Ciao a tutti,
ho un dubbio che mi frulla in testa che spero non sia una stupidata, ma chiedo il vostro supporto per risolverlo.
Partiamo da un caso in fotografia digitale.
Utilizzando un obiettivo con scala metrica di messa a fuoco con indicazione di profondità di campo:
- se l'obiettivo è montato su una fotocamera con sensore non FF, ma APS-C il dato relativo alla distanza di messa a fuoco è valido ma non è più valida l'indicazione della profondità di campo
- se lo utilizzo su un FF sono validi entrambi i dati
Il dubbio mi nasce invece passando all'analogico adesso che sto utilizzando fotocamere MF (mamiya rb67, silvestri) che possono prevedere dorsi con formati differenti 6x4.5, 6x7, 6x9.
In questo caso l'indicazione della profondità di campo fornita dalle scale metriche degli obiettivi della mamiya o del superangulon non sono condizionate dal formato di scatto? e nel caso a quale farebbero riferimento?
forse è una domanda stupida e mi sfugge qualcosa di ovvio
grazie
Quesito scala metrica - iperfocale
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Se fai un passo indietro scopri la risposta.
La pdc dipende dal rapporto di ingrandimento, dalla distanza di messa a fuoco, e dalla lunghezza focale e dall'apertura del diaframma, intesa come diametro, più che valore.
Più ingrandisco meno ho pdc. Vale a dire che su una stampa 10x15 la pdc è di più che su una 30x40.
Più metto a fuoco vicino (ingrandisco) meno ho profondità di campo.
Più la lunghezza focale è elevata (ingrandisco) minore è la pdc. Quindi tre variabili comunque legate al rapporto di ingrandimento anche se ognuna ha rilevanza diversa.
Più è aperto il diaframma, grande il diametro, minore è la pdc.
Ma da cosa dipende? La messa a fuoco è sempre solo su un piano (magari non tanto piano, ma è un altro discorso), ma punti più lontani o più vicini del piano di messa a fuoco, possono apparire comunque sufficientemente nitidi. Quando appaiono sufficientemente nitidi si dice che rientrano nella pdc. Un punto fuori del piano di fuoco apparirà come un circolo un po' sfumato, questo prende il nome di circolo di confusione.
Ma come si fa a dire che siano o non siano sufficientemente nitidi? Si decide che sulla stampa debbano avere una certa dimensione. Chiaramente se faccio una stampa più grande la pdc diminuisce e viceversa. Quindi si per fare una scala bisogna decidere due cose, quanto può essere grande un punto (dai bordi non netti) per apparire comunque sufficientemente nitido e quanto deve essere grande la stampa presa a riferimento. Naturalmente questa ultima decisione non è troppo vincolante perché si presume che stampe grandi siano osservate da distanze più elevate, ma in ogni caso non può essere ignorata in pratica. Diciamo che le scale della pdc vanno bene per stampe medio piccole, non oltre il 30x40, accontentandosi un po'.
Quindi tornando alla tua domanda, se usiamo sempre la stessa focale (diciamo 80 mm), ma su negativi dal 6x4.5 al 6x9 ne viene fuori che la pdc è un po' di più sul 6x9 perché in stampa ingrandirai meno a parità di misura finale. Se invece cambi focale, per es usando un 75mm sul 6x4.5, un 80mm sul 6x6, 90 sul 6x7 e 105 sul 6x9 la pdc sarà abbastanza simile, un poco meno sul formato maggiore, perché pur calando per via dell'aumento di focale e del maggior diametro del diaframma (a parità di valore impostato), aumenterà per la riduzione del rapporto di ingrandimento in stampa.
In ogni caso se ti serve qualcosa di un po' più preciso, o fai delle prove sul formato di stampa finale se le vuoi grandi, oppure usi un calcolatore di pdc (ce ne sono diversi online, o come app) dove tu possa inserire il circolo di confusione adatto al rapporto di ingrandimento in stampa. In ogni caso non è mai una scienza esatta, perché ci sono anche altre variabili e anche diversi modi per fare i calcoli.
La pdc dipende dal rapporto di ingrandimento, dalla distanza di messa a fuoco, e dalla lunghezza focale e dall'apertura del diaframma, intesa come diametro, più che valore.
Più ingrandisco meno ho pdc. Vale a dire che su una stampa 10x15 la pdc è di più che su una 30x40.
Più metto a fuoco vicino (ingrandisco) meno ho profondità di campo.
Più la lunghezza focale è elevata (ingrandisco) minore è la pdc. Quindi tre variabili comunque legate al rapporto di ingrandimento anche se ognuna ha rilevanza diversa.
Più è aperto il diaframma, grande il diametro, minore è la pdc.
Ma da cosa dipende? La messa a fuoco è sempre solo su un piano (magari non tanto piano, ma è un altro discorso), ma punti più lontani o più vicini del piano di messa a fuoco, possono apparire comunque sufficientemente nitidi. Quando appaiono sufficientemente nitidi si dice che rientrano nella pdc. Un punto fuori del piano di fuoco apparirà come un circolo un po' sfumato, questo prende il nome di circolo di confusione.
Ma come si fa a dire che siano o non siano sufficientemente nitidi? Si decide che sulla stampa debbano avere una certa dimensione. Chiaramente se faccio una stampa più grande la pdc diminuisce e viceversa. Quindi si per fare una scala bisogna decidere due cose, quanto può essere grande un punto (dai bordi non netti) per apparire comunque sufficientemente nitido e quanto deve essere grande la stampa presa a riferimento. Naturalmente questa ultima decisione non è troppo vincolante perché si presume che stampe grandi siano osservate da distanze più elevate, ma in ogni caso non può essere ignorata in pratica. Diciamo che le scale della pdc vanno bene per stampe medio piccole, non oltre il 30x40, accontentandosi un po'.
Quindi tornando alla tua domanda, se usiamo sempre la stessa focale (diciamo 80 mm), ma su negativi dal 6x4.5 al 6x9 ne viene fuori che la pdc è un po' di più sul 6x9 perché in stampa ingrandirai meno a parità di misura finale. Se invece cambi focale, per es usando un 75mm sul 6x4.5, un 80mm sul 6x6, 90 sul 6x7 e 105 sul 6x9 la pdc sarà abbastanza simile, un poco meno sul formato maggiore, perché pur calando per via dell'aumento di focale e del maggior diametro del diaframma (a parità di valore impostato), aumenterà per la riduzione del rapporto di ingrandimento in stampa.
In ogni caso se ti serve qualcosa di un po' più preciso, o fai delle prove sul formato di stampa finale se le vuoi grandi, oppure usi un calcolatore di pdc (ce ne sono diversi online, o come app) dove tu possa inserire il circolo di confusione adatto al rapporto di ingrandimento in stampa. In ogni caso non è mai una scienza esatta, perché ci sono anche altre variabili e anche diversi modi per fare i calcoli.
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Non è tanto stupida.lorenzoleone ha scritto: ↑31/03/2021, 9:56
In questo caso l'indicazione della profondità di campo fornita dalle scale metriche degli obiettivi della mamiya o del superangulon non sono condizionate dal formato di scatto? e nel caso a quale farebbero riferimento?
forse è una domanda stupida e mi sfugge qualcosa di ovvio
grazie
Comunque è no.
La pdc è "decisa", fissa e ben precisa è dettata dalla focale dell'obbiettivo ed in base al diaframma usato.
Poi se stampi piccolo avrai la percezione che la pdc sia maggiore (ovviamente) più stampi grande e più percepirai il fuoco ed il fuori fuoco.
Ma quello che sta sul negativo lo ha deciso prima l'obbiettivo e tu dopo con l'apertura del diaframma che userai, a maggior ragione nel caso che hai menzionato.
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Direi di no, infatti dipende anche dal formato della pellicola, da cui dipende il cerchio di confusione scelto, questo fa sì che la profondità di campo, sia quella incisa sulla scala dell'obiettivo che quella percepita su stampe di uguale grandezza, per esempio è molto minore su un tele da 105mm usato per il 24x36 rispetto ad un ottica normale della stessa focale usata per il 6x9zone-seven ha scritto: ↑31/03/2021, 13:58
La pdc è "decisa", fissa e ben precisa è dettata dalla focale dell'obbiettivo ed in base al diaframma usato.
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
La pdc non cambia, cambia la percezione che si ha in base alla stampa. Un obbiettivo se lo si mette sul 135mm prima e sul 11x14 o 6x9 non può fare due cose diverse (a parità di settaggi tra cui il diaframma) .graic ha scritto: ↑31/03/2021, 15:54Direi di no, infatti dipende anche dal formato della pellicola, da cui dipende il cerchio di confusione scelto, questo fa sì che la profondità di campo, sia quella incisa sulla scala dell'obiettivo che quella percepita su stampe di uguale grandezza, per esempio è molto minore su un tele da 105mm usato per il 24x36 rispetto ad un ottica normale della stessa focale usata per il 6x9zone-seven ha scritto: ↑31/03/2021, 13:58
La pdc è "decisa", fissa e ben precisa è dettata dalla focale dell'obbiettivo ed in base al diaframma usato.
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Siccome il concetto di profondità di campo non è "oggettivo" ma lo diviene solo a valle della della scelta del raggio del cerchio di confusione la pdc cambia eccome, al variare del formato, proprio perchè per formati più grandi si usa un cerchio di confusione maggiore, se non ci credi prova a fare la prova pratica che suggerivo, andando a vedere la scala della pdc incisa su due ottiche di pari focale, aperte allo stesso valore ma costruite per formati diversi.
Saluti
Gianni
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Prova fatta al volo Planar 80mm Hasselblad diaframma 16 distanza di messa a fuoco 5m pdc da 2.5 a più di 20m
Jupiter 9 85mm (siamo lì) diaframma 16 distnza di messa a fuoco 5mt pdc da 3.5 a 8m
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Saluti
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Non siamo lì.
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
Certo che per il 5% di variazione della focale la PDC varia del 100%
Saluti
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Re: Quesito scala metrica - iperfocale
La spiegazione corretta è quella che ha dato Andrea nel primo post di risposta, il fattore determinante è l'ingrandimento al quale è legata anche la lunghezza focale.
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