ottimo lavoro, grazie Andrea.
propongo per un articolo da inserire anche nel blog...
Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
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Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
riprendo ancora questa discussione per una domanda probabilmente stupida ....
fino ad ora ho usato prevalentemente carte "gnucche"...visto che voglio allargare i miei orizzonti ho preso un po' di carta più reattiva (la rollei vintage dovrebbe esserlo, giusto?)
mi son studiato bene il test, ed è tutto ok... però mi veniva una domanda... utilizzando carte più reattive... l'obiettivo è trovare un fattore di sviluppo "fisso" da bloccare come parametro, oppure con le carte reattive si interviene sul fattore ( un po' come se sviluppassimo una pellicola) per variare contrasto, toni, ecc...?
e quindi il fattore minimo e quello massimo servono per fare queste variazioni all'interno di un range di sicurezza? In questo caso, dai risultati del test posso cercare indicazioni per capire in quali casi è meglio un fattore più basso e in quali uno più alto?
grazie!
fino ad ora ho usato prevalentemente carte "gnucche"...visto che voglio allargare i miei orizzonti ho preso un po' di carta più reattiva (la rollei vintage dovrebbe esserlo, giusto?)
mi son studiato bene il test, ed è tutto ok... però mi veniva una domanda... utilizzando carte più reattive... l'obiettivo è trovare un fattore di sviluppo "fisso" da bloccare come parametro, oppure con le carte reattive si interviene sul fattore ( un po' come se sviluppassimo una pellicola) per variare contrasto, toni, ecc...?
e quindi il fattore minimo e quello massimo servono per fare queste variazioni all'interno di un range di sicurezza? In questo caso, dai risultati del test posso cercare indicazioni per capire in quali casi è meglio un fattore più basso e in quali uno più alto?
grazie!
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Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Ottima domanda!
In linea di massima ti serve per trovare il fattore di sviluppo "medio", che sarà circa la metà del massimo, doppio del minimo (di solito i risultati sono vicini).
Se i negativi sono corretti farai i provini scalari e presumibilmente buona parte delle stampe col fattore medio.
Il tono può variare al variare del fattore, ma di solito poco oltre il fattore minimo si stabilizza e quindi vi è un ampio range di fattori di sviluppo in cui il tono rimane stabile.
Come utilizzare la possibilità di variare lo sviluppo?
Normalmente (con la maggior parte delle carte reattive, non sempre quindi) ad una maggiore esposizione unita ad una riduzione del fattore corrisponde una leggera compressione dei toni più scuri, se spinta abbastanza in la, cioè vicino il fattore minimo, anche una riduzione di contrasto. Può essere utile intervenire in questo modo per bilanciare meglio le tonalità di negativi sovra-esposti ed eventualmente (andando oltre) anche sovra-sviluppati, naturalmente dopo aver già corretto esposizione e contrasto...
L'azione infatti NON è esattamente paragonabile al solo intervento sotto l'ingranditore, ma è di aiuto nel ritrovare la consueta gamma tonale. La sovra-esposizione del negativo "apre" i toni scuri, ne aumenta la modulazione (sono più in parte rettilinea) e riduce la superficie occupata da essi nella stampa. La sovra-esposizione della stampa "comprime" i toni scuri, gli fa aumentare la superficie occupata, etc. andando in parte a compensare l'errore in fase di ripresa. Ma appunto va unita ad una riduzione del fattore di sviluppo, altrimenti si avrebbe semplicemente troppo "nero".
Vicino al fattore minimo si ha anche una riduzione di contrasto, con alcune carte notevole con altre meno. Questa riduzione di contrasto può essere usata in combinazione ad un maggior contrasto in fase di esposizione della carta, per comprimere ulteriormente i toni bassi mantenendo buona vivacità nei medio alti.
Quasi viceversa riducendo l'esposizione ed aumentando il fattore di sviluppo. Si ottiene infatti (di solito) una maggior modulazione ed apertura dei toni più scuri che può essere usata per ridurre il "peso" delle aree più scure ed anche per correggere piccoli errori di sotto-esposizione del negativo. L'aumento di contrasto, invece, se c'è, è di solito trascurabile nel senso che il contrasto rimane abbastanza stabile dai fattori medi in avanti, ma, attenzione, con fattori molto elevati si può a volte notare una riduzione di contrasto dovuta a vari fattori: innalzamento del velo, carta non freschissimissima, luci di sicurezza...
In linea di massima ti serve per trovare il fattore di sviluppo "medio", che sarà circa la metà del massimo, doppio del minimo (di solito i risultati sono vicini).
Se i negativi sono corretti farai i provini scalari e presumibilmente buona parte delle stampe col fattore medio.
Il tono può variare al variare del fattore, ma di solito poco oltre il fattore minimo si stabilizza e quindi vi è un ampio range di fattori di sviluppo in cui il tono rimane stabile.
Come utilizzare la possibilità di variare lo sviluppo?
Normalmente (con la maggior parte delle carte reattive, non sempre quindi) ad una maggiore esposizione unita ad una riduzione del fattore corrisponde una leggera compressione dei toni più scuri, se spinta abbastanza in la, cioè vicino il fattore minimo, anche una riduzione di contrasto. Può essere utile intervenire in questo modo per bilanciare meglio le tonalità di negativi sovra-esposti ed eventualmente (andando oltre) anche sovra-sviluppati, naturalmente dopo aver già corretto esposizione e contrasto...
L'azione infatti NON è esattamente paragonabile al solo intervento sotto l'ingranditore, ma è di aiuto nel ritrovare la consueta gamma tonale. La sovra-esposizione del negativo "apre" i toni scuri, ne aumenta la modulazione (sono più in parte rettilinea) e riduce la superficie occupata da essi nella stampa. La sovra-esposizione della stampa "comprime" i toni scuri, gli fa aumentare la superficie occupata, etc. andando in parte a compensare l'errore in fase di ripresa. Ma appunto va unita ad una riduzione del fattore di sviluppo, altrimenti si avrebbe semplicemente troppo "nero".
Vicino al fattore minimo si ha anche una riduzione di contrasto, con alcune carte notevole con altre meno. Questa riduzione di contrasto può essere usata in combinazione ad un maggior contrasto in fase di esposizione della carta, per comprimere ulteriormente i toni bassi mantenendo buona vivacità nei medio alti.
Quasi viceversa riducendo l'esposizione ed aumentando il fattore di sviluppo. Si ottiene infatti (di solito) una maggior modulazione ed apertura dei toni più scuri che può essere usata per ridurre il "peso" delle aree più scure ed anche per correggere piccoli errori di sotto-esposizione del negativo. L'aumento di contrasto, invece, se c'è, è di solito trascurabile nel senso che il contrasto rimane abbastanza stabile dai fattori medi in avanti, ma, attenzione, con fattori molto elevati si può a volte notare una riduzione di contrasto dovuta a vari fattori: innalzamento del velo, carta non freschissimissima, luci di sicurezza...
Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Ottimo! grazie!
il risultato del test mi è utile per trovare il fattore che si usa "principalmente" .
Rimango piccoli margini per modificare toni e contrasto aumentando o diminuendo lo sviluppo a fronte di una sotto/sovra esposizione della carta
il risultato del test mi è utile per trovare il fattore che si usa "principalmente" .
Rimango piccoli margini per modificare toni e contrasto aumentando o diminuendo lo sviluppo a fronte di una sotto/sovra esposizione della carta
"Se il fotografo non vede, la macchina fotografica non lo farà per lui" - Kenro Izu
Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Buonasera,
Sto provando, per la prima volta, a verificare i fattori minimo e massimo, a riguardo scrivo per chiedere, se possibile, conferma.
Ho appena visionato i provini fatti ieri sera per determinare il fattore minimo (Fomaspeed variant in Fomadol LQN), con fattore 3 e 3,5 trovo degli "aloni", quindi dovrebbe essere un fattore 4, è verosimile?
Grazie
Marco
Sto provando, per la prima volta, a verificare i fattori minimo e massimo, a riguardo scrivo per chiedere, se possibile, conferma.
Ho appena visionato i provini fatti ieri sera per determinare il fattore minimo (Fomaspeed variant in Fomadol LQN), con fattore 3 e 3,5 trovo degli "aloni", quindi dovrebbe essere un fattore 4, è verosimile?
Grazie
Marco
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Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
È verosimile... ma potrebbe anche essere 4,5...
Comunque di solito è tra 4 e 6. Raramente sotto a 4
Comunque di solito è tra 4 e 6. Raramente sotto a 4
Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Abuso della gentilezza facendo ancora una domanda:
premesso che farò comunque la prova (credo domani, stasera sono di taratura delle 12 zone ), la Fomabrom Variant ha la stessa emulsione e si comporta allo stesso modo?
Ancora grazie.
Marco
premesso che farò comunque la prova (credo domani, stasera sono di taratura delle 12 zone ), la Fomabrom Variant ha la stessa emulsione e si comporta allo stesso modo?
Ancora grazie.
Marco
Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Rileggendo ho dato più peso alla tua nota, perchè potrebbe essere 4,5 se già a 4 non trovo più aloni?Silverprint ha scritto:È verosimile... ma potrebbe anche essere 4,5...
...
Ancora arì-grazie
Marco
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Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
Allora è 4... non avevo capito che a 4 non c'erano più aloni, scusami. ;)
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Re: Procedura di TEST dell'accoppiata CARTA - RIVELATORE
L'altra domanda m'era sfuggita.
La stessa emulsione (ammesso che in quel caso lo sia) stesa su supporti diversi si comporta in maniera leggermente diversa.
La stessa emulsione (ammesso che in quel caso lo sia) stesa su supporti diversi si comporta in maniera leggermente diversa.
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