vi sembra normale?

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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Re: vi sembra normale?

Messaggio da Silverprint »

Be' "insomma"... non è che la combinazione tra esposizione e tempo di sviluppo sia così lineare!

La cosa da farsi è il provino scalare. Questo va sviluppato bene e poi a partire dal risultato va determinata l'esposizione... sempre che il contrasto sia giusto.
Se il contrasto non fosse giusto si ripete il provino scalare su un altro contrasto, etc.


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Re: vi sembra normale?

Messaggio da guerié »

Silverprint ha scritto:Ciao Marco,

Il tempo di esposizione e il contrasto andrebbero determinati tramite i "provini scalari", dopo aver determinato il corretto tempo di sviluppo della carta.

Anche il tempo di sviluppo della carta andrebbe determinato tramite dei test, ma in mancanza ci si può (in prima approssimazione) attenere ai tempi suggeriti. Per l'Ilford Multigrade IV RC in Multigrade Developer 1+9 è suggerito un minuto a 20°C (ma probabilmente viene meglio prolungando il tempo). Coi tuoi 15°C occorre almeno il doppio, cioè due o tre minuti (forse di più). È per altro raccomandabile non lavorare a temperature inferiori ai 16°C.

In caso di sovra-esposizione molto abbondante l'annerimento della carta è repentino e si può avere la tentazione di interrompere anzitempo il processo di sviluppo, purtroppo non funziona: se lo sviluppo non è almeno sufficiente mancheranno sulla stampa le densità più elevate (i "neri") e ci sarà una generale perdita di contrasto.
ciao
approfitto di questo thread per chiarire un mio dubbio sulla temperatura di sviluppo della carta.
i limiti 16°C e 24°C , a parità di esposizione, e di diluizione dello sviluppo:
- più alta è la temp minore è il tempo di sviluppo= più contrasto?
-più bassa la temp maggiore il tempo di sviluppo= meno contrasto?
non ho mai fatto delle prove vere e proprie, ma è plausibile come principio?
marco guerriero

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Re: vi sembra normale?

Messaggio da Silverprint »

Ciao Guerié!

No, non è plausibile: una eventuale variazione di contrasto al variare di temperatura (se c'è in quel range) dipende dalla formulazione del rivelatore, più che dalla variazione di temperatura.

Insomma ogni rivelatore è abbastanza un caso a se e la variazione di contrasto, se c'è, non è prevedibile... per esempio se si scalda troppo (oltre i 30°C) il contrasto scende (quasi sempre) perché possono essere meno efficaci gli anti-velo.

Quel che invece si può notare, se non si compensa la variazione di temperatura con adeguata variazione del tempo di sviluppo (sviluppo fattoriale), sono variazioni del grado di sviluppo e del contrasto come conseguenza.
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Re: vi sembra normale?

Messaggio da marcotre »

Pensavo di aggiungere un dimmer alla lampada dell'ingranditore per parzializzare la luce, vi sembra una buona idea?

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Re: vi sembra normale?

Messaggio da Silverprint »

marcotre ha scritto:Pensavo di aggiungere un dimmer alla lampada dell'ingranditore per parzializzare la luce, vi sembra una buona idea?
Purtroppo non lo è.
Dimmerando si cambia (molto) la temperatura colore della lampada e ciò andrà ad influire sul contrasto della carta rendendo veramente difficile la ripetibilità dei risultati.
La soluzione è semplice: per fare stampe piccole si usa una lampada meno potente. ;)
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Re: vi sembra normale?

Messaggio da marcotre »

Vediamo se ho capito, faccio la sintesi.
Al fine di sprecare meno carta possibile, considerando che i rapporti di tempo sviluppo/impressione/contrasto sono complessi, e per raggiungere i maggiori livelli di nero si rende necessario un lungo e opportuno tempo di bagno nello sviluppo, bisogna quindi creare un provino scalare in modo da individuare il giusto tempo di esposizione per riuscire a portare il completo sviluppo della carta in 1 o2 minuti (tempo consono che dipende dalla temperatura dello sviluppo)

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Re: vi sembra normale?

Messaggio da franny71 »

Silverprint ha scritto:
marcotre ha scritto:Pensavo di aggiungere un dimmer alla lampada dell'ingranditore per parzializzare la luce, vi sembra una buona idea?
Purtroppo non lo è.
Dimmerando si cambia (molto) la temperatura colore della lampada e ciò andrà ad influire sul contrasto della carta rendendo veramente difficile la ripetibilità dei risultati.
La soluzione è semplice: per fare stampe piccole si usa una lampada meno potente. ;)
Non sempre è possibile mi pare... Sul 605 color ci va una 100W, e non mi pare esistano alternative...
Di conseguenza, su formati piccini tipo 10x15 io ho tempi medi di esposizione di circa 6 sec ad f16
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Re: vi sembra normale?

Messaggio da zone-seven »

Non so se esistono ancora lampadine da 75W, ci sono per le opaline, non so per quelle dicroiche.
Io però userei un filtro ND, quando sull'ingranditore non c'è un sistema apposito per diminuire la luminosità.
Se proprio si vuole preservare la qualità dell'ottica (se proprio ce ne fosse la necessità), il filtro nd lo si può mettere sopra l'obbiettivo come ad esempio il cassetto portafiltri se l'ingrandtore ne è provvisto o in un altro posto esempio sotto il condensatore, davanti alla lampada o sotto la chamber box, dipende dall'inventiva e dalle possibilità dell'ingranditore e anche dal filtro.
Un'altro sistema può essere quello di montare l'obbiettivo 80mm o 75mm (focale "superiore" se si hanno a disposizione tali ottiche) quando si stampa il 35mm in modo da alzare di più la colonna per ottenere un pari ingrandimento ma con una luminosità inferiore, non so se è sempre possibile con tutti gli ingranditori, però poi il problema si ripresenta quando si vuole stampare un formato piccolo da negativo MF.
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Re: vi sembra normale?

Messaggio da franny71 »

all'80 su 35 mm non avevo pensato, credo proverò in futuro...
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Re: vi sembra normale?

Messaggio da Silverprint »

marcotre ha scritto:...l'ingranditore e' un vecchio Durst 609.
Dovrebbe poter usare lampade meno potenti senza problemi.
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