Ora con la testa colore come fai?

Ricapitolando ti basi sulle alte luci, che grossomodo hanno un tono che rimane inalterato cambiando contrasto quando si usano i filtri su una testa a condensatore. Il contrasto lo regoli sulla parte scura. Funziona abbastanza, ma ha dei limiti: vale a dire che il tono di riferimento, cioè quello che non cambia (o cambia poco) cambiando contrasto non necessariamente è un tono comodo, o utile, o importante in una determinata immagine.
Ora hai due possibilità:
A) Ti fai una bella serie di test sulla carta usando varie filtrature ed un tono chiaro di riferimento. Cambi contrasto e controlli quanto cambia l'esposizione. Per compensare puoi usare il comando della densità, o prenderti appunti sulla variazione percentuale e lavorare col tempo. Puoi sempre trasformare variazioni di densità in tempo e viceversa.
Naturalmente puoi prendere un qualsiasi tono come riferimento, ma naturalmente il livello della compensazione cambierà.
B) In alternativa aggiungi un livello di flessibilità. Ovvero non ti basi su un tono chiaro di riferimento arbitrariamente fissato, che, per inciso, non è detto che ci sia su ogni immagine o che su ogni immagine abbia la stessa importanza e lavori sugli estremi di gamma più liberamente (cioè scegliendo di volta in volta due estremi che si adattino alla singola immagine) variando il contrasto e facendo provini scalari finché i toni di riferimento non vengono fuori con lo stesso tempo di esposizione. All'inizio è un po' più triboloso, ma ci si abitua presto... e a volte è la marcia in più che serve.
Prova assolutamente la lampadina da 20w, radente e distante. Con pochi esperimenti troverai una distanza ed un angolo d'incidenza che ti consentiranno di valutare il dry-down senza aspettare che le stampe siano asciutte.