Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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Pierpaolo B
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da Pierpaolo B »

Sul fatto che ci siano delle "preferenze" nel nostro cervello che ci fanno vedere più facilmente cose che altrimenti passerebbero inosservate è indiscutibile. Queste "preferenze" ci possono far apparire pure una cosa più bella di ciò che è normalmente o viceversa.
Da qui a condividere le linee tirate in quelle foto ne passa. La maggior parte non si reggono. Ne avesse tirate 2 per foto sarebbe stato meno grottesco e più credibile.
Comunque la chiave di lettura deve essere a posteriori. Penso che l'intento fosse quello di dimostrare perchè una foto ha successo non quello di esaltare l'artista che ha "creato" "pensato" le pose ritratte.


Mi chiamo Pierpaolo.
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persirex
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da persirex »

Se l'avessi scoperto prima!!!!
Quindi basta che faccio una decina di linee sul vetrino della mia macchina, esco un pomeriggio e faccio fotografie piazzando più punti di interesse possibili nelle linee e nelle intersezioni di queste; e magicamente ottengo delle foto che piacciono sicuramente a chiunque!! Poi divento famoso, le vendo a peso d'oro e divento anche ricco!!!!
Da oggi questo forum non è più un semplice posto dove fare quattro chiacchiere sulla fotografia analogica, ma si impara anche come diventare artisti ricchi e famosi!! Grazie!!

Scherzi a parte, sembra anche a me che abbiano esagerato con la "dietrologia". E forse, questo "moderno cibo per cani" non piace nemmeno ai cani stessi.

Un piccolo commento aggiuntivo:
Ragionando per assurdo, prendo tutto per buono.
Ho imparato a comporre in 3x2.
E se la mia foto la voglio 6x7? o 8x10? o meglio ancora quadrata?? :-? @-) Mi salta tutto!! :wall:
e via a tirar diagonali secanti e bisettrici....
e se non sono ancora contento e voglio fare una foto rotonda? Come faccio?

:-h :-h Matteo

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Silverprint
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da Silverprint »

Eh... rotonda è difficile!
E ovale? Brr! 8-x
Eppure... ;)

Poverino però tanta fatica a impiastricciare linee qua e la e a raggrovigliarsi il cervello e noi lo prendiamo in giro! :))
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
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-Sandro-
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da -Sandro- »

Eppure quella dietrologia, sono sicuro, piacerà tanto.

Perché, e noi lo sappiamo bene, l'uomo è una bestia pigra e svogliata e non vede l'ora che qualcuno gli proponga la pietra filosofale di turno....sarebbe stato meglio se il Padre Eterno non ci avesse dato l'intelletto, visto che ad usarlo sembra siano rimasti in pochi e che comunque è faticoso assai.

Sarei curioso di far mettere il link alle pluri-diagonali-sghembe in uno di quei forum dove sono avidi di regolette preconfezionate (tutti i monomarca direi).
E giù risate.
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Gionny
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Messaggio da Gionny »

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DanieleLucarelli
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da DanieleLucarelli »

Chi produce queste immagini non ragiona in maniera conscia sulla composizione (soprattutto per foto non meditate) ma riesce a vedere prima e meglio di altri i pesi e le disposizioni giuste per creare un'immagine coerente ed efficace.
Dopo possiamo anche cercare di analizzare il perché una fotografia funziona più o meno di altre e non è certo per il collocamento di alcuni punti su intersezioni di linee.

Le cose sono più complicate di così ed esistono diversi studi ormai riconosciuti che assegnano effetti diversi a seconda della composizione utilizzata.

Io, in quella del bacio, vengo colpito dalla forma curva creata dal corpo della ragazza, evidenziato dall'utilizzo del bianco su sfondo scuro, mi viene naturale percepirla come un linea che sale dal basso al centro e va verso il fianco destro. La fuga prospettica creata dai palazzi, ma anche dalle 2 bande di asfalto più chiare in basso, rende fondamentale quello che è al centro, centro che si sposta verso destra proprio per la presenza di quella spinta data dalla posizione della ragazza. Proprio in quel punto viene messo lo svolgimento della scena principale fondendo composizione e soggetto.

Mi pare interessante notare la figura del marinaio sulla sinistra che crea un fianco scuro ed impedisce di distrarsi su quel lato, fosse stato vestito di bianco l'effetto sarebbe stato, per me, diverso.

Ho provato a invertire l'immagine a specchio e mi sembra decisamente meno efficace eppure lo schema delle linee tracciate dal tipo sul sito non subisce alcuna variazione.

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guerié
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da guerié »

la composizione e le sue regole sono trasbordati dalla tradizione pittorica. gli esperimenti fatti dalla gestalt in tal senso sulle immagini bidimensionali anche se recenti si riferiscono ad immagini in genere, quindi applicabili pure alla fotografia ma è un operazione castrante nei confronti del mezzo fotografico. Il pittore interpreta sempre la realtà. il fotografo può anche farne a meno.
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marco1962
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da marco1962 »

Beh, direi niete di nuovo.... :))
Anche Cartier-Bresson era stato bersagliato dai "geometri dell'immagine"....e, col senno di poi, si possono dire e cercare di dimostrare molte cose.
Se l'intento è semplicemente descrittivo, tutto è buono e fila liscio per una lezione al liceo artistico. Ma se deve anche solo lontanamente diventare prescrittivo, beh, allora dovremmo tutti chiamarci grandi fotografi se solo seguissimo tali insegnamenti....

Conosciuto il meccanismo, si dovrebbe solo metterlo in pratica. Fortunatamente la storia della fotografia è piena di fotografi e annovera pochi geometri.

Devo però spezzare una lancia a favore del metodo. Troppe volte ho sentito ripetere, nei fotogruppi soprattutto, che si fotografa perché piace una certa immagine, ma senza andare al di là di questa superficiale affermazione. Almeno un analisi di questo genere cerca di far capire perché qualcosa piace. Non so se ci riesce e forse potrebbe farlo con meno sfoggio di concetti e righelli (in questo caso obiettivamnete troppi) ma per lo meno si cerca di guardare un centimetro sopra il solipsismo ("io sento e lo esprimo, per cui è vero").

Poi la referzialità dei fotografi oggetto di tali analisi era tale che se lo cercavano proprio il sigillo dei gestaltisti. Per stare in Italia, Berengo Gardin sarebbe certo rincorso dagli esegeti della linea mentre già Giacomelli darebbe del filo da torcere a chi riempisse di tracce le sue foto di Scanno, o le sue vedute aeree.

Potrebbe essere un utile esercizio: proviamo a cercarle queste diagonali nelle nostre foto ed in quelle di altri, senza darci troppa importanza ma solo per capire se potevamo fare qualcosa di meglio per il prossimo scatto. E' ovvio che chi gioca con le forme o i colori come materiale fine a se stesso (referenzialità zero) può più adeguatamente fumarsi un sigaro (per star bravi...) o bersi una bottiglia di buon vino e dedicarsi a creare senza linee precostituite. Pollock non è un fotografo ed i suoi quadri sono pieni di linee assolutamente affascinanti ma del tutto prive di forme.

Non buttiamo tutto alle ortiche, c'è del buono anche se un po annoia.
Ma forse, come è già stato ripetuto in altri thread, abbiamo visto troppo......e non sappiamo bene come cambiare le regole del gioco.

PS: solo per chiarezza, io alla referenzialità ci tengo e molto: è il fotografico per eccellenza con tutti i problemi che comporta e l'"On Photography" di Susan Sontag li descrive tutti o quasi tutti magistralmente.

Marco

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persirex
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da persirex »

Per me, studi o riflessioni di questo tipo, sono frutto del voler "tirar fuori il coniglio dal cilindro" a tutti i costi.
Cioè, in secoli di pittura oramai si è detto tutto sulla composizione (sezione aurea, regola dei terzi, diagonali e chi più ne ha più ne metta) e su quali siano gli schemi per attirare l'osservatore verso un'opera, ed è oramai accertato che alcune volte tali schemi funzionano; ma è la pittura stessa che, dopo secoli di schematizzazioni e standardizzazioni ha sconvolto questi schemi facendo capire a tutti che non sono validi, o meglio, che in qualche caso possono aiutare, ma non sono la regola ne una condizione necessaria per una buona opera.
E oggi, dopo tutto il percorso fatto dall'arte, qualcuno mi viene a dire che queste regole sono il segreto del successo dei grandi fotografi??
è un po' come "vendere la fontana di Trevi".... o sbaglio? :-h :-h

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guerié
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Re: Il sonno della ragione genera mostri... o forse no?

Messaggio da guerié »

sono pienamente d'accordo con questi ultimi post.
mi piace l'opera di Susan Sontang. La sto rileggendo un po' in qua un po in là... è una critica che non si tira indietro nemmeno nell'auto critica. negli anni sessanta cavalca l'onda nichilistica con il saggio Contro l' interpretazione, un vero e proprio manifesto contro le accademie che criticano dall'alto le cose. 15 anni dopo scrive Sulla Fotografia che è alla fine un elencare e catalogare metodi fotografici e fotografi secondo una sua interpretazione del fenomeno fotografico... Lei stessa nel '98 in una prefazione al libro manifesto anni 60 dice che di quel libro avrebbe tagliato volentieri qualche capitolo. Insomma non credo sia rilevante la propria contraddizione, normale a distanza di tempo, ma il voler attualizzare analisi eseguite e approvate in passato al presente, può creare altre contraddizioni. Accademismo si chiama. Ma è questa forse la base di partenza più sensata se ci si avvicina ad una pratica di qualsiasi genere...
diverso è il discorso della composizione e la fotografia. credo sia sbagliato considerare accademismo la gestalt nella fotografia, è più una contaminazione, la tradizione e le basi sono da ricercarsi nelle tecniche di sviluppo, nei procedimenti di esposizione (tipo sistema zonale, studio sensionometria dei materiali...) , la composizione vista dalla gestalt è lo studio di molta storia dell'arte ma non ha avuto molto seguito nella produzione contemporanea, se si escludono movimenti che l'hanno ispirata tipo il De Stijl, ricalca tutta la tradizione pittorica prima delle avanguardie comprese. Queste teorie applicate alla fotografia, ma anche al design all'architettura, più per una questione di gusto che altro.
marco guerriero

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