Si può vivere senza esposimetro?
Moderatore: etrusco
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Esatto Nicola e credo di non essere l'unico a pensarlo...;)
Se poi vuole trasformarsi in un esercizio di estetica o, peggio, in uno sfoggio di letture fatte (sul fatto che siano capite non scenderei...) ben venga...ma occorre essere consapevoli dell'intrinseca sterilità del tutto...
Se poi vuole trasformarsi in un esercizio di estetica o, peggio, in uno sfoggio di letture fatte (sul fatto che siano capite non scenderei...) ben venga...ma occorre essere consapevoli dell'intrinseca sterilità del tutto...
Massimiliano


-
- superstar
- Messaggi: 2045
- Iscritto il: 26/12/2015, 14:32
- Reputation:
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Sinceramente, non penso che sia uno sfoggio di letture fatte, capite o meno, e non credo nemmeno che sia una cosa sterile; da discussioni, civili, qualcosa viene sempre fuori, e anche se non s'arriva ad una "pace", comunque ci si è confrontati, e il confronto è già in se un risultato.
Nicola
Meglio farlo, e poi pentirsi, che rimpiangere di non averlo fatto.
Meglio farlo, e poi pentirsi, che rimpiangere di non averlo fatto.
- andreasoft
- fotografo
- Messaggi: 77
- Iscritto il: 26/09/2012, 11:21
- Reputation:
- Località: Roma
- Contatta:
Re: RE: Re: Si può vivere senza esposimetro?
Considerazioni molto interessanti le tue, mi trovo d'accordo su svariati punti. Ne puntualizzo alcuni per rendere più costruttivo il dialogo.
). Il momento decisivo esiste nella misura in cui non si scatta a vanvera; analizzando i contatti dei maestri si vede come lavoravano sul soggetto fino a trovare lo scatto giusto. Questo non vuol dire però che loro sparano nel mucchio, ma che ci si avvicinano per gradi, sentono di essere vicini, fino a che non esce il capolavoro. Se si scatta invece senza questo percorso non si sta cercando l'attimo topico, ma si sta brancolando nel buio sperando che poi mi rivedo le foto e qualcosa trovo. Questo significa, da quello che io ho imparato e capito finora, l'attimo decisivo.
È stato un piacere parlare con te!
Inviato dal mio GT-N8000 utilizzando Tapatalk
Il libro che suggerisci non l'ho letto e lo farò appena possibile. Per il resto, la fase super tecnica l'ho passata anch'io, ero fissato con l'esposizione, l'indice di esposizione, la leggibilità a tutti i costi, il negativo perfetto, la dia ultranitida e senza grana, il file RAW sviluppato a regola d'arte, la carta baritata, .... etc. ...etc. Però poi, crescendo, ho capito che una foto che "spacca" lo fa sempre e comunque, anche se non ha nessuna delle caratteristiche sopra elencate. Basta studiare le foto dei grandi (David Alan Harvey, Steve McCurry, Berengo Gardin, Robert Capa, Doisneau, solo alcuni esempi ...) per rendersi conto che se la nuvola dietro è bruciata, se sotto la sedia l'ombra è troppo chiusa, se la foto è sfocata o mossa, non importa proprio niente, quella foto "spacca" e racconta, emoziona. La foto è un momento colto, di luce soggetto ed azione, questo basta fare una grande foto.Santo Niente ha scritto:
Conoscere la tecnica che ha portato a certi risultati ti aiuta a leggere la storia che racconta un fotografo con più cognizione di causa, oltre a formarti una competenza e una cultura utile anche per il tuo. Ogni immagine andrebbe infatti contestualizzata il più possibile, anche dal punto di vista tecnico. A questo proposito ti consiglio "Leggere la fotografia" di Pieroni, sono sicuro che lo troverai utile.
A questo proposito ti consiglio di leggere ed ammirare lo splendido libro di 500 pagine "Magnum - La scelta della foto", ed. Contrasto. Ci sono 140 provini a contatto di 70 fotografi, 200 stampe ... Ci sono i provini di tutti quelli che hanno (e stanno facendo) la storia della fotografia. Bruce Gilden ammette di scattare migliaia di foto senza riuscire a trovare un soggetto buono, anche i provini di Bresson mostrano come lavorava, Martin Parr la stessa cosa, tutti insomma, con rare eccezioni (Steve McCurry ad esempio), mostrano dei provini con soltanto una, massimo due foto buone. E sono quanto di meglio esista al mondo (figuriamoci noi ...Santo Niente ha scritto: ...Se tu potessi ad esempio vedere i provini per capire come realmente lavorava, ti accorgeresti magari che i suoi momenti nello scatto erano tutt'altro che decisivi: la decisione la si faceva a valle di migliaia di scatti e crop, con il supporto dello stampatore. Provini sapientemente cestinati, avendone salvati solo alcuni per la gloria.

È stato un piacere parlare con te!

Inviato dal mio GT-N8000 utilizzando Tapatalk
Andrea Conti - Photographer
==> https://contifoto.wordpress.com/ <==
==> https://contifoto.wordpress.com/ <==
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Sarebbe interessante questa discussione sull'attimo fuggente, che ne dite di aprire un 3D a parte ?
Qui dove si parla di esposimetro è un po OT.
Qui dove si parla di esposimetro è un po OT.
-
- esperto
- Messaggi: 272
- Iscritto il: 31/07/2016, 20:51
- Reputation:
Re: RE: Re: RE: Re: Si può vivere senza esposimetro?
Capisco cosa vuoi dire, ma non ne farei un valore assoluto. È un po' come dire che il cristo velato di Sanmartino "spaccherebbe" anche se fosse fatto meno bene, quando è invece un meraviglioso esempio di perizia tecnica e visione umana. La fotografia non è solo reportage in situazioni estreme, dove ci sta pure la "mancanza" tecnica a evidenziare la difficoltà del reporter, oppure la lomografia, una certa street e così via. È chiaro che ci sono molti scatti ben composti e riusciti dove eventuali sottoesposizioni passano in secondo piano, ma questa non è una formula valida per tutta la fotografia. E reputo una valutazione ingenua scambiare necessariamente per freddezza tecnica un proprio ideale di perfezione formale ai fini espressivi.andreasoft ha scritto:
Basta studiare le foto dei grandi (David Alan Harvey, Steve McCurry, Berengo Gardin, Robert Capa, Doisneau, solo alcuni esempi ...) per rendersi conto che se la nuvola dietro è bruciata, se sotto la sedia l'ombra è troppo chiusa, se la foto è sfocata o mossa, non importa proprio niente, quella foto "spacca" e racconta, emoziona. La foto è un momento colto, di luce soggetto ed azione, questo basta fare una grande foto.
È stato un piacere parlare con te!
Grazie a te per l'utile conversazione

Inviato dal mio F5321 utilizzando Tapatalk
- andreasoft
- fotografo
- Messaggi: 77
- Iscritto il: 26/09/2012, 11:21
- Reputation:
- Località: Roma
- Contatta:
Re: RE: Re: RE: Re: RE: Re: Si può vivere senza esposimetro?
D'accordissimo! Però la scultura (così come la pittura) non si vede in un 125 di secondo ...Santo Niente ha scritto:
... il cristo velato di Sanmartino "spaccherebbe" anche se fosse fatto meno bene, quando è invece un meraviglioso esempio di perizia tecnica e visione umana.
E poi bisognerebbe mettersi d'accordo sul "fatto bene". Che vuol dire? Quando secondo te l'esposizione è fatta bene?... Esiste l'esposizione "fatta bene"? Il fotografo ha una visone personale, che esprime in un 125 di secondo, e se quella visione implica la sottoesposizione (ma potrebbe essere la messa a fuoco, la composizione, la stampa, ...) la foto sarà "fatta bene", allo stesso modo di una statua alla quale l'autore decidesse che debba mancare un braccio.
D'accordo anche qui. Preciso che secondo me il banale e freddo tecnicismo entra in gioco nel momento in cui SOLO quello è il metro di giudizio di una fotografia. Ad esempio, trovo assolutamente assurda e priva di fondamento l'affermazione che una foto analogica non si possa valutare a monitor ... certo, non si potranno valutare alcuni aspetti, ma se metto a monitor una foto (ma potrebbe anche essere la Monna Lisa di Leonardo) che spacca e racconta ... punto.Santo Niente ha scritto: ... reputo una valutazione ingenua scambiare necessariamente per freddezza tecnica un proprio ideale di perfezione formale ai fini espressivi.
Forse siamo andati un po off topic, ma credo ne valesse la pena, grazie ancora!
Inviato dal mio GT-N8000 utilizzando Tapatalk
Andrea Conti - Photographer
==> https://contifoto.wordpress.com/ <==
==> https://contifoto.wordpress.com/ <==
- Elmar Lang
- superstar
- Messaggi: 4067
- Iscritto il: 28/08/2012, 16:11
- Reputation:
- Località: Trentino A-A
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Per restare in topic, consiglierei -comunque- di avere sempre a portata di mano un buon esposimetro "generico", quale ad esempio il Lunalite di Gossen: costa meno degli altri analoghi, anziché la lancetta ha tre LEDs, usa batterie a mattoncino da 9v (che si trovano anche al Lidl) e, volendo, lo si può dotare di un comodo aggiuntivo "tele", che in pratica, all'occorrenza lo trasforma in un "semispot".
Non è l'esposimetro esterno più compatto del mondo, ma è comodo e per nulla pesante.
In alternativa, rinnovo il consiglio dello "Expomat", un ottimo regolo calcolatore da realizzare in carta o cartoncino ( http://expomat.tripod.com/ ), che in pratica razionalizza l'esposizione "a occhio".
E l'esposimetro in carta lo si può usare anche come segnalibro, volendosi portare dietro un'intera biblioteca dedicata ai grandi maestri della fotografia...
E.L.
Non è l'esposimetro esterno più compatto del mondo, ma è comodo e per nulla pesante.
In alternativa, rinnovo il consiglio dello "Expomat", un ottimo regolo calcolatore da realizzare in carta o cartoncino ( http://expomat.tripod.com/ ), che in pratica razionalizza l'esposizione "a occhio".
E l'esposimetro in carta lo si può usare anche come segnalibro, volendosi portare dietro un'intera biblioteca dedicata ai grandi maestri della fotografia...
E.L.
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
(Erwin Rommel)
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Mi ci metto pure io ad alimentare l'OT.
Come si faceva notare sopra, la fotografia non è solo HBC, Gardin, Salgado, ECC.
Ad esempio Jeff Wall solo per citare un grosso nome, prima di fare uno scatto l'esposizione la sistema eccome. Oppure un Alec Soth.
Capisco che se stai in città e devi fare uno scatto veloce, su un rullo di tante pose l'esposizione può avere dei margini, ma questa è solo una Piccola
Parte della fotografia. Non riesco ad immaginare chi scatta ad esempio con il grande formato, dove si preparano scenografie, e tutto quello che ci sta dietro, che la tecnica sia considerata come fine a se stessa.
Poi si prendono ad esempio sempre gli stessi nomi, ma sono casi eccezionali e come tali dovrebbero essere considerati.
Come si faceva notare sopra, la fotografia non è solo HBC, Gardin, Salgado, ECC.
Ad esempio Jeff Wall solo per citare un grosso nome, prima di fare uno scatto l'esposizione la sistema eccome. Oppure un Alec Soth.
Capisco che se stai in città e devi fare uno scatto veloce, su un rullo di tante pose l'esposizione può avere dei margini, ma questa è solo una Piccola
Parte della fotografia. Non riesco ad immaginare chi scatta ad esempio con il grande formato, dove si preparano scenografie, e tutto quello che ci sta dietro, che la tecnica sia considerata come fine a se stessa.
Poi si prendono ad esempio sempre gli stessi nomi, ma sono casi eccezionali e come tali dovrebbero essere considerati.
- Silverprint
- moderatore
- Messaggi: 13406
- Iscritto il: 30/08/2011, 2:12
- Reputation:
- Località: Faenza
- Contatta:
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Un po' di cose veloci.
1 - In fotografia non esiste una realizzazione tecnica giusta in sé per sé. Chi ne parla come esistesse mente e intende far prevalere la sua visione con mezzi non leciti. Vale altrettanto per la composizione e tante altri criteri di valutazione.
Quindi la tecnica è giusta se consente al fotografo di realizzare l'immagine che voleva, sbagliata se non lo consente.
2 - L'atteggiamento anti-tecnico si basa su una menzogna e una fallacia logica. La prima è che esista la tecnica giusta in sé per sé. La seconda, che ne segue, è quella considerare la padronanza del mezzo (la tecnica propriamente intesa) come ostacolo al suo uso creativo.
3 - L'atteggiamento anti-tecnico del punto 2 deriva dalla cultura surrealista. Nel sistema ideologico da essa creato le contraddizioni del punto 2 non esistono; non esistono perché attraverso l'operare dei suoi seguaci si manifesta la volontà dello Spirito ed occuparsi di controllare il mezzo sarebbe un intralcio ad un disegno superiore. "Noi che ci siamo fatti sordi ricettacoli di tanti echi, modesti apparecchi di registrazione... " diceva Breton.
4 - Si creano almeno un paio di problemi: con quel sistema ideologico l'operatore surrealista intende guadagnare potere, nel senso che non è lui che fa le cose, Lui le rivela e la Verità rivelata, non è criticabile (potere). Egli non è responsabile della rivelazione, pertanto neanche il suo operato è criticabile. La reazione di lesa maestà suscitata in Andreasoft dalle mie critiche ad HCB ne sia testimonainza.
5 - Può un messaggio veicolato dai sensi prescindere dalla sua estetica?
Credo di no, quindi l'estetica è sempre parte del massaggio anche quando venga proposta come trasandata (secondo certi canoni comunemente accettati, che comunque non condivido) al fine di comunicare all'osservatore che per l'autore essa non era importante. Affermazioni del genere sono per me di grande valore per capire cosa veicola una certa estetica perché rimandano direttamente ai punti 2 e 3.
6 - Se non ci si occupa della tecnica è la tecnica che si occupa di noi.
Il sistema fotografico è stato sviluppato con l'intento di essere per quanto possibile a prova di errore ("voi premete il bottone, noi facciamo il resto" - Kodak). Il risultato è che effettivamente si possono fare molte operazioni senza alcuna cognizione di causa e comunque una immagine viene registrata, ma non è quello che venga sempre come vogliamo. Viene come il mezzo, così come è stato sviluppato, consente. Vale a dire che senza padronanza si possono fare foto, ma che la loro estetica, cioè parte del messaggio è casuale e non determinata.
1 - In fotografia non esiste una realizzazione tecnica giusta in sé per sé. Chi ne parla come esistesse mente e intende far prevalere la sua visione con mezzi non leciti. Vale altrettanto per la composizione e tante altri criteri di valutazione.
Quindi la tecnica è giusta se consente al fotografo di realizzare l'immagine che voleva, sbagliata se non lo consente.
2 - L'atteggiamento anti-tecnico si basa su una menzogna e una fallacia logica. La prima è che esista la tecnica giusta in sé per sé. La seconda, che ne segue, è quella considerare la padronanza del mezzo (la tecnica propriamente intesa) come ostacolo al suo uso creativo.
3 - L'atteggiamento anti-tecnico del punto 2 deriva dalla cultura surrealista. Nel sistema ideologico da essa creato le contraddizioni del punto 2 non esistono; non esistono perché attraverso l'operare dei suoi seguaci si manifesta la volontà dello Spirito ed occuparsi di controllare il mezzo sarebbe un intralcio ad un disegno superiore. "Noi che ci siamo fatti sordi ricettacoli di tanti echi, modesti apparecchi di registrazione... " diceva Breton.
4 - Si creano almeno un paio di problemi: con quel sistema ideologico l'operatore surrealista intende guadagnare potere, nel senso che non è lui che fa le cose, Lui le rivela e la Verità rivelata, non è criticabile (potere). Egli non è responsabile della rivelazione, pertanto neanche il suo operato è criticabile. La reazione di lesa maestà suscitata in Andreasoft dalle mie critiche ad HCB ne sia testimonainza.

5 - Può un messaggio veicolato dai sensi prescindere dalla sua estetica?
Credo di no, quindi l'estetica è sempre parte del massaggio anche quando venga proposta come trasandata (secondo certi canoni comunemente accettati, che comunque non condivido) al fine di comunicare all'osservatore che per l'autore essa non era importante. Affermazioni del genere sono per me di grande valore per capire cosa veicola una certa estetica perché rimandano direttamente ai punti 2 e 3.
6 - Se non ci si occupa della tecnica è la tecnica che si occupa di noi.
Il sistema fotografico è stato sviluppato con l'intento di essere per quanto possibile a prova di errore ("voi premete il bottone, noi facciamo il resto" - Kodak). Il risultato è che effettivamente si possono fare molte operazioni senza alcuna cognizione di causa e comunque una immagine viene registrata, ma non è quello che venga sempre come vogliamo. Viene come il mezzo, così come è stato sviluppato, consente. Vale a dire che senza padronanza si possono fare foto, ma che la loro estetica, cioè parte del messaggio è casuale e non determinata.
-
- superstar
- Messaggi: 2045
- Iscritto il: 26/12/2015, 14:32
- Reputation:
Re: Si può vivere senza esposimetro?
Andrè, potevi impegnarti un po di più, che ...zzo, almeno arrivavi a 10, e facevi pari con Mosè.
In ogni caso non t'avrei "bibbiato"
C'ho Caino e Abele che cercano di farsi fuori a vicenda, rispondo seriamente più tardi.
In ogni caso non t'avrei "bibbiato"

C'ho Caino e Abele che cercano di farsi fuori a vicenda, rispondo seriamente più tardi.
Nicola
Meglio farlo, e poi pentirsi, che rimpiangere di non averlo fatto.
Meglio farlo, e poi pentirsi, che rimpiangere di non averlo fatto.

