
Ok, la prima uscita fotografica è stata pianificata in modo da essere in sito prima dell'alba e poter sfruttare la tenuissima luce che precede i raggi solari. Giunti ai piedi della scogliera bassa ci siamo dedicati a trovare una inquadratura soddisfacente. Io, mostruosamente appassionato di Mare, rimuginavo tra me e me sul fatto che avrei fatto meglio a portare la mia attrezzatura da pesca in apnea... lo spettacolo di un mare invernale completamente immobile, quasi fosse assorto in mille pensieri, mi lasciava incantato e la pace e la serenità che spriginava, erano qualcosa di magnetico. Ecco che il desiderio di immortalare questo momento dolcissimo mi ha guidato nel cercare di previsualizzare la foto: il faro, che nella composizione con grandangolare spinto, risultava essere piuttosto piccolo, aveva bisogno di un ruolo da protagonista... scattando con tempi brevi avrei preso, se mi andava bene, solo una volta la luce dello stesso ed il suo riflesso sulla superficie liquida sarebbe stato piuttosto evanescente. Da qui la scelta di un tempo lungo e di un filtro arancio: il rosso sarebbe stato troppo forte ed avrebbe oscurato troppo il blu predominante. L'esposizione, calcolata col solito esposimetro spot, è venuta dopo una accuarata ricerca della composizione più equilibrata. Il tempo è stato, calcolando anche un buon margine di tempo per l'effetto di reciprocità, di 4 minuti, più che sufficienti a dare corpo alla luce del faro ed ai suoi deboli riflessi. In fase di post produzione ho solo regolato selettivamente i livelli e bruciato e mascherato alcune zone. Questo il risultato della Pentax 6x7 armata di 45 mm e di Fuji Acros 100:

Il sole appena alto sull'orizzonte ci ha suggerito di cambiare zona, per questo siamo andati sopra una scogliera alta a picco sul mare. La giornata già preannunciava cambiamenti ed infatti nuvoloni importanti soraggiungevano ad inavdere lo sfondo. Questo cambiamento contribuiva a dare al mare un aspetto meno sereno ma decisamente più minaccioso. Considerando che il mio stato d'animo del momento ben si somigliava ho cercato ( a lungo senza trovar nulla) un qualcosa che desse del mare una lettura diametralmente opposta allo scatto precedente. Uno spuntone di roccia, che mi pareva come una grossa freccia (od un grosso dito, che indicava la direzione del mare che si perdeva nell'infinito, e delle rocce a strapiombo che rafforzavano l'impatto minaccioso) mi induceva a concentrarmi su di essa: il solito 45 mm, posizionato il più vicino possibile per ottenere un primo piano a fuoco, mi dava una sfocatura che includeva tutto il resto della scena, utile per rafforzare il senso di mistero ed angoscia che mi balenava nel cervello bacato che mi ritrovo. Solito filtro arancio e solito scatto: specchio presollevato, cavetto di scatto e questo è il risultato:

Ed ora a voi i commenti.
Ciao,
Osvi.