Giusto Chromemax!
Ho fatto una interruzione un po' brusca e quindi riprendo dall'ultima frase...
Silverprint ha scritto:Detto in termini tecnici: ha giusta esposizione e giusto contrasto.
E cosa significa dire che un negativo ha il giusto contrasto?
Significa dire che esso può essere stampato su un grado di contrasto medio senza interventi di correzione e che la stampa che ne risulta ha a sua volta il contrasto che desideriamo. È soggettivo e tecnico al contempo. Interesante! Si comincia a parlare di espressione personale attraverso la tecnica.
Contrasto
della scena, contrasto
del negativo, contrasto
della carta, contrasto
della stampa, ma non saranno troppi tutti questi diversi contrasti!?
E sì, facile confondersi! Serve un glossario.
Il contrasto della scena è la differenza di luminosità tra le parti chiare e quelle scure di ciò che fotografiamo. Si può misurare, in stop per esempio, o più empiricamente imparare a valutare a occhio e cervello. L'occhio da solo non basta, un po' bisogna sempre ragionarci, l'occhio naturalmente lo compensa (cioè lo fa il cervello, ma ci siamo capiti... spero

).
Il contrasto del negativo è la differenza tra le parti chiare di esso (le ombre della stampa) e le parti scure (le luci della stampa); esso dipende dal contrasto della scena e (tantissimo!) dall'energia con cui abbiamo sviluppato il negativo. Idealmente dovremmo adattare il contrasto del negativo al contrasto della scena, che sarebbe ciò che dice il famosissimo detto "sviluppare per le luci".
In pratica usare meno energia per sviluppare i negativi scattati in scene ad alto contrasto e più energia per quelli scattati quando il contrasto era basso.
Questo "naturalmente" al fine di produrre, indipendentemente dal contrasto della scena, un contrasto del negativo sempre simile!
http://www.youtube.com/watch?v=rdkecMOT1koAnche il contrasto del negativo si può misurare sia con degli indici (indice di contrasto, gamma) sia come differenza di densità. L'indice di contrasto racconta con un numero quanto siano diverse come densità due porzioni di negativo esposte in maniera diversa e nota ed é molto utile, può perfino essere usato per adattare scientificamente il contrasto del negativo al contrasto della scena con gran precisione (Chromemax fa così!

). Io più modestamente uso un metodo con meno numeri e più empirico che è il sitema zonale, ma è possibile operare con successo in modi diversi più o meno precisi (pian piano ci arrivo in questo thread...)
Nota: qualsiasi tempo di sviluppo fornito senza dati sul contrasto che produce (I.C. o gamma) è non verificabile ed aleatorio, quasi inutile. Quest'ultimo è un pensierino rivolto al, troppo citato e considerato, Massive Dev Chart... quasi inutile, non verificabile e perfino non contestabile!
Il contrasto della carta rappresenta invece la sua adattabilità al contrasto del negativo. Se il negativo é contrastato, o duro ovvero sovra-sviluppato (
è proprio la stessa cosa) sará necessario usare in stampa una carta di contrasto basso o fare
pesanti interventi di correzione con mascherature e bruciature. Se il negativo è poco contrastato, morbido o sotto-sviluppato (
è sempre la stessa cosa) sará necessario usare in stampa una carta di contrasto elevato. Quest'ultimo è un caso che non si verifica tanto spesso,
se il negativo é esposto bene, mentre i negativi sovra-sviluppati sono molto comuni.
Il contrasto della stampa è quello che si vede alla fine di tutti questi triboli...

Il contrasto sará basso, alto o giusto. Giusto quando sia i toni chiari che quelli scuri sono come e dove li volevamo, basso se i toni chiari non sono abbastanza chiari e/o quelli scuri non sono abbastanza scuri; alto se i toni scuri sono più scuri del desiderato e/o quelli chiari troppo chiari.
Ma sul contrasto della stampa è interessante ANCHE ragionare in maniera non ortodossa e meno intuitiva in "unità di superficie", ovvero dire che una stampa é dura perché le aree molto scure (oltre ad essere molto scure) sono anche grandi e grandi sono anche quelle chiare (oltre ad essere molto chiare) o é grande almeno una delle due, e dire che una stampa é morbida perché i toni medi occupano tanto spazio mentre quelli più chiari e quelli più scuri ne occupano poco.
A domani!
