Split grade Printing. Realtà o bufala?

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chromemax
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da chromemax »

kiodo ha scritto:Questa possibilità di controllo non è praticabile, in maniera così semplice, col metdo di stampa ad un solo filtro.
E' questione di come si è abituati, ribadisco quanto ho detto, nella maggiornza dei casi il metodo split è una complicazione di cose semplici, la procedura di provinatura ne è un esempio.



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ammazzafotoni
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da ammazzafotoni »

Capisco che la stampa split, mai da me praticata, possa essere più macchinosa.
Ma le modalità di intervento locale spiegate da Kiodo mi sono parse decisamente illuminanti!

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kiodo
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da kiodo »

chromemax ha scritto:
kiodo ha scritto:Questa possibilità di controllo non è praticabile, in maniera così semplice, col metdo di stampa ad un solo filtro.
E' questione di come si è abituati, ribadisco quanto ho detto, nella maggiornza dei casi il metodo split è una complicazione di cose semplici, la procedura di provinatura ne è un esempio.
Io non ero abituato: ho stampato per trent'anni senza conoscere il metodo split. Una volta che l'ho capito ("provarlo" non basta), ho fatto inm odo di abituarmici: i vantaggi dul fronte del controllo delle mascherature sono evidenti, e non sono replicabili col metodo tradizionale. L'esempio che ho fatto sopra dovrebbe provarlo: come potresti ottenere una mascheratura (oo una bruciatura) delle sole luci (od ombre) col metodo tradizionale?
E rispetto alla complessità dei provini: ma quanti ne fai per azzeccare esposizione e contrasto, col metodo tradizionale? Perchè con lo split, al netto di errori, dopo uno per le luci più uno per le ombre, hai già in mano il tempo delle due pose, ed il contrasto esce da solo.
Come sempre, non voglio convincere nessuno, ma consiglio di provare a fondo prima di stroncare.
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bonisolli
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da bonisolli »

Si ma vorrei capire meglio. Un conto è una mascheratura selettiva con cambiamento di contrasto. Un conto è fare due provini uno per le luci uno per le ombre e via di conseguenza
Mattia

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kiodo
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da kiodo »

bonisolli ha scritto:Si ma vorrei capire meglio. Un conto è una mascheratura selettiva con cambiamento di contrasto. Un conto è fare due provini uno per le luci uno per le ombre e via di conseguenza
Non capisco cosa non hai capito :)
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bonisolli
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da bonisolli »

kiodo ha scritto:
bonisolli ha scritto:Si ma vorrei capire meglio. Un conto è una mascheratura selettiva con cambiamento di contrasto. Un conto è fare due provini uno per le luci uno per le ombre e via di conseguenza
Non capisco cosa non hai capito :)
Ah ok. Ci riprovo. Intendevo dire/chiedere se lo split grade sia un sistema integrale o una correzione del sistema tradizionale. E poi. Una volta fatto il provino col filtro 1 e quello col filtro 5 i tempi di esposizione si sommano?
Mattia

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kiodo
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Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

Messaggio da kiodo »

    Non sono riuscito a farmi capire. Ho scritto esattamente il procedimento che utilizzo, prova a rileggerlo senza pensare di aver già capito :)
    Comunque riprovo, più schematicamente:
    1) metto un negativo nell'ingranditore, regolo il filtro su 0, sistemo un foglio sul marginatore. Faccio un bel provino a scalare, per esempio da 2" a 10" in passi di un secondo.
    2)sviluppo il foglio di cui sopra, lavo e asciugo, e valuto: scelgo il tempo che mi da il dettaglio che voglio NELLE ALTE LUCI. Ossia: trascuro completamente di guardare i medi e le ombre. Diciamo, per esempio, che mi piace come vengono le parti luminose delle nuvole quando utilizzo 8".
    3)metto un secondo foglio nel marginatore, e lo espongo per 8" col filtro 0. Poi NON MUOVO IL FOGLIO, ma cambio il filtro, mettendo il 5. Ora espongo a scalare il foglio (che già ha ricevuto 8" a C0) facendo una serie di esposizioni da 2" a 10" con C5.
    4) sviluppo il secondo provino, lavo e asciugo. Valuto le OMBRE (perchè le luci dovrebbero andare bene, se ho fatto bene i passaggi 1 e 2). Diciamo che,per esempio, mi piacciono le ombre ottenute dall'esposizione di 4": ho acquisito i dati per effettuare la prima stampa di lavoro!
    5)metto un nuovo foglio nel marginatore, e passo alle due esposizioni: col filtro 0 espongo per 8", poi metto il filtro 5 ed espongo per 4", ossia i due tempi che avevo ricavato dai due provini precedenti. Sviluppo, lavo, asciugo, ed ecco la mia stampa "base", su cui farò poi le mie valutazioni per eventuali ulteriori interventi.
    Si capisce così?
    Please, please!
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    Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

    Messaggio da herma »

    kiodo ha scritto:
      Non sono riuscito a farmi capire. Ho scritto esattamente il procedimento che utilizzo, prova a rileggerlo senza pensare di aver già capito :)
      Comunque riprovo, più schematicamente:
      1) metto un negativo nell'ingranditore, regolo il filtro su 0, sistemo un foglio sul marginatore. Faccio un bel provino a scalare, per esempio da 2" a 10" in passi di un secondo.
      2)sviluppo il foglio di cui sopra, lavo e asciugo, e valuto: scelgo il tempo che mi da il dettaglio che voglio NELLE ALTE LUCI. Ossia: trascuro completamente di guardare i medi e le ombre. Diciamo, per esempio, che mi piace come vengono le parti luminose delle nuvole quando utilizzo 8".
      3)metto un secondo foglio nel marginatore, e lo espongo per 8" col filtro 0. Poi NON MUOVO IL FOGLIO, ma cambio il filtro, mettendo il 5. Ora espongo a scalare il foglio (che già ha ricevuto 8" a C0) facendo una serie di esposizioni da 2" a 10" con C5.
      4) sviluppo il secondo provino, lavo e asciugo. Valuto le OMBRE (perchè le luci dovrebbero andare bene, se ho fatto bene i passaggi 1 e 2). Diciamo che,per esempio, mi piacciono le ombre ottenute dall'esposizione di 4": ho acquisito i dati per effettuare la prima stampa di lavoro!
      5)metto un nuovo foglio nel marginatore, e passo alle due esposizioni: col filtro 0 espongo per 8", poi metto il filtro 5 ed espongo per 4", ossia i due tempi che avevo ricavato dai due provini precedenti. Sviluppo, lavo, asciugo, ed ecco la mia stampa "base", su cui farò poi le mie valutazioni per eventuali ulteriori interventi.
      Si capisce così?
      Più chiaro di così! Mi hai incuriosito ........ :-?

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      kiodo
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      Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

      Messaggio da kiodo »

      Oh, bene :)
      Se ti fermi qui, ottieni stampe con un contrasto del tutto simile a quello ottenibile stampando con un solo filtro, sebbene il metodo per trovare il giusto filtro e la giusta esposizione sia, a mio parere, a volte meno semplice di quello utilizzato con lo split grade. Però ripeto: è vero che SE TI FERMI QUI ottieni una stampa ottenibile anche con un singolo filtro di contrasto.
      Se NON ti fermi qui, puoi iniziare ad utilizzare mascherature e/o bruciature PER SINGOLO FILTRO: puoi mascherare e bruciare durante la posa C0, la C5, o tutt'e due. E questo non si può fare se si vuole usare un solo filtro. Ed i risultati ottenibili così (split grade + mascherature e bruciature differenziate) NON sono ottenibili in altro modo, che io sappia.
      In poche parole, io mi comporto così: se devo fare una stampina "come viene viene", faccio un provino a scalare, con filtro 3, e da quello, ad occhio, valuto contrasto ed esposizione, poi faccio un secondo provino sperando di azzeccare le due variazioni. Non funziona, ma lo sapevo dall'inizio: ho percorso questa strada perchè in questo caso non avevo pretese di gran qualità. Se invece voglio fare una stampa al meglio delle mie capacità... allora Splitto!
      Please, please!
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      Re: Split grade Printing. Realtà o bufala?

      Messaggio da Pierpaolo B »

      kiodo ha scritto:Mi comporto così: innanzitutto non ragiono in termini di contrasto. Le mie due esposizioni saranno la prima per trovare le alte luci, la seconda per i neri.
      Col filtro 0 (oppure 00, se i tuoi filtri partono da lì) faccio un provino a scalare. Lo sviluppo, e osservo le zone più chiare: cerco il tempo di esposizione che mi da i dettagli più leggeri (senza essere pelati) nelle alte luci. Trovatolo, faccio un'esposizione di un nuovo foglio, col filtro 0 ed il tempo che ho trovato. Su questo foglio, impressionato col filtro 0 ma non sviluppato, faccio un secondo provino a scalare, stavolta col filtro 5, quello che mi porterà i neri profondi. Sviluppo il foglio, valuto i risultati, poi passo alla prima stampa di lavoro, che sarà esposta con i due tempi trovati, relativi ai due filtri.
      Questa descrizione mi lascia perplesso perchè a casa mia ciò che hai descritto "non viene".
      Sua una stampa a grado 00 per le luci aggiungere un provino a scalare grado 5 escono le luci del 00 ammazzate. L'esposizione col 5 almeno un po' va sempre a finire sulle luci quindi in vero (a casa mia) non s'è mai finito e comunque 00 più 5 più o meno calcato dà sempre 2, 3 ecc....
      Con la split ho combattuto per diverso tempo.... m'ero quasi convinto che funzionasse poi mi sono accorto che perdevo del gran tempo senza avere risultati differenti dall'uso di una sola esposizione (vi risparmio la genesi).
      E' proficuo l'uso di filtri diversi per "calcare" parti "bisognose"..... ma per il resto è (per me) tempo perso. Per intenderci poco tempo fa mi capitò di stampare un ritratto ad alto contrasto che usciva bene con il filtro 2 ma una guancia risultava accesa mentre la parte dei capelli sotto il collo non raggiungeva il nero completo. Per risolvere è dato un po' di "cipria" alla guancia con un faretto 0 e una flashatina leggerissima al collo con il 4. Ma questa non è una stampa split....
      In definitiva ha ragione Diego.... la somma delle due esposizioni ha sempre come risultato un'equivalente esposizione con un grado "giusto". D'altronde se pensiamo all'uso combinato dei filtri nelle teste colore si ha sempre una somma di filtri che escono assieme ;)

      Poi ciò che conta è che ognuno trovi la via migliore, più soddisfacente e per se più facile per ottenere ciò che vuole ;)
      Mi chiamo Pierpaolo.
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