Che si stampi o si scansioni l'approccio allo scatto è sostanzialmente quello ma molto diverso, invece, dallo scattare in digitale.Danielegb ha scritto: ↑27/04/2023, 9:34Provo a rispondere.chromemax ha scritto: ↑26/04/2023, 23:44Appunto.Pierpaolo B ha scritto: ↑26/04/2023, 23:24Comunque continuo a chiedermi perchè chi ha poi da scansionare non scatta direttamente in digitale
Come si dice, è spesso più importante il viaggio che la destinazione.
Nel mio caso la situazione è la seguente:
Colleziono vecchi apparecchi fotografici, ovviamente analogici, e spesso parecchio datati.
Mi piace provarli, vedere se e come funzionano. Mi emoziona più la meccanica di un apparecchio fotografico che la foto in se.
Mi piace l'idea di sviluppare da me, come sopra mi da delle emozioni.
Non me la sento di stampare, anche se mi piacerebbe, ma tempo e costi non me lo permettono per ora, poi mai dire mai.
Ovviamente voglio vedere i risultati e che abbiano un minimo di decenza qualitativa.
Come detto apprezzo molto il viaggio e meno la destinazione, ma evidentemente per capire se il viaggio è andato bene devo poter avere un riscontro sufficientemente di qualità.
Da qui ho inizialmente acquistato un Kodak Scanza, ma che evidentemente non mi da una qualità apprezzabile.
Per chiudere il cerchio mi sono quindi chiesto se un Plustek possa darmi miglior qualità pur mantenendomi ad un prezzo accettabile.
Ora molti si staranno strappando i capelli forse , ma non mi sento un pazzo ad avere questa visione.
Ho pieno rispetto per i puristi (che invidio in realtà), ma questo atteggiamento del tutto o niente che riscontro troppo spesso non è sano.
In analogico ogni foto è figlia di una visione e di un ragionamento.
L’esposizione deve essere corretta, la composizione pure, non ci si può concedersi il lusso di dire: “tanto poi c’è Photoshop”. Non potendo scattare a valori iso molto elevati, ma “solamente a 400 iso”, si è costretti a ragionare in funzione della luce presente e non il contrario.
Si impara, così, ad accettare il fatto che a volte non ci sono le condizioni per realizzare una buona immagine, …pace e Amen!
Fotografando in pellicola, si hanno a disposizione, al massimo, solo 24 o 36 fotogrammi per rullo.
Questo induce, non solo ad evitare gli scatti inutili, ma a scattare solo quando “c’è la foto”.
Quando cioè si presenta “l’attimo fuggente”, quell’attimo e quell’inquadratura carica di emotività capace di destare l’interesse e la tensione in chi osserva l’immagine.
Ecco, quado si scatta in digitale, invece, questi aspetti vengono meno perchè si hanno a dipsposizione degli strumenti così veloci e potenti che non possono non condizionare chi opera. Gli automatismi, l’assenza di costi nella realizzazione delle immagini, la possibilità di rivedere immediatamente lo scatto e le infinite possibilità di correzione in fase di post-produzione creano disattenzioni nel momento dello scatto. Per supplire a questa mancanza,
si scatta a raffica e senza “pensare”, nella speranza che, fra le molte immagini catturate, c’è ne sia qualcuna di “buona” da rendere poi “eccezionale” con Photoshop.
Questo modo d’intendere la fotografia è tipico del fotografo comune, non certo del professionista o del fotoamatore evoluto, anche se in parte questo processo mentale è entrato ormai nell’inconscio collettivo contribuendo ad un certo decadimento della qualità, soprattutto in termini di linguaggio.
C'è poi da considerare che scattando direttamente in digitale il file ottenuto presenta inevitabilmente una compressione dei toni di grigio dovuti alla codifica in bit dei vari livelli di luminosità. Codifica che avviene con una perdita di informazioni reali dovuta all'impiego sul sensore del filtro di Bayer.
Molti grigi sono inventati. In poche parole una scansinone PROFESSIONALE del negativo ha una qualità superiore alla stessa immagine acquisita in ripresa con macchine digitali a filtro di Bayer. Diverso è il discorso per le macchine digitali che scattano direttamente in bianco e nero.
Nella ripresa con macchine analogiche, che si stampi o si scansioni, sono sempre presenti alcuni aspetti, squisitamente etici e retrò, che la rendono ancora più unica ed attraente.
Il processo analogico B&N infatti, diventa ancor più affascinante impiegando in ripresa vecchi corredi di produttori storici. Sono fotocamere ed obiettivi di qualche decennio fa, di qualità straordinaria e considerati, ancor oggi, dei veri e propri capolavori d’ingegneria ottica e meccanica.
La sensazione che si ricava dall’utilizzo di questi apparecchi è piacere puro.
L’iniziale idea di difficoltà, dovuta all’assenza di vari automatismi, viene ben presto sostituita dalla soddisfazione che si prova usando queste macchine in manuale, unita al piacere di avere fra le mani fotocamere ed obiettivi che hanno fatto la storia della fotografia.
Ed infine chi scansiona solamente deve sapere che la stampa in camera oscura esercita un fascino ed un romanticismo che nessun computer o software sarà mai in grado di replicare. Veder comparire l’immagine sotto la luce rossa, l’uso delle proprie mani, l’odore della carta e dei chimici, l’abbandonarsi ad un ritmo diverso e più lento, sono aspetti che regalano sensazioni uniche e straordinarie che attraggono molti fotografi e giovani appassionati ancora oggi.