->KappA<- ha scritto:
Ma vorrei sapere dove si colloca, in confronto con la concorrenza giapponese (Zenza Bronica e Mamiya

, ad esempio, Zeiss per Hasselblad nemmeno li scomodo

) le ottiche russe, quindi non tedesco orientale
Zeiss (e Leica) invece dovresti scomodarli, visto che molte ottiche sovietiche sono copie degli originali Zeiss e Leica anteguerra.
In particolare le ottiche (e le macchine!) sovietiche costruite nei primi anni del dopoguerra utilizzano materiali originali Zeiss "deportati"
dalla fabbrica di Jena direttamente in Russia per ovvii motivi militari.
Ad esempio tutte le primissime Kiev a telemetro sono Contax in tutto (materiali compresi) salvo l'incisione del nome.
Ugualmente i primissimi Sonnar 50, 85 e 135mm, ribattezzati Jupiter, furono costruiti utilizzando i depositi di magazzino della Zeiss, che gli americani
non fecero in tempo a portar via da Jena prima che la città passasse dal loro controllo a quello sovietico.
Se queste primissime produzioni possono fregiarsi del vero e proprio titolo di "cloni", quelle successive ovviamente dovettero essere assemblate
utilizzando materiali nuovi. Per loro fortuna, avevano i macchinari Zeiss (troppo pesanti e ingombranti per gli americani da portar via),
invece per i materiali non fu semplicissimo, come puoi immaginare, rimpiazzare i raffinatissimi vetri ottici Schott con le forniture autoctone...
Comunque il "vizietto" di copiare gli schemi ottici tedeschi continuò a lungo, e tutta una serie di obiettivi successivi ne è testimonianza, il caso
più noto è quello dell'Helios-44 che è la copia carbone dello Zeiss Biotar 58mm, o l'Helios-40 che ha "relazioni pericolose" con il Biotar 75mm...
a "frenare" la resa delle ottiche sovietiche sono sostanzialmente due fattori: la qualità dei materiali, e lo scarso controllo-qualità che veniva effettuato,
in base alla filosofia tutta sovietica che un fucile poteva anche sparare storto, purché sparasse sempre (e chi sa degli AK-47 capisce cosa intendo...).
A questo proposito, vale la pena rilevare come gli obiettivi Zeiss Jena postbellici (dunque DDR) sono simili nelle premesse (anche loro partono dagli schemi
ottici delle ottiche gloriose anteguerra), ma ben diversi negli esiti, visto che i tedeschi rimangono tedeschi sotto qualsiasi cielo... e così costruiscono
obiettivi più precisi e raffinati nelle prestazioni, ma ahimè, avendo pur sempre a che fare con gli scadenti materiali disponibili nel blocco dell'Est, proni a
frequentissime rotture meccaniche (il sottoscritto ha posseduto una trentina di ottiche Zeiss DDR, e solo un paio non hanno mai avuto bisogno di un intervento
del tecnico per aggiustare l'apertura dell'iride o sistemare l'elicoide...). Ecco, questo della meccanica è un difetto che raramente si riscontra nelle ottiche sovietiche,
senza dubbio pensate per essere usate anche a -30°C nelle garitte di osservazione lungo i perimetri sconfinati dell'impero...
Io, pur avendo da tempo "virato" verso ottiche Zeiss postbelliche, conservo ancora diversi obiettivi sovietici, di cui, lo devo dire, sono contentissimo.
E, forse per gusto personale, li preferisco, nel loro ovvio macrocontrasto (ma ci sono eccezioni, come il soavissimo 135mm Tair, di ispirazione Leicista) alle ottiche
giapponesi moderne, che, per il mio personale gusto, sono un po' sbiadite e "senza palle".
A ognuno, ovviamente, il proprio personale estetico giudizio!