Rivelatore POTA

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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chromemax
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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da chromemax »

Modestissimo parere personale, il POTA imho rientra nella macrocategoria dei prodotti fotografici mitizzati e in quanto tale è sempre difficile non esserne curiosi ma al contempo mantenere anche obbiettività; il suo mito deriva dal fatto che era stato appositamente formulato per sviluppare le fotografie delle esplosioni degli ordigni nucleari ed era ingrado di gestire contrasti estremi. Chiunque abbia subito il fascino delle pellicole documentali, nell'illusione di emulare la qualità del grande formato (la Kodak scrisse esplicitamente che una stampa 20x25 da TP2415 era indistinguibile da una da negativo 4x5), o ha vagheggiato le 600 linee/mm, si è imbattuto, per uso o per sentito dire, con questo rivelatore.
Il POTA imho è uno sviluppo rozzo nell'impostazione e primitivo nella resa, lavora esclusivamente per compensazione da esaurimento dato che comincia ad ossidarsi, e anche velocemente, appena il fenidone tocca l'acqua, il che comporta anche una intrinseca mancanza di affidabilità nella costanza dei risultati e genera anche a una quantità di schiuma indescrivibile.
Personalmente per ottenere negativi molto morbidi ho sperimentato un po' con lo sviluppo colore del C-41, sicuramente molto più raffinato nella formulazione e nella tenuta e abbastanza facile da reperire coi Kit colore che mi capita difficilmente di sfruttare a fondo (ma Ars-Imago lo procura anche singolarmente). Per avere tempi di trattamento decenti conviene usarlo a 24°C e la perdita di sensibilità è notevole (2 stop) ma i risultati con la FP-4 mi sono piaciuti.
Non ho provato personalmente ma da fonte sicura so che sono stati ottenuti ottimi risultati su pellicole "tecniche" anche col caffenol-LC col quale verrebe la pena fare una prova con film "normali" in cerca di compensazioni estreme; probabilmente è primitivo anche questo rivelatore ma almeno non costa niente.
Poi esistono tutta una serie di sviluppi particolari per le pellicole paritcolari, e mi riferisco ai prodotti Adox e Spur sempre per pellicole tecniche che, sebbene costosi, possono essere valutabili come alternativi al POTA.
Non parlo del POTA delagi perché il benzotrazolo in uno sviluppo del genere non capisco se sta lì a toppare un errore o a fare cosa, comunque non l'ho mai provato.
In ogni caso metti in preventivo una perdita di sensibilità notevole, questi sviluppi non anneriscono e l'unica via per crescere in densità sulla pellicola è farci arrivare tanta luce.



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Dart
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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da Dart »

chromemax ha scritto:Modestissimo parere personale, il POTA imho rientra nella macrocategoria dei prodotti fotografici mitizzati e in quanto tale è sempre difficile non esserne curiosi ma al contempo mantenere anche obbiettività; il suo mito deriva dal fatto che era stato appositamente formulato per sviluppare le fotografie delle esplosioni degli ordigni nucleari ed era ingrado di gestire contrasti estremi. Chiunque abbia subito il fascino delle pellicole documentali, nell'illusione di emulare la qualità del grande formato (la Kodak scrisse esplicitamente che una stampa 20x25 da TP2415 era indistinguibile da una da negativo 4x5), o ha vagheggiato le 600 linee/mm, si è imbattuto, per uso o per sentito dire, con questo rivelatore.
Il POTA imho è uno sviluppo rozzo nell'impostazione e primitivo nella resa, lavora esclusivamente per compensazione da esaurimento dato che comincia ad ossidarsi, e anche velocemente, appena il fenidone tocca l'acqua, il che comporta anche una intrinseca mancanza di affidabilità nella costanza dei risultati e genera anche a una quantità di schiuma indescrivibile.
Personalmente per ottenere negativi molto morbidi ho sperimentato un po' con lo sviluppo colore del C-41, sicuramente molto più raffinato nella formulazione e nella tenuta e abbastanza facile da reperire coi Kit colore che mi capita difficilmente di sfruttare a fondo (ma Ars-Imago lo procura anche singolarmente). Per avere tempi di trattamento decenti conviene usarlo a 24°C e la perdita di sensibilità è notevole (2 stop) ma i risultati con la FP-4 mi sono piaciuti.
Non ho provato personalmente ma da fonte sicura so che sono stati ottenuti ottimi risultati su pellicole "tecniche" anche col caffenol-LC col quale verrebe la pena fare una prova con film "normali" in cerca di compensazioni estreme; probabilmente è primitivo anche questo rivelatore ma almeno non costa niente.
Poi esistono tutta una serie di sviluppi particolari per le pellicole paritcolari, e mi riferisco ai prodotti Adox e Spur sempre per pellicole tecniche che, sebbene costosi, possono essere valutabili come alternativi al POTA.
Non parlo del POTA delagi perché il benzotrazolo in uno sviluppo del genere non capisco se sta lì a toppare un errore o a fare cosa, comunque non l'ho mai provato.
In ogni caso metti in preventivo una perdita di sensibilità notevole, questi sviluppi non anneriscono e l'unica via per crescere in densità sulla pellicola è farci arrivare tanta luce.
chromemax ha scritto:Modestissimo parere personale, il POTA imho rientra nella macrocategoria dei prodotti fotografici mitizzati e in quanto tale è sempre difficile non esserne curiosi ma al contempo mantenere anche obbiettività; il suo mito deriva dal fatto che era stato appositamente formulato per sviluppare le fotografie delle esplosioni degli ordigni nucleari ed era ingrado di gestire contrasti estremi. Chiunque abbia subito il fascino delle pellicole documentali, nell'illusione di emulare la qualità del grande formato (la Kodak scrisse esplicitamente che una stampa 20x25 da TP2415 era indistinguibile da una da negativo 4x5), o ha vagheggiato le 600 linee/mm, si è imbattuto, per uso o per sentito dire, con questo rivelatore.
Il POTA imho è uno sviluppo rozzo nell'impostazione e primitivo nella resa, lavora esclusivamente per compensazione da esaurimento dato che comincia ad ossidarsi, e anche velocemente, appena il fenidone tocca l'acqua, il che comporta anche una intrinseca mancanza di affidabilità nella costanza dei risultati e genera anche a una quantità di schiuma indescrivibile.
Personalmente per ottenere negativi molto morbidi ho sperimentato un po' con lo sviluppo colore del C-41, sicuramente molto più raffinato nella formulazione e nella tenuta e abbastanza facile da reperire coi Kit colore che mi capita difficilmente di sfruttare a fondo (ma Ars-Imago lo procura anche singolarmente). Per avere tempi di trattamento decenti conviene usarlo a 24°C e la perdita di sensibilità è notevole (2 stop) ma i risultati con la FP-4 mi sono piaciuti.
Non ho provato personalmente ma da fonte sicura so che sono stati ottenuti ottimi risultati su pellicole "tecniche" anche col caffenol-LC col quale verrebe la pena fare una prova con film "normali" in cerca di compensazioni estreme; probabilmente è primitivo anche questo rivelatore ma almeno non costa niente.
Poi esistono tutta una serie di sviluppi particolari per le pellicole paritcolari, e mi riferisco ai prodotti Adox e Spur sempre per pellicole tecniche che, sebbene costosi, possono essere valutabili come alternativi al POTA.
Non parlo del POTA delagi perché il benzotrazolo in uno sviluppo del genere non capisco se sta lì a toppare un errore o a fare cosa, comunque non l'ho mai provato.
In ogni caso metti in preventivo una perdita di sensibilità notevole, questi sviluppi non anneriscono e l'unica via per crescere in densità sulla pellicola è farci arrivare tanta luce.
Grazie mille come sempre per la spiegazione esauriente :)


Emanuele

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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da zone-seven »

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Niente.. fa solo figo in questo contesto poter dire di averlo appena usato.

Avevo una Maco Ortho 25c che ho trovato in una camera acquistata usata.
L'ho messa a mollo nel Pota 12 minuti.
Ma vai a spere come è stata scattata/esposta/pensata...boh
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.

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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da Pierpaolo B »

Per quanto l'hai sviluppata?
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.

Clicca qui! .....e qui, ...e anche qui!

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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da zone-seven »

impressionando ha scritto:
16/05/2021, 22:42
Per quanto l'hai sviluppata?
12 min a 20 gradi
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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da Pierpaolo B »

E' abbondante ma compatibile.
Io sto sui 10. Solitamente si consiglia 12 a 24 ma è esagerato sempre.
A occhio sembra bella tosta.
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.

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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da zone-seven »

impressionando ha scritto:
17/05/2021, 8:47
E' abbondante ma compatibile.
Io sto sui 10. Solitamente si consiglia 12 a 24 ma è esagerato sempre.
A occhio sembra bella tosta.
Abbastanza densa... ma come dicevo sopra l'ho trovata nella macchina e va a sapere come è stata esposta, d'altra parte anche il buon Steve Anchell (se ho scritto bene) dice: "sono sempre 12 minuti" ;) come punto di partenza .


Avevo preso delle ortho (Adox) 4x5 per farci un giro, ecco è la volta buona che le metto dentro.

Nota: che il Fenidone è tosto ce lo sapevo, ma cribbio sarà la mia vecchiaia ma ce vo er frullatore.
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Re: Rivelatore POTA

Messaggio da Pierpaolo B »

Diego mi suggerí di scioglierlo prima in alcool isopropilico e poi passarlo in acqua.... funziona.
Come ti dicevo non è a basso contrasto.... Più che altro spappola il contrasto sulle densità raggiungendo però densità di tutto rispetto.
Quando c'era il rodinal (vero) lo preferivo al pota. A 1+100 e oltre in acqua presolfitata mi faceva uscire la tp64 e le orthocromatiche meglio che il pota.
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.

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