Sensitometria analogica e digitale

Discussioni su tecniche fotografiche, esposizione, sistema zonale, post produzione digitale ed altro

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Mino Altomare
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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da Mino Altomare »

Il primo scatto è quello corrispondente alla corretta esposizione che la fotocamera misura sul soggetto prescelto per fare tutti gli undici scatti. Se si sceglie il muro sarà la misura esposimetrica corretta fatta sul muro; se si sceglie il cartoncino sarà la misura eseguita sul cartoncino e questo deve essere fotografato 11 volte senza spostarlo dalla posizione iniziale.



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etrusco
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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da etrusco »

Finalmente ho finito "il negativo"...mamma mia....che ignorante che (ero) sono!!! E ancora mi sento ignorante ^_^

Spiega anche come calcolare l'ISO "perfetto" per la nostra fotocamera-obiettivo-pellicola di solito diverso da quello fornito dal produttore

Es: FP4+ è dato a 125 ISO.....ma non è detto che sia corretto per la nostra reflex....ed esiste un metodo empirico per determinare il valore giusto

il problema è che sensa densitometro...non si va da nessuna parte!!!! MInoooo....ci servi
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Mino Altomare
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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da Mino Altomare »

etrusco ha scritto:Finalmente ho finito "il negativo"...mamma mia....che ignorante che (ero) sono!!! E ancora mi sento ignorante ^_^

Spiega anche come calcolare l'ISO "perfetto" per la nostra fotocamera-obiettivo-pellicola di solito diverso da quello fornito dal produttore

Es: FP4+ è dato a 125 ISO.....ma non è detto che sia corretto per la nostra reflex....ed esiste un metodo empirico per determinare il valore giusto

il problema è che sensa densitometro...non si va da nessuna parte!!!! MInoooo....ci servi
Sono qui.....

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Silverprint
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Piccolo contributo - metodo pratico senza densitometro

Messaggio da Silverprint »

In mancanza di densitomerto è possibile valutare la densità visivamente per confronto con un regolo densitometrico calibrato come quelli prodotti da Stouffer. Sono oggetti poco costosi e sempre utili (densitometro rotto o "dubbioso", per es...)

AVVERTENZA: POST LUNGO E COMPLICATO, LEGGERE SOLO SE SI È GIÀ CAPITO "CONCETTUALMENTE" IL SISTEMA ZONALE!!!

In realtà, se si è abbastanza precisi in camera oscura, esiste un metodo "pratico" di taratura del sistema zonale senza uso di densitometro o di scale graduate.
Il metodo di seguito proposto ha anche il vantaggio di non fare affidamento su valori di densità "preconfezionati" che potrebbero non trovare corrispondenza nelle nostre specifiche condizioni d'uso.

È un metodo più laborioso, ma come prima volta ha anche il pregio di verificare le condizioni operative REALI del sistema esposizione-stampa della carta.
Il densitometro rende tutto più rapido, semplice e ripetibile e/o adattabile rapidamente a diversi ingranditori, carte, rivelatori... Ma una taratura VISIVA di base rimane necessaria

Comunque, per punti:

Eseguire i negativi test per le varie zone (io arrivo sempre fino alla zona XII, perché spesso uso sviluppi N-2 e con certe pellicole oltre) ipotizzando varie sensibilità effettive a partire dalla sensibilità nominale fino ad almeno 5/3 di stop in più). Con rulli 35 mm si potrebbe esporre come segue:

RULLI TEST


fotogramma n° - esposizione

1 - zona XII sensibilità nominale (comincio dalla più densa per poter ben vedere l'inizio)
2 - zona XI ""
3 - zona X ""
4 - zona IX ""
5 - zona VIII ""
6 - zona VII ""
7 - zona VI ""
8 - zona V ""
9 - zona IV ""
10 - zona III ""
11 - zona II ""
12 - zona I ""
13 - zona XII sensibilità nominale + 1/3 d stop, esempio 320 iso per una 400 nominale
14 - zona XI ""
15 - zona X ""
16 - zona IX ""
17 - zona VIII ""
18 - zona VII ""
19 - zona VI ""
20 - zona V ""
21 - zona IV ""
22 - zona III ""
23 - zona II ""
24 - zona I ""
25 - zona XII sensibilità nominale + 2/3 di stop, esempio 250 iso per una 400 nominale
26 - zona XI ""
27 - zona X ""
28 - zona IX ""
29 - zona VIII ""
30 - zona VII ""
31 - zona VI ""
32 - zona V ""
33 - zona IV ""
34 - zona III ""
35 - zona II ""
36 - zona I ""
37 - (di solito c'è) zona V sensibilità nominale. Serve per vedere bene dove comincia la zona I e come verifica dell'invarianza delle condizioni luminose - Deve essere uguale al suo doppione al fotogramma n° 8. (È possibile anche esporre tutto il rullo con variazione continua di 1/3 di stop, da Zona XII sensibilità nominale +2/3 a zona I sensibilità nominale, etc, etc. Anche se, almeno inizialmente, è più facile fare confusione).

Si espone in seguito un altro rullo con lo stesso sistema per sensibilità nominale + 1 stop (200 iso con una 400); + 1 1/3 (160 iso con una 400); +1 2/3 (125 iso per 400 nominale): Di solito questo intervallo è sufficiente. Inizialmente espongo solo questi due rulli. Solo dopo avere determinato la sensibilità effettiva ne esporrò svariati altri per determinare i vari sviluppi (da N-2 a N+2).

Si sviluppano i rulli test per un tempo verosimilmente azzeccato (ovvero all'incirca centrato nel range che ci sembri probabile). In questa fase un tempo di sviluppo "giusto" non è determinante, nel senso che comunque le informazioni che ne ricaveremo saranno utili.


DETERMINAZIONE DELLA SENSIBILITÀ EFFETTIVA


Sviluppati insieme questi due rulli test si procede alla stampa su gradazione 2 come segue:

Regolare l'ingranditore per realizzare una stampa di dimensioni medie (30x40 ?).
Fare un provino scalare su una coda di rullo (ovvero su un fotogramma non esposto) per determinare (con precisione, ovvero scalari con intervallo di tempo ravvicinato) il TEMPO MINIMO che fornisce sulla stampa (DA VALUTARSI BEN ASCIUTTA) il nero pieno (zona 0). Il nero pieno corrisponde alla prima striscetta che ha un solo lato distinguibile. Vale a dire che da quel tempo in su è tutto nero ugualmente, dal quel tempo in giù invece si vedono le strisce.

A questo punto (usando carta di un formato ridotto, a centro immagine) e lasciando tutto assolutamente inalterato - TUTTO: posizione ingranditore, diaframma, tempo di esposizione, procedura di sviluppo - si espongono le varie zone I (quelle con densità visibile, ve ne saranno probabilmente di completamente, o quasi, trasparenti) e nuovamente un negativo senza densità alcuna (zona 0). Una volta ben asciutti si andrà a cercare tra le varie zone I quella più scura che risulterà comunque distinguibile dalla zona 0. A questo punto, dal numero di rullo e fotogramma corrispondente sapremo quale è la sensibilità effettiva della pellicola in esame.

VERIFICA DEL CONTRASTO OTTENUTO

Sempre lasciando tutto inalterato si stamperanno i fotogrammi corrispondenti alle varie zone per la sensibilità effettiva ottenuta e si potrà così verificare il livello di contrasto che quel determinato tempo di sviluppo ha prodotto (e produrre un utilissimo regolo zonale). Il risultato che otterrete è comunque valido anche se non dovesse corrispondere ad un N qualcosa con precisione. Infatti vale la pena assolutamente fare anche una verifica più accurata in zona VIII e IX andando a stampare anche le zone VIII e IX delle sensibilità effettive vicine, questa operazione consente di verificare il contrasto con una precisione di 1/3 di stop
(Spesso la zona IX risulta vaga, succede, al limite basta poco per cambiare le cose).

Scoperto quale è il contrasto effettivamente ottenuto esporremo quindi e nello stesso modo altri rulli test. Useremo la sensibilità nominale trovata come punto di partenza. Per procedere ad una riduzione dello sviluppo suggerisco di esporre per S.E; S.E.+1/3; S.E.+2/3. Viceversa (in sottoesposizione) per gli aumenti di sviluppo. Consiglio di procedere così perché spesso una piccola variazione della S.E. si verifica comunque.

La determinazione della sensibilità effettiva e del contrasto con questo metodo va fatta almeno una volta in quanto così è possibile verificare tutta la catena. L'esperienza fatta verrà poi traslata facilmente su altri tipi di pellicola tramite un densitometro o un regolo.


NOTE:

- Per quanto riguarda la sensibilità effettiva i risultati sono piuttosto precisi, ad onta delle apparenze, ho verificato su svariati ingranditori (luce diffusa, fredda, fredda CV, diffusore, puntiforme) e su quasi tutte le carte che effettivamente la zona I corrisponde ad una densità di 0,10 sopra il velo o poco più.
Rimane il punto fondamentale: anche se in un determinato sistema la zona I venisse fuori con valori di densità diversi dal solito, in QUEL sistema quella densità rappresenta la zona I e la sensibilità effettiva (realmente usabile) sarebbe di conseguenza diversa.
- Il contrasto ottenuto varia invece in maniera MOLTO significativa a seconda del tipo luce e anche di ingranditore. Non tutti i diffusori e condensatori sono uguali, evidentemente. Così come varia con i vari tipi di carta e procedure di sviluppo. Ovvero, per lavori della massima precisione il SZ va calibrato sull'intero processo che ci si prefigge utilizzare per un determinato lavoro.
- In generale andrebbe notato che sulle carte attuali i valori a suo tempo proposti da Adams per la zona VIII andrebbero rivisti al ribasso in maniera piuttosto decisa.
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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da chromemax »

Complimenti ottimo post, ben scritto e chiaro.
Solo una cosa:
- In generale andrebbe notato che sulle carte attuali i valori a suo tempo proposti da Adams per la zona VIII andrebbero rivisti al ribasso in maniera piuttosto decisa.
potresti specificare meglio questo concetto per favore?

Grazie

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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da Silverprint »

Ciao, grazie... scritto veloce e sudando, ma insomma, mi pare si capisca.

Si spiego meglio. Non mi ero dilungato perché mi pareva troppo specialistico.

Le carte attualmente in produzione sono mediamente più contrastate di quelle di allora. Non poco.
Adams suggeriva valori tra 1.15 (min, condensatore) e 1.35 (max diffusore). Io personalmente non ho mai verificato una zona VIII con valori superiori a 1.00 con la luce diffusa. Mediamente da me la zona VIII si trova sui 0.90.
In parte questa variazione è desumibile dai datasheet delle carte dal valore Iso-R (range) che attualmente per il grado 2 è intorno a 100, mentre sulle più vecchie carte a gradazione era intorno a 120. In piccola parte posso immaginare che sia causata dalle ottiche da ingrandimento con trattamenti antiriflesso migliori.

Le conseguenze operative non sono trascurabili, spannometricamente il mio N sarebbe per Adams un N-2... il mio N-2 un suo N-4 :-o
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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da ryo »

Post eccellente!
Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
Marcello

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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da zioAlex »

complimenti per la spiegazione fatta in modo magistrale! ^:)^
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Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da etrusco »

Veramente grazie, eccellente spiegazione! Se per te va bene direi di promuovere la discussione sul blog


Etrusco.

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Re: Sensitometria analogica e digitale

Messaggio da zioAlex »

Buonasera Andrea...
Il metodo che ci hai esposto in modo molto chiaro,
volevo sapere se é possibile ampliarlo ancora di +!
Magari adottandolo a tutte le pellicole e rivelatori in commercio per avere una "schedatura" completa e dettagliata, per poter conoscere + facilmente anche la "giusta" accoppiata pellicola/rivelatore, di seguito magari provandolo con tutti i tipi di carta presenti sul mercato, per capire i diversi comportamenti che si possono avere..
Il lavoro sarà estremamente lungo e complesso ma alla fine una volta fatto, é fatto!!
Che ne pensi?
Grazie
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