Nota di fine anno

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

Moderatore: etrusco

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elimatilde
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Re: Nota di fine anno

Messaggio da elimatilde »

Ciao
Mi espongo a critiche !!!!
Io non ci capisco una mazza di arte, artisti, e via dicendo.
Poi di paroloni che si trovano nei vari scritti, ancora peggio, sono diciamo "pane e salame", quasi Bigotto !!
Un "oggetto" che puo essere un dipinto del 500, una scultura, o in questo caso le foto di Andrea,
O mi piacciono, oppure no. ( e le lune mi garbano assai !!)
Detto molto rozzamente, non mi interessa perche sono state fatte, mi piacciono e Punto.
Forse per alcuni, detto questo dovrei buttare tutto..
Ma visto che ho stampato anche oggi, quindi ieri ho fotografato!! .... continuerò a farlo...
Buon'anno
Elia


.. Sbagliando s'impara....
........... Spero !!!!!....

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|DDS|
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Re: Nota di fine anno

Messaggio da |DDS| »

>>>>>
|DDS| : "I peperoni di Weston? Secondo me sono un trabocchetto: sono opacissimi..."
<<<<<
Interessante... perchè secondo te?
Per me la serie dei peperoni (1930 circa), come quella degli altri ortaggi, ma non solo, si colloca in quella ricerca di sensualità, di piacere, che Weston ricercava e percepiva negli oggetti quotidiani che lo circondavano. La bellezza intrinseca del soggetto, vestita nei toni e nelle luci giuste, va a scapito del soggetto stesso e lascia intravedere (riflette) la tensione più profonda che anima Weston.
carlo
CiaoCiauz!
Sto cercando di entrare nella testa di Andrea e capire il suo punto di vista .
Non voglio far mia la sua analisi, provo solo ad applicarla, anche un pò beceramente, cosicchè lui possa, se ancora gli rimane un pizzico di pazienza, chiarirmi la sua posizione con degli esempi pratici.
Non si confonda trasparente e opaco con bello e brutto, anzi! (almeno per come la vedo io).
Una foto più trasparente si differenzia da una più opaca (per me!) per una certa aria, uno spazio non tangibile appunto: laddove l'impronta (fotografica) sia meno visibile ci sarà più spazio per altro...
Nel caso specifico di Weston, a mio avviso, la risposta è proprio nel tuo messaggio.
L'osservatore non guarda il peperone, si sofferma... è sbagliato dire si sofferma, è più giusto forse dire che l'osservatore sia attratto dalle sue forme, dalla sensualità, dai toni perchè enfatizzati volutamente dall'artista. E' psichedelico già su carta il peperone di weston, che neanche sembra un peperone ma un culturista!
E' già bello e confezionato di suo! L'impronta del fotografo è lì, in bella vista, più del peperone stesso...
Enrico

ciauz

Re: Nota di fine anno

Messaggio da ciauz »

L'esempio dei peperoni di Weston (il "peperone #30" in particolare) veicola bene un pò di teoria fotografica (che è poi quello di cui si sta parlando in questo thread).
Quello che mi pare di aver capito è che Barthes partiva dalla fotografia come rappresentazione della realtà e non come interpretazione percettiva di essa. Per Barthes la foto del peperone significava .. appunto un peperone.Il significante (la foto di Weston del peperone) e il significato (il concetto associato) veicolano trasparentemente all'osservatore cosa? la realtà: il peperone. Per Barthes la fotografia è in tal senso trasparente, cioè scompare; è come un'allucinazione.
Ma il mitico peperone#30, non è un peperone. E Weston non era un fruttivendolo. Era un amplesso di due amanti :@) . E questo amplesso non "è stato". "C'è'" sempre. E ogni volta che qualcuno osserva la foto, il concetto (il significato) gli si materializza nella mente, vivo.
Impronta (Barthes) vs. rappresentazione (Weston). Per altri fotografi (HCB ad esempio, giusto per citarne uno) ci sta bene l'analisi di Barthes.
Comunque sia ci sono sempre 5 elementi: la scena, la fotografia, il significato, il fotografo e l'osservatore. A seconda di come "pensiamo" le relazioni tra questi 5 elementi passiamo dalla padella alla brace. =))
Personalmente, dopo aver visto la fotografia, mi piace conoscere (da osservatore), se possibile, il fotografo per condividere i punti di vista personali.

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|DDS|
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Re: Nota di fine anno

Messaggio da |DDS| »

L'amplesso non 'è stato', nè ci sarà mai.
L'amplesso non c'è!
E' nei tuoi occhi, e in quelli di Weston forse, ma non nell'immagine.

E' un culturista di spalle! E' un bel peperone e basta! ci ripetevamo al CIAC di Foligno io e Chiara. Qualsiasi immagine sa essere un test di rorschach, se non si conoscono le intenzioni dell'autore.

Secondo me sto barthes è diventato un tarlo, e lo resterà - lui sì - per sempre. :)
Enrico

ciauz

Re: Nota di fine anno

Messaggio da ciauz »

ma parliamo dello stesso peperone? =))

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Re: Nota di fine anno

Messaggio da guerié »

http://pegappp.files.wordpress.com/2010 ... =245&h=308sarà mica questo il puparuolo che non vi riesce di digerire... il fatto che il metodo o lo strumento proposto da Andrea mi sembra che sfugga a conclusioni di tipo oggettive, mi sembra di capire. se non ho inteso male---
ma bisognerebbe sentire il propositore, la trasparenza (e l'opacità) è una sensazione, è un sentire che non vuole e non deve essere provato ne misurato,
è chimicamente percepito(analogicamente individuato per rimanere in tema)... altrimenti saremo dei computer.
marco guerriero

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Silverprint
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Re: Nota di fine anno

Messaggio da Silverprint »

@DDS, Pretesto = occasione
Vedi funziona... tanti interventi. :)

@ Elimatilde. L'idea di bello e brutto, il "mi piace" non il "mi piace", dipendono molto dalla nostra cultura. Non motivarli ci rende passivi.
Comprendere, elaborare, criticare il nostro stesso gusto è un atto di conoscenza.
guerié ha scritto:il fatto che il metodo o lo strumento proposto da Andrea mi sembra che sfugga a conclusioni di tipo oggettivo, mi sembra di capire. se non ho inteso male---
Esatto, è solo un filtro. Un modo per evidenziare un aspetto della fotografia e delle teorie della fotografia che consente una lettura attraverso il tempo o di mettere a confronto varie opere o idee.
ciauz ha scritto:Quello che mi pare di aver capito è che Barthes partiva dalla fotografia come rappresentazione della realtà e non come interpretazione percettiva di essa. Per Barthes la foto del peperone significava .. appunto un peperone. Il significante (la foto di Weston del peperone) e il significato (il concetto associato) veicolano trasparentemente all'osservatore cosa? la realtà: il peperone. Per Barthes la fotografia è in tal senso trasparente, cioè scompare; è come un'allucinazione.
Tutto giusto tranne l'incipit. Barthes nega che la fotografia possa essere rappresentazione (rappresentazione in italiano -ri-presentazione come intendono i francesi invece è appropriato al suo pensiero), non potrebbe altrimenti vedere qualsiasi fotografia come completamente trasparente. L'unica cosa che gli consente di distinguere la fotografia dal referente è che la fotografia "è stata". Quindi per Barthes la fotografia del peperone era un peperone (punto). Dici bene, una sorta di allucinazione, d'altronde per il suo concetto di "posizione di esistenza" l'occhio non percepisce, proietta.
|DDS| ha scritto:Secondo me sto barthes è diventato un tarlo, e lo resterà - lui sì - per sempre.
Barhes è una maledizione, più che un tarlo. Ma lo è perché per dire le sue poche idee altamente opinabili ha usato con poco metodo e molto disordine quantità spropositate di paroloni altisonanti. Senza cotanto parlare citando non sarebbe stato né tarlo, né maledizione. :p Ma se siamo tutti d'accordo che la fotografia non può mai essere completamente trasparente, e non siamo quindi in grado di fumare del tabacco usando come pipe delle fotografie di pipe (perché sono di carta, non perché furono), forse potremmo anche smettere di citarlo (colpa mia che ho cominciato! :)) )

Tornando al peperone. Trovo che lo stile di Weston mostri tutt'oggi un elevato livello di trasparenza (molte foto d'epoca forse furono trasparenti, ma i limiti della tecnica ce le rendono, oggi, più opache). Weston aveva trovato un invidiabile punto di equilibrio, mai troppo verso l'oggetto, mai troppo verso il fotografo, e con molta forza sull'immagine. Difficile non interrogarsi sul perché di quelle immagini, impossibile trovare un perché nel semplice oggetto.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
http://www.corsifotoanalogica.it
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|DDS|
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Re: Nota di fine anno

Messaggio da |DDS| »

@Andrea Caspita se funziona! Sono d'accordo: smettere di citare B. (e quella B mi rimanda a un'altra maledizione) ci porterebbe verso nuovi lidi, ormai lo abbiamo superato.

@Carlo :) parliamo dello stesso peperone, ma comunque è indifferente, perchè io e te siamo diversi, solo la foto è la stessa; si avvalora così la tesi di Andrea secondo cui la trasparenza è esclusivamente negli occhi (nella mente) di chi guarda.

Lo stile di Weston è trasparentissimo, tranne gli esordi e rare eccezioni, e secondo me siamo andati a pescarne (volutamente) una.
Volutamente perchè era nelle mie intenzioni, non lo nascondo, tentare un'analisi oggettiva delle trasparenze.
Il mezzo è sotto gli occhi di tutti, i propositi dell'autore no, e questo è un fatto. Laddove il mezzo (l'immagine), ad un osservazione attenta e ragionata, provochi una reazione immediata di decifrazione (più o meno romantica: peperone->amplesso, peperone->culturista) l'immagine stessa tenderà ad essere opaca.
Le lune di Andrea io le guardo e continuano ad apparirmi come lune, e più le guardo e più mi perdo, consapevole del fatto che è solo la mia mente ma non l'immagine a deformarsi. Il peperone invece è già "deformato" dall'artista nell'intento di veicolarmi verso un'altra lettura dell'oggetto.
In sintesi direi questo: laddove non vi sia alcuna intenzione da parte dell'immagine di veicolare chi la osserva all'interpretazione della fotografia, ecco, lì c'è piena trasparenza. Torno a quanto scrissi nel mio primo post: un'immagine molto trasparente è per ciò che appare, e non in ciò che interpreta.
Enrico

ciauz

Re: Nota di fine anno

Messaggio da ciauz »

in realtà stiamo dicendo la stessa cosa (con sfumature leggermente diverse).

@Andrea: su Barthes intendevo proprio questo.. all afrancese se vuoi: ri-presentazione.

@DDS: Si fa presto a dire i limiti di Barthes; avere la capacità di analisi sua! (parlo per me ovviamente). La semiotica per l'analisi delle fotografia è un gran bel strumento, ma appunto per la critica e l'analisi. Probabilmente a livello più o meno inconscio la si usa per l'analisi dei lavori altrui e quindi per migliorare sè stessi. Voi lo fate?

- sull'interpretazione dei "peperoni"... la mia interpretazione, mettiamola così, nasce dalla contestualizzazione delle foto nella sua produzione di quel periodo. Poi, è vero, mi sarò fatto condizionare da libri e mostre nei quali inseriscono questa serie nella più generale "I nudi", da cui la lettura di cui prima. Siamo d'accordo che l'intrepretazione è soggettiva (non può essere altrimenti, ma questo vale sempre, anche per le "Lune") però è pur vero che una cultura comune ci fa interpretare simboli e segni in un certo modo, abbastanza condiviso (qui si aprirebbe il famoso capitolo del significato dei titoli nelle opere).
Uffà.. oggi mi sa che a pranzo mi faccio una bella peperonata :D

Stavo riflettendo sul fatto che sono emerse due considerazioni, non banali: la prima che indica il fotografo come veicolatore del concetto, e la seconda che l'immagine vive di sua natura propria, aldilà della volontà iniziale del fotografo. Credo che sia una naturale regola del gioco dei 5 elementi. Chissà se anche questa è una dualità di cui curarsi..

Bella condivisione comunque... :)

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