Buon pomeriggio a tutti!
Prima di tutto spero di aver collocato il post nella sezione adeguata, ero un po' in dubbio, in caso contrario che lo si sposti ove opportuno.
Dopo una sessione di stampa con negativi un po' ostici mi sono posto alcune questioni alle quali non sono riuscito a dare risposta. Parto da una breve cronistoria e poi arrivo alle domande.
Ho alcuni negativi (Fp4) con contrasto eccessivo che non riesco a riprodurre in stampa. Utilizzo un sistema zonale iper-spannometrico e questo in definitiva è il problema grosso. La carta sulla quale provavo a stampare è una Ilford Galerie gradazione 2. In definitiva o perdevo il nero o perdevo i bianchi.
Per gioco ho iniziato a sperimentare con due sviluppi: centrbrom ed ekobrom. Sono rimasto piacevomente colpito dai risultati e dalla possibilità che questa combinazione offre. Il fatto che il primo lavori in superficie e il secondo in profondità mi è chiaro, sperimentalmente è molto evidente, cosa comporti. Però...
Da queste sperimentazioni sono sorte ancora più domande, riassumibili così:
- più o meno capisco in termini generali le relazioni che intercorrono tra esposizione e sviluppo su pellicola, ma su carta?
- la diluizione dello sviluppo e l' esposizione come vanno a determinare l' immagine finale su carta?
Equivale dal punto di vista dell' annerimento a ragionare come sul negativo? Ovvero vado a determinare le aree meno dense (luci) con l' esposizione e poi quelle più dense (ombre) con lo sviluppo? Sto sempre ragionando su gradazione fissa.
Come avrete capito sono molto confuso...
Vi ringrazio anticipatamente.
Jacopo
Esposizione e Sviluppo in Stampa
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Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Sto leggendo dal blog la sensitometria in 10 capitoli di Chromemax, in cui spiega molto chiaramente il legame tra la pellicola e la carta (ci sono anche una serie di grafici che mostrano cosa accade al variare del contrasto).
Dal basso mia ignoranza sugli sviluppi e della poca esperienza in CO, credo che non ci sia modo di risolvere il problema se non abbassando il contrasto della carta, ma aspettiamo qualcuno che sia piu' esperto
Dal basso mia ignoranza sugli sviluppi e della poca esperienza in CO, credo che non ci sia modo di risolvere il problema se non abbassando il contrasto della carta, ma aspettiamo qualcuno che sia piu' esperto
Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Il problema è che Jacopo usa una carta a gradazione fissa...
Perché non provi a vedere come la carta reagisce a differenti valori di sviluppo, 5x, 10x, 20x? Oppuere aspetta che ti rispondano le vecchie volpi
Perché non provi a vedere come la carta reagisce a differenti valori di sviluppo, 5x, 10x, 20x? Oppuere aspetta che ti rispondano le vecchie volpi
Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Jacopo,
se ho capito bene hai dei negativi molto contrastati che devi ammorbidire ma hai a disposizione solo una carta a gradazione fissa non troppo morbida.
Secondo me potresti tentare con la tecnica della pre-esposizione (in inglese print-flashing).
Nel libro "Nocon On Photography" di Gene Nocon questa tecnica è spiegata molto bene (putroppo non si trova on-line, io ho acquistato il libro su Amazon per pochi dollari).
Cercherò di tradurre dall'inglese la spiegazione prendendola direttamente dalle pagine del libro.
Il metodo prevede di pre-esporre la carta usando un "flash" di luce prima di esporla per la normale stampa.
Questa tecnica può solamente ridurre il contrasto, non aumentarlo ed era molto usata prima dell'avvento delle carte multigrado.
Prima di tutto bisogna stabilire il tempo di "flash" per una determinata carta.
Per far questo bisogna prima fare una serie di strisce di test sulla carta per trovare il valore "soglia" dell'esposizione.
Il valore "soglia" è il valore di esposizione che riesce a produrre sulla carta un tono appena appena riconoscibile.
Ogni carta ha bisogno di un valore minimo di esposizione prima che un qualunque tono possa essere visivamente rilevato.
Esposizioni più brevi di tale valore lasciano la carta completamente bianca.
Si fa così:
Alzare la testa dell'ingranditore al massimo, non inserire nessun negativo nel portanegativi, mettere a fuoco i bordi del portanegativi sul piano e chiudere al massimo l'ottica.
Mettere un foglio di carta sul piano dell'ingranditore e esporre l'intero foglio di test per 2 sec. poi procedere come
quando si fa un provino a scalare.
Usando un cartoncino lasciare scoperta tutta la carta tranne un settore e fare un'altra esposizione di 0.5 sec., spostare il cartoncino e altra esposizione di 0.5 sec., poi continuando ancora 0.5 sec. poi 0.7, 0.8, 0.9, 1.2, 1.3, 1.6, 1.9, 2.2, 2,7 e finalmente l'ultimo settore a 3.2 sec.
In totale i settori saranno stati esposti per 2, 2.5, 3, 3.5, 4.2, 5, 5.9, 7.1, 8.4, 10, 11.9, 14.1, 16.8, e 20 secondi.
Sviluppare la carta per il tempo normale di sviluppo.
Esaminare il risultato.
Si dovrebbero notare una serie di settori con esposizioni in incrementi di 1/4 stop.
Se non si vede niente e il foglio è completamente bianco allora aprire il diaframma di 2 stop e ripetere da capo.
Bisogna trovare il settore che è "appena" visibile (non più bianco).
Questo settore rappresenta il valore "Soglia".
Contare all'indietro dal settore più scuro (20 sec.) e calcolare il tempo di esposizione corrispondente al settore "Soglia".
Il settore adiacente al settore "Soglia" che non può essere visto (bianco) è il settore "Max Flash".
Anche in questo caso contare all'indietro e determinare il tempo di esposizione corrispondente.
Memorizzare da qualche parte il tempo di esposizione "Max Flash", l'ottica usata, il diaframma usato e l'altezza dell'ingranditore per riferimenti futuri.
Quindi il "Max Flash" è il massimo tempo di pre-esposizione possibile per questa carta.
Rappresenta il massimo grado di morbidezza che possiamo dare alla carta.
Usare un tempo più alto significa solo velare la carta.
Quindi se per esempio il "Max Flash" fosse di 5 sec.
Avremmo a disposizione da 0 sec. a 5 sec. di pre-esposizione per abbassare e calibrare il contrasto della carta.
Fate attenzione che la pre-esposizione rende la carta più sensibile quindi il tempo totale di esposizione dovrà essere diminuito di circa 1/4 di stop.
ciao ;)
0.5
se ho capito bene hai dei negativi molto contrastati che devi ammorbidire ma hai a disposizione solo una carta a gradazione fissa non troppo morbida.
Secondo me potresti tentare con la tecnica della pre-esposizione (in inglese print-flashing).
Nel libro "Nocon On Photography" di Gene Nocon questa tecnica è spiegata molto bene (putroppo non si trova on-line, io ho acquistato il libro su Amazon per pochi dollari).
Cercherò di tradurre dall'inglese la spiegazione prendendola direttamente dalle pagine del libro.
Il metodo prevede di pre-esporre la carta usando un "flash" di luce prima di esporla per la normale stampa.
Questa tecnica può solamente ridurre il contrasto, non aumentarlo ed era molto usata prima dell'avvento delle carte multigrado.
Prima di tutto bisogna stabilire il tempo di "flash" per una determinata carta.
Per far questo bisogna prima fare una serie di strisce di test sulla carta per trovare il valore "soglia" dell'esposizione.
Il valore "soglia" è il valore di esposizione che riesce a produrre sulla carta un tono appena appena riconoscibile.
Ogni carta ha bisogno di un valore minimo di esposizione prima che un qualunque tono possa essere visivamente rilevato.
Esposizioni più brevi di tale valore lasciano la carta completamente bianca.
Si fa così:
Alzare la testa dell'ingranditore al massimo, non inserire nessun negativo nel portanegativi, mettere a fuoco i bordi del portanegativi sul piano e chiudere al massimo l'ottica.
Mettere un foglio di carta sul piano dell'ingranditore e esporre l'intero foglio di test per 2 sec. poi procedere come
quando si fa un provino a scalare.
Usando un cartoncino lasciare scoperta tutta la carta tranne un settore e fare un'altra esposizione di 0.5 sec., spostare il cartoncino e altra esposizione di 0.5 sec., poi continuando ancora 0.5 sec. poi 0.7, 0.8, 0.9, 1.2, 1.3, 1.6, 1.9, 2.2, 2,7 e finalmente l'ultimo settore a 3.2 sec.
In totale i settori saranno stati esposti per 2, 2.5, 3, 3.5, 4.2, 5, 5.9, 7.1, 8.4, 10, 11.9, 14.1, 16.8, e 20 secondi.
Sviluppare la carta per il tempo normale di sviluppo.
Esaminare il risultato.
Si dovrebbero notare una serie di settori con esposizioni in incrementi di 1/4 stop.
Se non si vede niente e il foglio è completamente bianco allora aprire il diaframma di 2 stop e ripetere da capo.
Bisogna trovare il settore che è "appena" visibile (non più bianco).
Questo settore rappresenta il valore "Soglia".
Contare all'indietro dal settore più scuro (20 sec.) e calcolare il tempo di esposizione corrispondente al settore "Soglia".
Il settore adiacente al settore "Soglia" che non può essere visto (bianco) è il settore "Max Flash".
Anche in questo caso contare all'indietro e determinare il tempo di esposizione corrispondente.
Memorizzare da qualche parte il tempo di esposizione "Max Flash", l'ottica usata, il diaframma usato e l'altezza dell'ingranditore per riferimenti futuri.
Quindi il "Max Flash" è il massimo tempo di pre-esposizione possibile per questa carta.
Rappresenta il massimo grado di morbidezza che possiamo dare alla carta.
Usare un tempo più alto significa solo velare la carta.
Quindi se per esempio il "Max Flash" fosse di 5 sec.
Avremmo a disposizione da 0 sec. a 5 sec. di pre-esposizione per abbassare e calibrare il contrasto della carta.
Fate attenzione che la pre-esposizione rende la carta più sensibile quindi il tempo totale di esposizione dovrà essere diminuito di circa 1/4 di stop.
ciao ;)
0.5
Ultima modifica di Bruno0.5 il 15/11/2013, 22:53, modificato 2 volte in totale.
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Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
La carta va sviluppata a fondo, cioé finché non raggiunge la sua densità massima. Per la visione umana la stampa ha un contrasto accettabile quando questo è all'incirca un gamma 1 (per valori di luminosità medi l'occhio ha una risposta più o meno lineare). La pellicola, proprio per gestire i contrasti alti della realtà, si sviluppa ad un gamma piuttosto basso (al contrario delle dia, ad esempio, che si avvicinano a gamma 1, ma poi basta un niente per perdere chiari o scuri). La carta ha un contrasto molto alto in modo che sommato a quello basso della pellicola la risultante sia all'incirca 1.
Il contrasto della carta non si regola con lo sviluppo; diminuendo lo sviluppo fa si che la carta non raggiunga la sua massima densità ma non modifica in maniera sostanziale la sua risposta alla luce, per questo esistono le gradazioni di contrasto.
Tendenzialmente è giusto il ragionamento che fai: la pellicola si espone per le ombre del soggetto e con lo sviluppo si regola il contrasto. Con la carta si espone per le ombre del negativo (le luci) e si modifica la gradazione di contrasto della carta in base alle ombre (BTW:http://blog.analogica.it/analogica-it/2 ... contrasto/).
Chiaramente si può giocare un po' con gli sviluppi, ma le variazioni che questi comportano sono di solito abbastanza limitate, siamo intorno a 1/2 o 3/4 di gradazione. Altri sistemi si possono usare per abbassare il contrasto della carta, come la prevelatura, il bagno d'acqua, ecc. ma anche sommando tutte queste tecniche è difficile superare la soglia della gradazione e mezza di variazione con in più lo scotto di distorcere abbastanza la resa tonale.
Un buon abbassamento del contrasto si può ottenere con le maschere, ma si tratta di procedure abbastanza lunghe e complesse.
Lo sviluppo della carta si può diluire ma bisogna aumentare il tempo di sviluppo per far si che la carta raggiunga in ogni caso una densità massima tale da essere percepita come nero.
Esiste sempre poi la possibilità di mascherare e bruciare alcune zone per farle rientrare nel range tonale della carta, anche se poi questo non garantisce che la resa tonale generale dell'immagine sia soddisfacente.
Lavorare con una sola gradazione di carta è possibile, ma bisogna essere molto rigorosi con l'esposizione e il trattamento dei negativi che devono essere sempre adattati per "matchare" la curva caratteristica della carta scelta.
Il contrasto della carta non si regola con lo sviluppo; diminuendo lo sviluppo fa si che la carta non raggiunga la sua massima densità ma non modifica in maniera sostanziale la sua risposta alla luce, per questo esistono le gradazioni di contrasto.
Tendenzialmente è giusto il ragionamento che fai: la pellicola si espone per le ombre del soggetto e con lo sviluppo si regola il contrasto. Con la carta si espone per le ombre del negativo (le luci) e si modifica la gradazione di contrasto della carta in base alle ombre (BTW:http://blog.analogica.it/analogica-it/2 ... contrasto/).
Chiaramente si può giocare un po' con gli sviluppi, ma le variazioni che questi comportano sono di solito abbastanza limitate, siamo intorno a 1/2 o 3/4 di gradazione. Altri sistemi si possono usare per abbassare il contrasto della carta, come la prevelatura, il bagno d'acqua, ecc. ma anche sommando tutte queste tecniche è difficile superare la soglia della gradazione e mezza di variazione con in più lo scotto di distorcere abbastanza la resa tonale.
Un buon abbassamento del contrasto si può ottenere con le maschere, ma si tratta di procedure abbastanza lunghe e complesse.
Lo sviluppo della carta si può diluire ma bisogna aumentare il tempo di sviluppo per far si che la carta raggiunga in ogni caso una densità massima tale da essere percepita come nero.
Esiste sempre poi la possibilità di mascherare e bruciare alcune zone per farle rientrare nel range tonale della carta, anche se poi questo non garantisce che la resa tonale generale dell'immagine sia soddisfacente.
Lavorare con una sola gradazione di carta è possibile, ma bisogna essere molto rigorosi con l'esposizione e il trattamento dei negativi che devono essere sempre adattati per "matchare" la curva caratteristica della carta scelta.
Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Sono d'accordo con te su quello che hai detto.chromemax ha scritto:... Altri sistemi si possono usare per abbassare il contrasto della carta, come la prevelatura, il bagno d'acqua, ecc. ma anche sommando tutte queste tecniche è difficile superare la soglia della gradazione e mezza di variazione con in più lo scotto di distorcere abbastanza la resa tonale...
Ma se non si supera la "Max Flash" non si corre il rischio di velare la carta (infatti più che pre-velatura io la chiamerei pre-esposizione). ;)
Inoltre in questo caso la resa tonale rimane abbastanza corretta.
I problemi eventualmente si hanno se si tenta di indovinare a caso il tempo di "Max Flash".
ciao
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Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Andiamo un attimo OT. Rispondo velocemente sperando di non mandare in confusione Jacopo, ma se il la discussione si allunga su questo argomento pregherei di aprire un altro thread, per rispetto dell'autore di questo.
La pre-velatura (che non deve mai arrivare al velo, altrimenti è sbagliata) distorce un bel po' la risposta tonale della carta nelle luci; recuperi qualche tono in più ma può succedere (non dico che succede sempre) che la stampa si "spenga" un po' perché si perde contrasto sui chiari. Meglio, se il negativo lo permette, pre-velare solo localmente le aree che lo necessitano, e in questo caso, se serve, ci si può andare anche pesanti anche fino ad un velo visibile
La pre-velatura (che non deve mai arrivare al velo, altrimenti è sbagliata) distorce un bel po' la risposta tonale della carta nelle luci; recuperi qualche tono in più ma può succedere (non dico che succede sempre) che la stampa si "spenga" un po' perché si perde contrasto sui chiari. Meglio, se il negativo lo permette, pre-velare solo localmente le aree che lo necessitano, e in questo caso, se serve, ci si può andare anche pesanti anche fino ad un velo visibile
Re: Esposizione e Sviluppo in Stampa
Grazie sia a Bruno che ha esplicitato una possibilità che avevo letto sui libri di Zio Ansel e grazie a Chromemax che mi ha chiarito molto la questione linkando anche un bel articolo.
Ringrazio ovviamente anche il contributo di gergio e ludovico.
Questa notte penserò se tutti i miei interrogativi sono spariti davvero ;)
Grazie ancora!
Jacopo
Ringrazio ovviamente anche il contributo di gergio e ludovico.
Questa notte penserò se tutti i miei interrogativi sono spariti davvero ;)
Grazie ancora!
Jacopo
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