Dimezzare le zeta.
Moderatore: etrusco
Re: Dimezzare le zeta.
Io scrivo da schifo, pero piu ci penso e piu mi incasino…ho la scusa che da un po vivo all'estero, e che piano piano anche la lingua madre si "dimentica"...
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Re: Dimezzare le zeta.
Io proporrei un rapido corso per insegnare anche la differenza tra il verbo avere e le preposizioni semplici in quanto, seppur gratis, anche le H si sprecano! :P
- claudiamoroni
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Re: Dimezzare le zeta.
Magari! Queste "finezze" grammaticali gia' mi sfuggivano quando vivevo a Roma, figurati ora che sono al settimo anno di residenza nella perfida Albione.impressionando ha scritto:Io cambierei il titolo in....
"dimezzare le Z e ripassare i congiuntivi" e soprattutto distinguerli dall'imperfetto ed imparare l'abbinamento con il condizionale.
....e aggiungo.... non usare l'inglese inutilmente....
Ce la metto tutta, ma a volte mi incarto tra congiuntivi, imperfetto e condizionale, perdono.
Per quanto riguarda l'inglese, ho studiato fotografia qui, quindi alcuni termini fotografici non li conosco in italiano, ma cercherò di starci più attenta.
"All animals are equal but some animals are more equal than others" George Orwell
Re: Dimezzare le zeta.
Non volevo essere censore, per carità. Ma quanto ero alle elementari, il maestro ci faceva scrivere CENTO VOLTE i verbi e le declinazioni, e mille volte ci faceva riempire pagine di astine per imparare a scrivere in modo migliore. Le ho conservate.claudiamoroni ha scritto: Magari! Queste "finezze" grammaticali gia' mi sfuggivano quando vivevo a Roma, figurati ora che sono al settimo anno di residenza nella perfida Albione.
Oggi se alzi la voce verso un alunno ti denunciano in primis i genitori, quelli che al mio tempo aggiungevano sberle alla punizione del maestro, è logico che gli insegnanti facciano il minimo sindacale, perché non possono più amare il loro difficile lavoro, non glielo consentono. Mai come negli ultimi dieci anni la conoscenza grammaticale e sintattica è precipitata verso l'abisso. Ho sempre letto molto gli scritti altrui, da ancor prima che esistesse internet e si scaricavano i pacchetti dalle BBS, ma oggi c'è veramente da mettersi le mani nei capelli. Eppure non è difficile, è molto più difficile imparare ad esporre.
Re: Dimezzare le zeta.
Sandro, ti ringrazio col cuore in mano (e i polsini insanguinati) . a nome di una categoria da sempre molto poco popolare. Chi non ha incrociato almeno una volta nel suo percorso scolastico un insegnante fannullone e/o sadico/pazzo che ha cercato di fargli passare la voglia di studiare? Purtroppo spesso ci si ricorda solo quel caso e non della stragrande maggioranza che cerca di fare onestamente e con fatica il suo lavoro (riuscendoci più o meno bene come tutti gli esseri umani).-Sandro- ha scritto:
Non volevo essere censore, per carità. Ma quanto ero alle elementari, il maestro ci faceva scrivere CENTO VOLTE i verbi e le declinazioni, e mille volte ci faceva riempire pagine di astine per imparare a scrivere in modo migliore. Le ho conservate.
Oggi se alzi la voce verso un alunno ti denunciano in primis i genitori, quelli che al mio tempo aggiungevano sberle alla punizione del maestro, è logico che gli insegnanti facciano il minimo sindacale, perché non possono più amare il loro difficile lavoro, non glielo consentono. Mai come negli ultimi dieci anni la conoscenza grammaticale e sintattica è precipitata verso l'abisso. Ho sempre letto molto gli scritti altrui, da ancor prima che esistesse internet e si scaricavano i pacchetti dalle BBS, ma oggi c'è veramente da mettersi le mani nei capelli. Eppure non è difficile, è molto più difficile imparare ad esporre.
Io non alzo la voce mai, ma a ragazzoni liceali di diciotto anni a cui dovrei insegnare Kant mi tocca anche fare corsi di alfabetizzazione: e ti assicuro che lo studio di implicazioni logiche del tipo "se il gatto miagola, allora ha fame", oppure l'individuazione della frase contraria di "se piove, allora mi bagno" mi costa ore di sudore (mio) e lacrime (loro)... ma si deve fare, perché quasi nessuno legge più libri, e se la lingua orale la si impara parlando, la lingua scritta e il pensiero logico li si impara leggendo cose più complesse di 140 caratteri.
Re: Dimezzare le zeta.
La mia vita di studente è stata costellata da diversi insegnanti che ringrazio ancora oggi, nonostante non siano più in vita.NikMik ha scritto:-Sandro- ha scritto:
Chi non ha incrociato almeno una volta nel suo percorso scolastico un insegnante fannullone e/o sadico/pazzo che ha cercato di fargli passare la voglia di studiare? Purtroppo spesso ci si ricorda solo quel caso e non della stragrande maggioranza che cerca di fare onestamente e con fatica il suo lavoro (riuscendoci più o meno bene come tutti gli esseri umani).
Un maestro delle elementari che ha stimolato le mie capacità manuali e la mia curiosità scientifica.
Una professoressa di scienze delle medie che quando disse la frase "l'occhio umano funziona come una macchina fotografica" e la contraddissi pubblicamente, mi diede un dieci all'istante.
Alle superiori un professore di topografia che mi aprì gli occhi sulla bellezza degli strumenti ottici di precisione, ed una professoressa di chimica che seppe farmi amare quella materia al di sopra di ogni altra.
All'università poi ebbi illustri professori (tranne che di analisi matematica e geometria vettoriale, infatti queste materie non le ho mai amate), ma le pietre miliari le ho avute alle scuole inferiori, laddove un buon insegnante può veramente formare una mente superiore (non è il mio caso ovviamente).
- Pierpaolo B
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Re: Dimezzare le zeta.
Sarebbe [.....] meglio che ero stato zitto.claudiamoroni ha scritto:Magari! Queste "finezze" grammaticali gia' mi sfuggivano quando vivevo a Roma, figurati ora che sono al settimo anno di residenza nella perfida Albione.impressionando ha scritto:Io cambierei il titolo in....
"dimezzare le Z e ripassare i congiuntivi" e soprattutto distinguerli dall'imperfetto ed imparare l'abbinamento con il condizionale.
....e aggiungo.... non usare l'inglese inutilmente....
Ce la metto tutta, ma a volte mi incarto tra congiuntivi, imperfetto e condizionale, perdono.
Per quanto riguarda l'inglese, ho studiato fotografia qui, quindi alcuni termini fotografici non li conosco in italiano, ma cercherò di starci più attenta.
Ma l'itagliano parlato può essere compatito ma quello scritto sarebbe meglio che era scritto bene.
Per l'inglese mi tolgo il cappello e m'inchino.....
...ma finchè sono in itaglia sarebbe meglio che certi termini li scriviamo in itagliano
PS: ogni tanto ridiamoci su
"Cara.....
....scendimi il cane che lo piscio"
Mi chiamo Pierpaolo.
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Re: Dimezzare le zeta.
Ho un ricordo preciso di quelle due persone.-Sandro- ha scritto:All'università poi ebbi illustri professori (tranne che di analisi matematica e geometria
Attraverso un mirino.
E non c'è una fotocamera, attorno a quel mirino...
- chromemax
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Re: Dimezzare le zeta.
E' normale, naturale e anche una cosa buona che una lingua muti e si evolva, è uno strumento di comunicazione e in quanto strumento deve essere utile al suo scopo; non ci vedo niente di male se alcune regole cadono in disuso, ad esempio trovo più naturale che si dica "il pneumatico" piuttsto che "lo pneumatico", o se all'andare a capo si usa l'apostrofo anzichè rinunciare all'elisione come dovrebbe essere; la lingua non si imbararisce per questo.
Anche l'utilizzo di alcuni acronimi e termini inglesi nella lingua quotidiana aiutano molto meglio e più comodamente la comprensione e quindi la comunicazione; spesso un uso massiccio di terminologia inglese è necessaria quando si parla in linguaggio tecnico, ma non sopporto invece l'ostentazione che se ne fa qui da noi, anche ad alti livelli istituzionali, a mo' di provinciale vanteria per dimostrare una presunta superiorità culturale. Imho vale il principio di reciprocità: nessun inglese o americano farà il minimo sforzo per cercare di pronunciare il mio nome con la corretta pronuncia italiana; sulle cartine e gli atlanti anglosassoni le città del nostro paese diventano Rome, Florence, Venice o Milan, sulle nostre invece c'è scritto New York e Philadelphia ma anche Pechino e non Beijing; Papa Francesco da loro si dice Pope Francis ma per noi Robert Kennedy diventa "Bob", fino ad arrivare all'assurdo di una partitura de "L'Aida" composta da "Josef Verdi". Tra l'involuzione della lingua personalmente ci metto anche e soprattutto le lezioni (e gli esami) tenute obbligatoriamente in inglese al Politecnico di Milano e la relativa rinuncia volontaria a paralre la nostra lingua madre nel nostro paese nelle più alte istituzioni cullturali.
["eureka" (ho trovato) è il perfetto indicativo del verbo eurisko (trovare) e non un'escalmazione di stupore senza senso come uno studente italiano ha sentito dire ad un professore universitario americano in risposta al quesito di uno studente; fossero almeno un buon modello da seguire ]
Anche l'utilizzo di alcuni acronimi e termini inglesi nella lingua quotidiana aiutano molto meglio e più comodamente la comprensione e quindi la comunicazione; spesso un uso massiccio di terminologia inglese è necessaria quando si parla in linguaggio tecnico, ma non sopporto invece l'ostentazione che se ne fa qui da noi, anche ad alti livelli istituzionali, a mo' di provinciale vanteria per dimostrare una presunta superiorità culturale. Imho vale il principio di reciprocità: nessun inglese o americano farà il minimo sforzo per cercare di pronunciare il mio nome con la corretta pronuncia italiana; sulle cartine e gli atlanti anglosassoni le città del nostro paese diventano Rome, Florence, Venice o Milan, sulle nostre invece c'è scritto New York e Philadelphia ma anche Pechino e non Beijing; Papa Francesco da loro si dice Pope Francis ma per noi Robert Kennedy diventa "Bob", fino ad arrivare all'assurdo di una partitura de "L'Aida" composta da "Josef Verdi". Tra l'involuzione della lingua personalmente ci metto anche e soprattutto le lezioni (e gli esami) tenute obbligatoriamente in inglese al Politecnico di Milano e la relativa rinuncia volontaria a paralre la nostra lingua madre nel nostro paese nelle più alte istituzioni cullturali.
["eureka" (ho trovato) è il perfetto indicativo del verbo eurisko (trovare) e non un'escalmazione di stupore senza senso come uno studente italiano ha sentito dire ad un professore universitario americano in risposta al quesito di uno studente; fossero almeno un buon modello da seguire ]
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