E poi occorre un poco di strategia! Questo è l'esempio che faccio sempre: immagina di dover scattare una serie di foto in una strada metà in ombra e metà al sole e che in quel luogo scatterai immagini di vario tipo, immagini tutte in ombra, tutte al sole e con ombra e sole.
Con un esposimetro TTL la macchina ti dirà di fare esposizioni diverse per ogni inquadratura (e quelle con ombra e sole risulteranno facilmente sotto-esposte...). Ma sbaglia e sbaglia gravemente.
La cosa da farsi è invece calcolare esposizione e sviluppo per l'inquadratura dal contrasto maggiore ed usare quel settaggio per tutte le immagini scattate in quel luogo.
Il vantaggio sarà notevolissimo a cominciare dal fatto che in camera oscura, ragionando nello stesso modo, stamperai tutto il rullino con gli stessi parametri!