Analogica.it

Ciao,

abbiamo letto tutti - nelle indicazioni delle pellicole Ilford - come le stesse possano (debbano) essere sviluppate con tempi differenti così da ottenere dei negativi più o meno contrastati al fine di ottimizzare poi l'utilizzo di questi negativi con un'ingranditore a luce diffusa oppure a condensatore.

Fatta questa premessa mi domandavo come ci si deve comportare quando i negativi non sono primariamente destinati ad un ingranditore ma ad uno scanner (io utilizzo con grandissima soddisfazione un Epson V600). Quali sono cioè i negativi che meglio si prestano ad una scannerizzazione: quelli più contrastati oppure quelli meno?

Grazie

in teoria se ci sai fare un minimo con maschere, curve e livelli ne esci fuori comunque;

il problema resta la capacità di lettura di questi scanner nelle zone molto dense (D-max):
sulle alte luci (perchè parli di negativi) farà difficoltà a leggere, il suo output sarà bassissimo e per questo occorrerà amplificare parecchio creando come minimo artefatti e posterizzazioni sui toni chiari.

all'opposto di un ingranditore insomma uno scanner è più a suo agio con negativi leggeri (nei limiti, se le ombre son trasparenti certo non te le inventa lui) e anche "piatti", tanto poi "pompi come ti pare"... da ciò la moda dello sviluppo stand.